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Stop al cantiere di Voltaggio: una vittoria del movimento

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

La tanto attesa decisione del Ministro dell’Ambiente Orlando di revocare l’autorizzazione all’inizio dello scavo della galleria di servizio di Voltaggio, dove a metà anni novanta venne scavato uno dei due fori pilota, è arrivata. Ci avevamo scommesso che sarebbe successo quando avevamo commentato la richiesta dei tre senatori piemontesi del PD di sospendere i lavori.

Trattasi di una sospensione, sia chiaro: a tavoli tecnici regionali conclusi e a piano cave approvato, i lavori verranno nuovamente autorizzati e le ruspe di Cociv potranno iniziare a devastare, movimento permettendo.

Chissà cosa diranno a quel punto i tanti che hanno chiesto la sospensione arrivata oggi, se dovesse emergere, come dichiarato dall’Assessore all’ambiente del Comune di Alessandria Lombardi, la probabilità del 50% di incontrare l’amianto fra Voltaggio ed Arquata. Per affermare che vi sia l’amianto non serve neppure aspettare i loro studi, basta leggere quello che abbiamo recentemente pubblicato su questo sito, redatto da uno dei tecnici del Movimento No Tav – Terzo Valico. Sapere invece che vi sia il 50% di probabilità di incontrarlo e che siano i sostenitori dell’opera a dirlo è qualcosa di spaventoso.

Racconteranno forse che l’amianto si possa gestire, che i continui controlli sventeranno il rischio di vedere concretizzarsi una nuova Casale Monferrato e che i loro studi siano serviti apposta ad evitare che le fibre vengano sparse nell’aria. Ci proveranno a farlo, ma non riusciranno a tranquillizzare gli animi delle popolazioni coinvolte dai lavori. Solo la scelta dettata dal buon senso di rinunciare una volta per sempre alla costruzione del Terzo Valico potrebbe rasserenare gli animi delle donne e degli uomini interessati dal progetto, i veri artefici della sospensione odierna.

E’ infatti inutile e pure goffo tentare di nascondere che il risultato di oggi è tutto merito di quasi due anni di movimento popolare con migliaia di cittadini che hanno partecipato ripetutamente alle manifestazioni e alle iniziative in difesa della loro terra e della loro salute.

Impossibile dimenticare quando ad inizio 2012 i comitati parlavano del rischio amianto ed erano accusati di fare terrorismo dai Sindaci e da Cociv che ne negava la presenza. Ora che per realizzare il Terzo Valico si debba fare i conti con la fibra killer non riesce più a negarlo nessuno.

Sono i rapporti di forza costruiti dai comitati nel basso Piemonte ad aver fatto schierare persino degli ultras Sì Tav come i Senatori piemontesi del PD per un blocco temporaneo dei lavori. Quel rischio Valsusa, tante volte nominato, sembra proprio non far dormire i dirigenti del Partito Democratico e i suoi rappresentanti nelle Istituzioni. Ancor di più oggi che si apprestano a celebrare a fine Ottobre le loro primarie per la scelta dell’ipotetico successore di Robbiano alla guida di Novi Ligure, il Comune più grande della Valle Scrivia.

Peccato solo non aver potuto constatare se alle parole del Sindaco di Alessandria sarebbero seguiti i fatti con l’ordinanza di blocco dei camion di Cociv che avrebbero dovuto conferire lo smarino alla Fraschetta. Un territorio martoriato dall’inquinamento e da un’industrializzazione nemica della salute, quello dove non casualmente è nato l’ultimo, in ordine di tempo, dei Comitati No Tav – Terzo Valico. L’assemblea partecipata da duecento persone del 29 Agosto ha certamente influito sulla presa di posizione dell’amministrazione alessandrina. Ancora una volta il movimento con il suo operato trasforma la realtà e riesce ad incidere sulle scelte di una classe politica allo sbando sempre più in difficoltà a dover spiegare la ragione per cui dover spendere 6,2 miliardi di euro al tempo di una crisi economica e sociale devastante.

Peccato non aver potuto constatare se il Sindaco di Voltaggio Repetto avrebbe mandato il suo Vigile Urbano a bloccare i lavori, anche se tutti sanno che questo non sarebbe mai avvenuto.

Quanto abbia pesato sulla scelta della sospensione il silenzio del movimento sull’apertura del cantiere prevista per il 10 Settembre non è dato saperlo. Resta il fatto che a volte il silenzio fa più paura di mille parole. Nessuno è in grado di sapere se il movimento avrebbe bloccato l’ingresso del cantiere di Voltaggio, se sarebbe stato a guardare il comportamento dei Sindaci, impedito ai camion l’ingresso alla SAP di Spinetta Marengo, bloccato la strada provinciale che collega Novi ad Alessandria, la strada provinciale fra Gavi e Voltaggio, il passo della Bocchetta o indetto una manifestazione fino al cantiere. Se avesse fatto tutte queste azioni contemporaneamente, solo alcune e quando le avrebbe fatte.

Staremo adesso a vedere cosa deciderà di fare Cociv. Sono in molti a pensare che se non si può scavare a Voltaggio decideranno di orientarsi sui lavori propedeutici a Serravalle e ad Arquata. Per farlo dovranno rimandare, dopo oltre un anno, le lettere di esproprio, decisione che avvelenerebbe ancora di più gli animi. Se lo faranno vorrà dire che avranno scelto lo scontro e ne affronteranno le conseguenze.

C’è solo una certezza: qualunque iniziativa intraprenderanno i devastatori incontreranno la determinazione di un movimento popolare deciso come non mai a resistere.

Sarà durissima, per loro!