Federico Fornaro e Daniele Borioli, i due senatori alessandrini nominati al Senato della Repubblica dal loro partito in segno di riconoscimento del loro servilismo decennale, hanno nuovamente preso parola sulla questione Terzo Valico.
Andate in pace. Amen.
E lo hanno fatto nuovamente in compagnia del Senatore Stefano Esposito, il ragazzaccio di strada (come lui stesso si definisce) più detestato, deriso e beffeggiato di tutta la Valsusa.
I tre moschettieri Sì Tav si accollano ovviamente il merito della sospensione del cantiere di Voltaggio e facendolo riconoscono, finalmente, che in Valsusa fra il 2005 e il 2006 furono commessi degli errori con una sequela di inopportune forzature che prepararono il terreno propizio all’insediarsi delle frange più estremiste del movimento No Tav.
Amen.
Quella delle frange più estremiste è la solita barzelletta che Esposito racconta da anni, non riuscendo a racapacitarsi di come una valle intera si opponga con corenza e dignità, da più di vent’anni, ad un progetto inutile e devastante come il Tav Torino – Lyon.
Ovviamente a questo si accompagna che per l’ennesima volta viene decantata l’utilità dell’opera (Il Terzo Valico) e la certezza che verrà realizzata nel rispetto del territorio, ecc, ecc, ecc…
Non lo vogliono e non lo possono dire, ma i tre moschettieri se la stanno facendo sotto e sono ben consapevoli che quella massa informe chiamata Partito Democratico è ormai l’oggetto più detestato del basso Piemonte. Si rassegnassero i servi di partito, il Terzo Valico non riusciranno a costruirlo, né con le buone, né con le cattive.
Adesso, dopo aver preso una compressa di Malox, leggetevi pure il comunicato dei tre assidui lavoratori.
Un passo avanti per il Terzo Valico
L’esito dell’incontro tenutosi lunedì a Roma, tra gli amministratori locali interessati dal Terzo Valico e le strutture tecniche del Ministero dell’Ambiente, ha prodotto il risultato che anche noi auspicavamo con il nostro intervento: consentire agli enti locali di chiedere, e ottenere, tutte le garanzie necessarie per la tutela della salute, del territorio e dell’ambiente, indispensabili affinché le attività possano essere avviate e svolgersi in un clima positivo di confronto.
Prendere qualche tempo in più per affinare gli approfondimenti tecnici, perfezionare le procedure e informare al meglio le comunità locali, non significa “perdere tempo”, ma evitare il rischio di ripetere anche nel contesto della Valle Scrivia e della Val Lemme gli errori che, tra il 2005 e il 2006, furono commessi in Val di Susa: una sequela di inopportune forzature, che prepararono il terreno propizio all’insediarsi delle frange più estremiste del movimento No Tav.
Al di là delle polemiche a caldo, che sempre accompagnano vicende così complesse, siamo certi che l’atteggiamento con cui abbiamo sempre con coerenza sostenuto la necessità dell’opera (sino a promuovere e votare in Senato, nel giugno scorso, un suo significativo rifinanziamento) e, al tempo stesso, l’esigenza che essa si realizzi nel massimo rispetto del territorio e delle istituzioni locali e dei cittadini, rappresenti la strada migliore da seguire.
Sen. Daniele Borioli
Sen. Stefano Esposito
Sen. Federico Fornaro