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Tav Firenze: arresti ai domiciliari per Lorenzetti (Pd), ex presidente dell’Umbria

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

da ilfattoquotidiano.it

L’esponente democratica accusata in veste di presidente di Italferr (Fs). I reati ipotizzati dalla Procura del capoluogo toscano sono corruzione, associazione a delinquere e abuso d’ufficio. “Rischio di reiterazione del reato”. L’accusa: “Pressioni per agevolare aziende in cambio di favori al marito”. La replica del legale: “Nessun vantaggio”

Un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari è stata notificata all’ex governatrice della Regione Umbria Maria Rita Lorenzetti nella sua casa di Foligno nell’ambito dell’inchiesta sul nodo fiorentino dell’alta velocità. Provvedimenti cautelari sono stati recapitati ad altre sei persone.

Maria Rita Lorenzetti è stata presidente della Regione Umbria per due legislature ed è presidente di Italferr, la società di ingegneria del gruppo Ferrovie dello Stato. A quanto emerge dall’ordinanza, notificata dal Ros dei Carabinieri di Firenze, è accusata di essersi adoperata perché venissero pagate due società impegnate nei lavori della Tav a Firenze, per le quali i versamenti erano in ritardo. In cambio la Lorenzetti avrebbe ricevuto presunti favori professionali per il marito. “Vantaggi assolutamente inesistenti”, commenta il suo legale Luciano Ghirga, che incontrerà nelle prossime ore la sua assistita. “I fatti contestati nell’ordinanza di custodia cautelare – ha detto l’avvocato Ghirga – sembrano essere gli stessi dell’avviso di garanzia del gennaio scorso. La dottoressa Lorenzetti ha sempre sostenuto la sua estraneità a tutti i fatti contestati”.

L’ex governatrice aveva infatti ricevuto un avviso di garanzia con le ipotesi di corruzione, associazione a delinquere e abuso d’ufficio. L’inchiesta è coordinata dal procuratore capo di Firenze, Giuseppe Quattrocchi e dai pm Giulio Monferini e Gianni Tei. Nell’ordinanza viene ipotizzato il rischio di reiterazione del reato. Lorenzetti, che ha sempre sostenuto la correttezza del proprio operato, ha guidato la Regione Umbria per due mandati, fino alla scorsa legislatura.

Secondo i magistrati fiorentini, nella tratta toscana della Tav sarebbero stati utilizzati materiali scadenti per la costruzione della galleria e ci sarebbe l’ombra della camorra sullo smaltimento dei rifiuti di cantiere, oltre al sospetto di favori negli appalti alle Coop rosse. La Procura ha inscritto nel registro degli indagati 36 persone, tra cui dirigenti del ministero delle Infrastrutture e delle Ferrovie.