di Antonello Brunetti
Nell’ultima seduta del Consiglio comunale di Pozzolo Formigaro il sindaco Roberto Silvano ha detto: “Rfi a Carrosio ha spiegato che la linea ferroviaria del Terzo Valico serve al porto di Genova, per collegarlo con Rotterdam. Dice che c’è un incremento annuo del 2,5% nel traffico merci nello scalo ligure”.
“Questo lo sappiamo da tempo – avrebbe replicato il consigliere di minoranza Stefano Silvano – ma piuttosto Cociv vi ha fornito il piano finanziario dell’opera e l’analisi costi-benefici che devono dimostrare l’utilità dell’opera? Anche con l’incremento citato siamo lontani dai 4 milioni di container previsti per il 2020 necessari per giustificare il Terzo valico”.
Il sindaco ha sostenuto che “ a Carrosio, il rappresentante di Rfi ha affermato che il documento fa parte dello studio di impatto ambientale, ma finora nessuno lo ha mai visto.
Puntualizziamo questi due aspetti: 1 – incremento merci, 2 – analisti costi-benefici.
1 – L’11 febbraio abbiamo comunicato su questo sito: Sono stati finalmente resi noti i dati sull’attività del porto di Genova per tutto il 2013.
Il quantitativo di merci rispetto al 2012 è calato da 51,4 milioni di tonnellate di merci a 49,5, con una riduzione in percentuale del 3,7.
Per quanto riguarda i container non si è giunti ai 2 milioni come i dati di metà anno lasciavano prevedere. In totale 1.988.013 teu, che, rispetto ai 2.064.806 del 2012, equivale anche in questo settore a un – 3,7%.
Attenzione, sono i TEU che girano per il porto, non quelli che vanno su treno, che sono molti meno! Presumibilmente, e largheggiando, non più di 200.000 prendono la via ferrata per raggiungere la Valle padana.
Sulla base di questi dati, forniti dal porto di Genova restiamo basiti dinanzi alle affermazioni di Rfi.
Non c’è nessun aumento sia nel trasporto via container, sia nel tonnellaggio complessivo di merci: il dato, causalmente coincidente, parla chiaro: PER IL 2013 C’É STATO UN CALO DEL 3,7% ! Sorprende anche il fatto che le Amministrazioni comunali non ne siano a conoscenza!
A onor del vero va detto che la notizia non è stata evidenziata su nessun giornale; che è apparsa in netto ritardo rispetto ai soliti riepiloghi annuali; e che, soprattutto, – a meno che il mio computer non faccia le bizze – oggi è scomparsa dalle tabelle genovesi. Se si cerca il dato complessivo 2013 non lo si trova più.
Sul quantitativo delle merci e dei container vorrei ricordare un aspetto che sino a tre mesi fa non conoscevo.
“L’imbarco e lo sbarco dei vuoti alleggerisce dal punto di vista statistico il forte passivo dovuto alla impossibilità per il 2013 di raggiungere i due milioni di container”.
Avevo sempre pensato che i container viaggiassero pieni nei due viaggi di andata e ritorno, con una minima percentuale di vuoti. Invece pare che i vuoti rappresentino il 40% del traffico container e ciò modificherebbe notevolmente il dato finale della quantità di merci movimentate.
Quindi se il dato annuale è sui due milioni, va meglio precisato che i container pieni sono 1.200.000 e 800.000 quelli vuoti.
2 – Sulla misteriosa analisi costi-benefici ripropongo quanto scrive MARCO PONTI: Grandi opere al buio: i misteri del Terzo Valico. Tra Genova e Milano si costruisce una linea ad Alta velocità , ma nessuno ha mai calcolato se è utile e se vale il costo previsto di 6 miliardi.
Tanto paga lo Stato!
Una grande opera è stata avviata con un sostanziale silenzio mediatico: si chiama Terzo Valico, un tunnel ferroviario tra Genova e Tortona, pensato per le merci del porto di Genova, e che in futuro potrebbe anche divenire una linea Alta velocità fino a Milano. Si chiama “Terzo valico” perché di linee ferroviarie ce ne sono già due, fortemente sottoutilizzate. Oltre a questa comunanza con la Torino-Lione, anch’esso affiancato da una linea sottoutilizzata, il progetto costa molto caro (oltre 6 miliardi, rispetto agli 8,5 della To-Li). Però la dovremo pagare interamente noi: è una tratta nazionale, quindi niente contributi da altri paesi né dalla Unione europea. Persino l’ingegner Mauro Moretti, amministratore delle Ferrovie dello Stato, l’aveva dichiarata un’opera inutile in un convegno, poi è stato sgridato per questa libertà che si era preso in pubblico dall’ex-ministro dei Trasporti Pietro Lunardi.
L’appalto è stato assegnato molti anni fa senza gara al Cociv. Ci si aspetterebbe che al pubblico, agli amministratori e politici locali e a quelli dello Stato centrale, siano state fornite analisi economiche e finanziarie che dimostrino che non solo l’opera serve in relazione al suo elevato costo, ma che sia prioritaria rispetto ad altre. Infatti queste analisi servono proprio a quello, soprattutto in una situazione di soldi pubblici scarsi.
Lo scrivente ha cercato questi documenti economici, però non ho trovato nulla di nulla. Ma é stato trovato un graziosissimo documento di istruzioni su come l’opera deve essere presentata al pubblico da parte dei promotori. Anche lì, nessun cenno a dati economici o finanziari, o anche solo a previsioni dettagliate di domanda futura. L’opera é utile “in se”, metafisicamente; che altro serve sapere? Poi il vasto pubblico non capirebbe quelle analisi complicate…. Inoltre può essere molto dannoso fornire argomenti ai perfidi nemici del progresso, dell’occupazione, del Porto, ecc., insomma della Patria, che poi magari leggerebbero quei dati in modo malevolo.
Una volta fui consultato da due giovani ingegneri che erano stati incaricati di fare una analisi costi-benefici dell’opera. Ingenuamente chiesero: “Ma lei, che é così pratico di queste analisi, non può
mica consigliarci qualche modo per far venire positivi i risultati? Noi ci abbiamo provato, ma non ci si riesce proprio!”.
I numeri in gioco sono tragici, con ricavi da traffico previsti inferiori al decimo di quanto investito. E allora il ministero dello Sviluppo guidato da Corrado Passera (nella persona del suo viceministro Mario Ciaccia), prese una decisione: basta perder tempo, non occorre nessuno schema finanziario (scartoffie!), pagherà il 100 per cento lo Stato, cioè noi. Il Sole 24 Ore, nello stesso periodo, pubblicò un articolo di lodi a una proposta di sconti fiscali dedicati alle “Grandi Opere”, articolo che conteneva questa perentoria affermazione: “In questo modo si potranno anche realizzare opere molto costose e con poco traffico”.
L’ironia, si sa, non è patrimonio di tutti. Intanto i cantieri sono partiti, che é quello che davvero interessa a costruttori e politici. Non si sa se ci saranno i soldi per finire l’opera, cosa che vale per quasi tutte queste iniziative.
Gruppi locali protestano per i danni ambientali. Ottima cosa per il Cociv! I costi per risarcirli generosamente, e con molta pubblicità, vanno addossati alla Stato, come anche le compensazioni ai Comuni, e poi sono assolutamente irrilevanti rispetto al valore dell’appalto.