
Oggi il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge “Fare” che prevede, tra le altre cose, un forte (ma non totale) definanziamento alle infrastrutture non cantierizzate in favore di opere diverse e di più facile attuazione.
Secondo il Sole 24 Ore sono 773 i milioni sottratti al Terzo Valico, 524 quelli tolti alla Torino-Lione, 235 al ponte sullo stretto di Messina.
Se il decreto verrà convertito entro 60 giorni in legge dal Parlamento e se non ci saranno ulteriori interventi in senso opposto, arriveremo in Agosto ad una situazione di finanziamento pressoché annullato mentre la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera è in scadenza e sulla cui concessione è stata presentata una interrogazione al Senato della Repubblica. Sarebbe una tegola pesante per la lobby del Tav, che sicuramente farà di tutto tramite i suoi fedeli servitori in Parlamento per fare in modo che ciò non accada.
Questo provvedimento arriva dopo l’approvazione in Senato del Decreto Emergenze (se avete tempo leggetevi l’intervento in Aula di Danielino “terzovalichino” Boriolino) dove fra le altre cose si era stabilito un finanziamento annuale di 120 Milioni di Euro per ciascuno degli anni dal 2015 al 2024, ma da dividersi fra Terzo Valico dei Giovi e quadruplicamento della linea Fortezza – Verona di accesso sud alla galleria di base del Brennero. Nulla di definitivo visto che il decreto deve ora passare al vaglio della Camera dei Deputati.
Proviamo a fare due conti per capire che cosa è cambiato.
Fino a ieri per il Terzo Valico erano stanziati il primo lotto da 500 milioni di Euro, il secondo lotto da 1,1 miliardi di Euro da cui erano poi stati decurtati 240 milioni di Euro per la manutenzione delle linee esistenti. Per un totale di 1 miliardo e 360 milioni di Euro a cui aggiungere i famosi 120 Milioni all’anno per dieci anni da dividersi col Brennero (non si sa in quale percentuale) sempre che la Camera dei Deputati licenzi lo stesso testo del Senato.
Se il “Decreto Fare” dovesse venire convertito in legge, come è facile immaginarsi, per il Terzo Valico rimarrebbero 587 milioni di Euro, qualche briciola in più dei soldi del primo lotto a cui aggiungere sempre, in caso di approvazione definitiva, i 120 milioni all’anno per 10 anni da dividersi con il Brennero.
Fatti i conti non è difficile capire la ragione per cui Raffaellina “terzovalichina” Paitina non riesce proprio a nascondere la sua incazzatura, nonostante le “rassicurazioni” di Maurizietto “terzovalichetto” Lupetto. Caro Lupetto, intanto oggi i soldi sono stati tolti dal Terzo Valico e che cosa succederà domani con una crisi economica e sociale sempre più devastante lo staremo a vedere. Come ci ricordava Antonello Brunetti di questo passo forse il Terzo Valico finirebbero di costruirlo nel 2060 al netto di un’opposizione popolare che ha intralciato strenuamente i piani dei devastatori.
Infatti, se si è arrivati a mettere in forse il finanziamento dell’opera è solo grazie alle pratiche che il movimento contro il Terzo Valico ha saputo mettere in campo. Senza i blocchi degli espropri, per esempio, forse l’opera sarebbe già partita ed ora staremmo raccontando un’altra storia. I lavori fermi al palo, invece, hanno contribuito in modo determinante al definanziamento del secondo lotto da parte del Governo. Questo dà il senso dell’importanza dell’azione costante dei comitati: una goccia che scava le montagne. Poco per volta ma inarrestabile.
Si ricorda comunque che anche nel 2006, dopo una fase esaltante di movimento, il Governo rinunciò all’opera. E anche nel 1998, dopo lo stop ai cantieri in Vallemme, il Terzo Valico sembrava irrimediabilmente compromesso. Quindi c’è poco da cantar vittoria, ma bisogna rallegrarsi per aver intrapreso la strada della lotta popolare, l’unica in grado di fermare la costruzione dell’ennesima grande opera inutile e che oggi afferma con forza la sua capacità di modificare gli eventi. La lotta paga si sarebbe detto un tempo e senza la lotta ripresa con forza dal Gennaio del 2012, difficilmente oggi avrebbero deciso di togliere molti soldini al Terzo Valico.
Che cosa deciderà adesso di fare Cociv lo scopriremo nei prossimi giorni. Il Movimento lo ha deciso per l’ennesima volta ieri in una grande assemblea popolare a Pontedecimo. Se tenteranno di riaprire il cantiere di Via Tecci, già fermato dalla mobilitazione popolare, si resisterà. Se cercheranno di eseguire nuovamente espropri si resisterà. Finchè non rinunceranno definitivamente alla costruzione del Terzo valico si resisterà.