
di Antonello Brunetti
La coppia di lupi (Maurizio e Walter), Cota, Filippi, sindaci, parlamentari (solo quelli che sono per il SI) si sono ritrovati a Roma per girare attorno alla solita frase “Il terzo valico è STRATEGICO”. E ciò alla faccia dei sindaci che aspettano dati che non arrivano, dell’analisi costi-benefici che nessuno si sogna di fare, della moratoria e cosette varie.
Il ministro Lupi ha chiesto che si faccia conoscere alla gente cos’è il Terzo Valico (forse si riferiva a Cota che è ancora convinto che passi sotto il Turchino) dimenticando che sono un filino in ritardo (solo 22 anni) e che del resto già ci stanno pensando le Chiappe-Revello e il PD di Genova che ha indicato un punto per chiedere informazioni e spiegazioni sulla bellezza di questa grande opera (chissà se almeno si fanno pagare come i tanti lacchè della banda del buco o si prostituiscono gratis?).
L’avvio dei lavori nei cantieri avrà luogo a settembre (ma la Paitona non diceva che sarebbero iniziati a fine luglio? Accidenti, un po’ di precisione e puntualità non guasterebbe! Ad esempio diciamo MAI PIU’ e così la smettete di fare queste figuracce).
Ma veniamo al dunque: STRATEGICA!!!
Che aggettivo ponderoso e suadente!
Questi luminari convenuti a baciare l’anello di Lupi probabilmente si riferiscono al fatto che è opera indispensabile. Ma per che cosa?
– Ce lo chiede l’Europa. L’Europa ci chiede ben altre cose; non gliene frega nulla della linea Alta Velocità Genova – Tortona. In questo periodo ben cinque Stati hanno soppresso ogni intervento per l’Alta Velocità, ossia Portogallo, Spagna, Francia, Slovenia, Ucraina, mentre Svizzera e Germania hanno ammodernato tutte le loro linee e la velocità non è mai stata il loro obiettivo.
Ce lo chiede il porto di Genova. Da Genova verso nord annualmente transitano su ferrovia 130.000 container e la disponibilità attuale dei due valichi dei Giovi e del terzo Valico che passa da Voltri e Ovada è di 2 milioni di container. Mauro Moretti sosteneva anni fa che si è ben lontani dalla saturazione, che non si raggiungeva il 50% delle potenzialità, ultimamente la percentuale è stata abbassata al 30%, ma sono convinto, e i dati lo dimostano, che è assai inferiore.
Ce lo chiedono i cittadini. Ma non fate ridere! Quando avete fatto la manifestazione a piazza De Ferrari tre anni fa eravate 300 e tutti notabili o coinvolti. Ma chi è così pazzo di chiedere che vengano dilapidati 7 miliardi di euro per un’opera inutile, che pagheremo tutti ora e per altri 40 anni sotto forma di tagli paurosi alla spesa pubblica sociale e con l’abbandono delle ferrovie attualmente in servizio (si fa per dire).
Per deformazione professionale vorrei spiegare a lor signori così “coesi” cosa significhi esattamente la parola strategico, visto che ne abusano per coprire come un lenzuolo bianco il vuoto di quest’opera cadaverica.
Il termine strategia si riferisce solitamente a vicende belliche, lo scrivono tutti i dizionari. Due esempi per tutti.
– Cavour avrebbe fatto costruire strategicamente la ferrovia Genova – Novara in preparazione della seconda guerra di Indipendenza, per far giungere rapidamente gli zuavi sbarcati a Genova sul fronte del Ticino e sorprendere l’esercito austriaco.
– Un altro esempio un po’ più vicino a noi. La marcia su Roma del 4 agosto 2013 è una mossa strategica per avviare da posizioni di forza la guerra civile auspicata da certo Bondi.
Dopo le spiegazioni collegate alle strategie belliche, vediamo come significato più generico quello che segue:
fig. Adeguato al conseguimento di un certo scopo; scaltro, astuto.
Ripiego, rinuncia presentata come scelta, mentre è frutto di necessità.
Proprio così: Astuti e scaltri maneggioni puntano in tal modo a conseguire un certo scopo (realizzare un’opera supercostosa e un altrettanto supertruogolo stracolmo per pantagrueliche mangerie da parte della cricca).
Ripiego, frutto di necessità, il che è ancora più grave. Costoro non sanno più gestire il recupero e l’ammodernamento delle strutture, cosa che ogni famiglia e ogni società sapeva un tempo fare benissimo e allora scelgono, per non ammettere la propria incapacità, di buttare via tutto e rifare ex novo anche se ciò comporta l’ammazzamento della nostra madre natura, l’invivibilità di ampie aree popolate e uno spreco enorme di risorse economiche.
Questo è ciò che si nasconde dietro parolette slogan buttate al vento, ma riprese come grandi verità dai mass media.
Assai più ricche e vere le parole di Marina, che non conosco, la quale, tra le altre cose scrive due giorni fa
“Un anno é trascorso da quando ho iniziato i primi passi nel movimento No-Tav Terzo Valico…dapprima come espropriata, poi via via che prendevo coscienza del mio essere abitante di una delle valli che verrebbero sconvolte dal passaggio di questa onerosa quanto dannosa “grande opera”, mi son ritrovata più volte a chiedermi come sarebbe la mia, la nostra vita dall’inizio dei lavori in poi…
Quando in TV si sente parlare di movimenti No-Tav, ma anche No-Gronda, No-Muos ed altro ancora, si tende ad etichettare i militanti come”facinorosi”, “anarco-insurrezionalisti”, potenziali terroristi.
Personalmente vedo sempre più spesso genitori che vanno a manifestazioni, cortei e presidi accompagnati dai loro figli, anche piccoli, fatto che scuote e denota una sempre piú cosciente presa di posizione da parte di chi vuol pensare al futuro dei propri figli, dando loro esempio nella lotta…
Da poco più di due mesi é nato tra noi credenti del movimento, un gruppo di preghiera, che si incontra nel nome di Dio tutte le settimane regolarmente, ospiti della splendida famiglia Bruzzese o talvolta dei presidi contro gli espropri, come nel caso di mercoledì 9 luglio a Trasta.
É difficile per me spiegare ciò che si prova a sapere di dover lasciare la realtà di un locale dove da ventotto anni si lavora e quindi si vive…ansia, rabbia, dolore…sì, dolore…nessuno, se non l’ha provato, può dire ciò che si prova! Io voglio restare qui dove la gente sa di trovarmi, per il mio lavoro, ma anche per scambiare due parole o prendere un caffè insieme. Questa lotta che mi ha cambiata dentro e fuori…che mi ha fatto maturare, che mi ha fatto conoscere gente e aspetti della vita che altrimenti non avrei conosciuto, questa lotta per la nostra dignità di cittadini, di abitanti di queste valli, fa ormai parte di me e mi dà stimoli che spero di trasmettere agli altri…a chi vuol provare a cambiare il sistema…a non dirsi e a non dire…”intanto se vogliono lo fanno lo stesso “.
Io ci sono…noi ci siamo…oggi e domani a gridare…
GIU LE MANI DALLA NOSTRA TERRA!
Marina”