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Una lettera di Fabrizio sul 5 aprile ad Arquata

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Torniamo ad occuparci della marcia popolare del 5 Aprile ad Arquata e del duro attacco sferrato contro il movimento a seguito di quella giornata. Lo facciamo con una lettera di Fabrizio Gallo (Consigliere Comunale di Novi Ligure del Movimento 5 Stelle) già pubblicata su un giornale locale del novese. La lettera è stata scritta precedentemente al blocco del cantiere di Voltaggio. Buona lettura.

Negli ultimi giorni sia sul maggior quotidiano locale che nel servizio del tg regionale si é parlato della manifestazione contro la realizzazione del terzo valico svoltasi lo scorso 5 aprile ad Arquata. Leggendo l’articolo, firmato da una giornalista non presente alla manifestazione, e visionando il servizio televisivo ho visto presentare i fatti esclusivamente come una giornata di scontri, lancio di bastoni, pietre, feriti tra le forze dell’ordine, danneggiamenti. Si ipotizza addirittura per questo ed altri fatti una richiesta danni di 1,5 milioni di Euro.

Andando a rivedere articoli e servizi di cronaca fatti a suo tempo, i toni erano molto meno esasperati e più realistici.

Ero presente a questa manifestazione dove ho accompagnato il Senatore Marco Scibona, con il quale ci siamo posizionati tra i manifestanti e le forze dell’ordine per agire da mediatori nella tutela di tutte le persone presenti. Fin dall’inizio, ho fatto presente come la scelta di attestare un reparto su una stradina di campagna larga pochi metri con un terrapieno da un lato e un declivio dall’altro, senza alcuna via di fuga per nessuno, potesse essere pericolosa e che sarebbe bastato posizionare un mezzo sulla stradina come cuscinetto per bloccarla e impedire ogni contatto. Scelta che vediamo fatta quotidianamente in manifestazioni di ogni tipo, quando si vuole impedire l’accesso a una zona.

Con questo, non voglio colpevolizzare nessuno, ma ancora oggi sono convinto che si potesse evitare il tutto con un minimo di buon senso. Specialmente quando la “giornata di scontri” nella realtà si riduce ad un contatto, pur deciso, durato da trenta secondi a un minuto risoltosi con qualche contuso, un paio manifestanti con la testa rotta e qualche lacrimogeno inutilmente lanciato a situazione ormai calmata. E un Senatore della Repubblica che per fortuna riesce a schivare una manganellata indirizzata verso la sua testa mentre era disteso a terra, spinto nel trambusto.
Certo ci sono le reti abbattute, qualche decina di metri di quelle metalliche ad Arquata e qualche centinaio di metri di quelle in plastica arancione in altre occasioni. Per le quali continuano ad arrivare con una incredibile sollecitudine e prontezza comunicazioni e provvedimenti con pesanti addebiti dalle questure, anche a pensionati che si sono trovati con la testa rotta ad Arquata. Sollecitudine e prontezza. Quella che però purtroppo non mi sembra di riscontrare quando si tratti di verificare la storia delle ditte che ricevono i subappalti, permettetemi una provocazione. Posso sbagliare, ma non credo che il terzo valico sia differente dal sistema proprio di tante altre grandi opere, quotidianamente alla ribalta come fonti di malaffare, corruzione, concussione pensiamo solo recentemente a Expo e Mose ma anche ai processi per TAV Mugello, agli scandali per la ricostruzione de L’Aquila, ai G8.

Vengono sbandierati protocolli di legalità, poi ad opere fatte magari si faranno i processi…
Quello che si é perso di vista é il diritto dei cittadini ad essere informati e convinti della reale utilità di un’opera, se questa esiste.

Delle motivazioni per le quali si deve accettare che la propria terra venga devastata per sempre, che miliardi di Euro vengano destinati a queste opere e distolti da Tutela del Territorio, Bonifiche, Sanità, Scuola, Cultura con le migliaia di posti di lavoro che ne deriverebbero.
Del fatto che la “Pubblica Utilità” va sempre e comunque dimostrata nel concreto e spiegata alla popolazione e non può essere basata su vuote parole o analisi incomplete e sovrastimate, senza alcuna reale corrispondenza nella realtà, quando esistono. Pubblica utilità, parole delle quali spesso si abusa evitando però accuratamente di entrare nello specifico.

Come ha fatto il Ministro Lupi non rispondendo per quasi un anno ad un’interrogazione presentata il 21/05/2013 a firma di decine di Senatori M5S che altro non chiedeva che il rispetto dei diritti dei cittadini, interrogando il Governo se non ritenesse opportuno effettuare una analisi costi-benefici chiara, trasparente e attuale e istituire una commissione parlamentare che valuti nel concreto la reale necessità dell’opera oggi prima di concedere la proroga alla pubblica utilità per il terzo valico.

Proroga concessa dal CIPE il 19/07/2013 dopo due mesi di assoluto silenzio, risposta fornita il 24/04/2014 ribadendo la volontà di realizzare l’opera, ma evitando accuratamente di entrare nel merito.

Un’altra cosa che lascia perplesso é la possibilità di procedere con autorizzazioni provvisorie, che rimandano al documento successivo il compimento dell’iter delle approvazioni obbligatorie ma consentono di lavorare. Come per il fantomatico protocollo amianto promesso più volte, ma ancora provvisorio e rifiutato recentemente al Comune di Arquata.

Mentre nel cantiere di Voltaggio si scava la galleria almeno da ottobre/novembre, in base ai dati su velocità di scavo e giornate lavorative che ci sono stati comunicati durante l’ispezione che abbiamo effettuato il 24 gennaio scorso, quando determinati documenti sono stati approvati dalla Giunta Regionale del Piemonte solo a metà Dicembre.

Chiunque abbia dovuto richiedere un’autorizzazione anche per una semplice operazione edilizia “di minima” é a conoscenza dei problemi e degli obblighi che ne derivino. Per opere di questa portata ed impegno finanziario é invece sempre tutto molto più semplice e rapido.
Basterebbe tutto questo per avere dubbi.

Fabrizio Gallo