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Tutte le menzogne sull’eliminazione dello shunt di Novi Ligure

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

L’incredibile insipienza che aleggia nella stanza dei bottoni del Terzo Valico lascia ancora una volta interdetti. Tralasciamo per il momento (promettendo di trattare a breve) le amministrazioni che vanno a Roma in punta di piedi a chiedere l’elemosina al ministro e poi dicono di non aver soldi per le bonifiche urgenti come quella dell’Ecolibarna. Tralasciamo anche le prese in giro di Moretti, amministratore delle Ferrovie e quindi committente dell’opera, che a seconda di dove va a parlare cambia idea sull’utilità del Terzo Valico (questa dev’essere la sesta volta).

Durante l’incontro a Roma tra Ministro ed enti locali è stato assicurato al Sindaco di Novi, o almeno così dice lui, che lo Shunt sarà eliminato. Potete cliccare sul link seguente per un’esauriente spiegazione circa la natura del misterioso Shunt (intanto si pronuncia “Sciant”). Consigliamo la lettura a politici e giornalisti in particolare, perché dalle dichiarazioni di ieri sembra che qualcuno abbia studiato ben poco.

CAPRE! CAPRE! CAPRE!

Se chi ha la responsabilità di prendere decisioni in materia si degnasse di aprire una cartina, vedrebbe che lo “Sciant” non è che una parte del tracciato previsto per il Comune di Novi. Certo la sua eliminazione riduce i danni all’assetto idrogeologico del nostro territorio, ma non c’è niente di più falso di quanto afferma ieri La Stampa: “Il Basso Pieve, a Novi, non sarà devastato dal Terzo Valico”. Sbagliato: il ramo principale della linea, che con sto benedetto “sciant” non c’entra niente, continua a passare dal Basso Pieve, proveniente da Serravalle e diretto a Tortona. Nulla cambierà per i 4 km in superficie che cancelleranno l’ultimo polmone verde rimasto a due passi da Novi. Anzi, stando alla relazione dell’ufficio tecnico del Comune di Novi del 2005, si dice che con l’eventuale eliminazione dello “sciant”, la tratta del Basso Pieve non sarebbe più vincolata a rispettare una certa altimetria, e ciò permetterebbe di sviluppare la tratta qualche metro più in basso, in trincea. Ciò comporterebbe minore rumore e impatto visivo, cosa che ogni persona dotata di buon senso riterrebbe secondaria a fronte di un probabilissimo aumento (scavando) delle interferenze sul piano idrogeologico.

Il Sindaco uscente di Novi ha poco da gongolare: l’eliminazione dello Shunt finora è pura propaganda, non a caso a due mesi dalle elezioni novesi. Tale operazione prevede un nuovo progetto, un nuovo iter amministrativo, una revisione dei costi, e soprattutto modifica radicalmente lo scopo dell’opera. Per di più, oltre a non salvare minimamente il Basso Pieve dalla devastazione, far transitare i treni del Terzo Valico in pieno centro di Novi è pericoloso.

Qualcuno dirà subito: “e allora fuori non va bene, in centro non va bene, non vi va bene niente!” Nessuno ha detto che i treni merci non devono passare in centro, anzi, ci sono sempre passati. Ma il Terzo Valico prevede la creazione di convogli merci molto lunghi e pesanti, che potranno ovviamente contenere anche merci pericolose. Nel 2005 il Comune di Novi caldeggiava questa ipotesi dicendo che in ogni caso la velocità sarebbe stata ridotta “ad un massimo di 100km/h”. Ecco, ora andate a chiedere a Viareggio cosa ne pensano di un treno di 30-40 carri pieno di GPL che ti passa sotto casa a 100km/h. Pensino i cittadini novesi a cosa significa accettare una cosa del genere senza la minima consapevolezza di quale tipo di manutenzione viene effettuata sui binari e sul materiale rotabile. Se le condizioni dei merci sono quelle dei treni pendolari, auguri alle centinaia di persone che abitano lungo la linea. E non si dica che siamo dei menagrami: Moretti dovrebbe sapere bene quali sono i rischi del trasporto merci nei centri cittadini, visto che è imputato per la strage di Viareggio.

Il punto non è devastare il Basso Pieve per togliere i treni dal centro di Novi, come sostiene la gerontocrazia novese. Il punto è che le merci, per ridurre ogni tipo di rischio, devono viaggiare PIANO. Primo perché non ha senso che vadano veloce per guadagnare dieci minuti su un viaggio via nave di un mese, per non parlare dei tempi di sdoganamento al porto di Genova. Secondo perché attraversano i centri abitati, e un paese che spende soldi solo per fare manutenzione alle linee Frecciarossa non può permettersi il lusso di sparare i treni normali a cento all’ora in città, è semplicemente PERICOLOSO. Prima di parlare di rilancio dello scalo di S.Bovo e altre amenità che sono prerogativa della politica novese, bisogna chiedersi cosa cambia nell’usura del piano ferroviario se i convogli sono molto più lunghi e pesanti, come deve essere modificata la manutenzione, in quali fasce orarie e a quali velocità i treni devono poter passare nel centro abitato. E invece niente di tutto questo.

Per un’esauriente spiegazione su shunt e scalo ferroviario di S.Bovo, si rimanda nuovamente al precedente approfondimento della redazione.