Indietro

Bernini contro la carica dei 160 e la nuova colata di cemento sulla periferia

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Sapere di cosa si sta parlando è una cosa che spesso ci ha distinti da molti politici, sia sul piano generale che su quello locale. È anche per questo se circa 160 persone hanno sottoscritto il sostegno ad un esposto contro il bypass di Pontedecimo, giacente già dalla scorsa estate presso la Procura della Repubblica a Genova. Le firme sono state depositate lo scorso Novembre e costituiscono solo la più recente delle tappe di resistenza popolare ad un’opera accessoria al terzo valico che anche un paio di studi ingegneristici hanno confermato essere praticamente inutile nonché pericolosa. Proprio su una di queste due perizie si fonda l’esposto che mette in luce il fatto che il viadotto riduce l’alveo del torrente e si pone al di fuori delle norme di sicurezza idrogeologica e antisismica. Un passo di tipo giuridico dopo quelli di espressione popolare che la Giunta Doria e quella municipale hanno deciso di fatto di non considerare mai. La stessa arrogante ignoranza del vicesindaco Bernini (che gli sta costando un processo per diffamazione), dimostrata già quando moralmente appoggiò le ruspe che sfondarono nel giardino che si trovava sul tracciato del progetto, o quando disse e ripeté che lo stradone era stato chiesto dalla popolazione del quartiere (di nascosto semmai, giacché non abbiamo evidenze di tale manifesta volontà di popolo), si è rinnovata nei commenti ai rilievi sollevati dall’esposto: si legge infatti nell’articolo di Genova24 del 19 dicembre: “E’ una variante già stabilita da tempo, ben prima dell’esposto” dice il vicesindaco di Genova Stefano Bernini e sostanzialmente prevede che “per mantenere la portata duecentennale del torrente , l’alveo venga allargato sulla sponda opposta”. Com’è possibile allargare l’alveo su sponda opposta se lì sorge un palazzo? Ci siamo chiesti subito se non intendessero demolirlo. In ogni caso, con che logica si allarga il letto di un torrente in pieno centro abitato solo dopo averlo ristretto? Se ora si rende necessaria una variante per mantenere il livello di piena duecentennale, il vicesindaco Bernini implicitamente ammette quanto denunciato da anni dai no tav e formalizzato nell’esposto, smentendo dunque l’assessore ai lavori pubblici Crivello che aveva dichiarato consona al piano di Bacino l’opera (su “Qui e non solo dintorni” di Maggio 2016)? Abbiamo dunque curiosato immediatamente nelle carte del progetto di variante scoprendo che esso non riguarda assolutamente il tratto attualmente in costruzione ed oggetto dell’esposto, bensì quello previsto più a monte del ponte Delle Piane (sì, proprio quello ricostruito dopo l’alluvione del ’93). Dunque Bernini o non sa quello di cui sta parlando (eppure parla, sentenzia, tranquillizza) oppure in malafede getta fumo negli occhi a favor di cementificatori.
Ma entriamo nel merito di questa salvifica variante. Dopotutto, si potrebbe credere, come i loro simili umani erranti, i politici di buona volontà avranno trovato i rimedi alle loro sviste e dunque possiamo trovarci soddisfatti che il processo di sintesi democratica si sia concretizzato in un progetto migliore. Be’, crediamo che ancora una volta dobbiate svegliarvi dai vostri sogni, se è vero che la variante appare peggiore del già pessimo originale.

Mentre stiamo ancora approfondendo l’esame della documentazione, possiamo già dire che essa prevede, per il tratto compreso all’incirca tra il ponte Delle Piane e la fine di via Lungo Torrente Verde non più la strada a sbalzo sulla sponda destra, ma direttamente un ampliamento della sede stradale sull’argine, con conseguente spostamento dello stesso verso il centro del fiume (da 0 a 2,5 m per 150 m); per mantenere quindi sotto controllo il livello di piena duecentennale si prevede non un allargamento su sponda opposta, come diceva Bernini (se a questo alludeva), ma la costruzione in sponda sinistra di un enorme muraglione-diga, di fronte allo spaccio di Grondona per intenderci, laddove il fiume non è ancora imbrigliato in sponde artificiali. Una canalizzazione tanto orribile all’occhio quanto pericolosa in caso di piena, se è vero che il livello e la velocità prevista della corrente in quel segmento-imbuto sarebbero più elevate di oggi, col nulla osta idraulico rilasciato dalla Regione Liguria. Il tutto per una strada in cui traffico veicolare e pedonale si andrebbero ad intrecciare il doppio delle volte di adesso nel giro di poche decine di metri, vanificando l’obiettivo dichiarato di “ridurre la congestione stradale del nodo di Pontedecimo” (in una “zona fortemente urbanizzata e con enormi problemi viabilistici” come si legge nell’artefatta premessa al progetto). L’orrendo muraglione in sponda sinistra vorrebbero cominciarlo circa a metà febbraio, stando ad indiscrezioni. Ma c’è di più! Ricordate le promesse di Bernini e del sindaco di Campomorone Campora di fluidificare il traffico nello snodo via Gallino/via Campomorone abbattendo parte del silos-parcheggio? Un’altra opera costosa, degradante, inutile e peggiorativa portata avanti dai politici locali nel 2005-2007 all’insegna della cementificazione che sarebbe meglio sparisse del tutto. Ed invece…del tutto verrà salvato! Infatti tra le varianti firmate dagli enti liguri lo scorso 19 dicembre c’è quella volta ad ampliare il crocevia sul lato opposto della strada, a danno della base della collina di Cesino, invece che del silos-parcheggio che quei problemi di congestionamento del traffico ha aggravato (insieme al peggioramento del servizio di trasporto pubblico in funzione del quale ce l’avevano a suo tempo propinato). Un’ulteriore riduzione del verde a favore dell’asfalto, con incognite sulla stabilità della collina.

Pare che le lezioni impartite dalla natura e i discorsi contrari al consumo di suolo, alla cementificazione e alla distruzione del paesaggio vengano sempre accantonati nel momento decisivo da questi politici servi di interessi imprenditoriali tutt’altro che pubblici. E dire che i due nomi citati in queste righe potremmo anche ritrovarceli tra i candidati a sindaco di Genova la prossima primavera. Dipende da ciascuno di noi far sì che invece sia una bella primavera. Che il territorio venga ripristinato a prima di queste criminali ferite e che altre non ne subisca! Legittima sarà ogni tipo di azione in questo senso.

Movimento No Tav Terzo Valico