
di Antonello Brunetti
Ora interviene la CISL pronta a “entrare in conflitto” (?)
Lo avevano dichiarato 10 giorni fa: dobbiamo convincere (affabulando, contando balle, reinventando strategie di rilancio economico demenziali basate sulle grandi opere superprotette dalla legge OBIETTIVO di infausta memoria berlusconiana-lunardiana), i cittadini che non sono mai stati coinvolti, ad accettare – pagando per di più di tasca propria – la distruzione del loro territorio, della loro vivibilità, della loro salute.
Ed ecco articoli dei pennivendoli, convegni a gogò, prese di posizione della curia genovese, governatori e sindaci in prima fila, e così via.
L’ultima di ieri la dichiarazione, a conclusione del convegno ligure della Cisl , in quel di Santa Margherita, con Migliorini e Bonanni alla perenne ricerca di incarichi politici nella corte Berlusco-montiana.
Che cosa hanno concluso?
“Subito il terzo valico per il rilancio”
e poi “NON ci si può attardare ulteriormente nella realizzazione di opere già decise e finanziate come Gronda e Terzo Valico, a costo di entrare un conflitto con quelle istituzioni che non ottemperano a ciò». “Le grandi opere infrastrutturali costituiscono un volano importante per l’economia in questo momento di crisi” “Devono assicurare nel tempo la competitività del sistema ligure rispetto ai porti del nord Europa».
A chi è contrario al Terzo Valico la CISL chiede: «è più sostenibile dal punto di vista ambientale una galleria ferroviaria o un’autostrada dove passano migliaia di camion tutti i giorni»?
CI SONO TRE AFFERMAZIONI DISCUTIBILI
Vediamo la terza: anzitutto non è una semplice galleria, ma un’opera che presenta un sacco di criticità sia in montagna che in pianura, criticità che in vent’anni il Cociv non ha esaminato ancora ignorando con arroganza ogni richiesta di confronto o che ha affrontato in modo pasticciato e confuso. Preoccupa il fatto che la Cisl voglia seguire la stessa metodologia ponendosi al disopra delle istituzioni non accomodanti.
Tutti siamo d’accordo che per il trasporto merci sia meglio il treno rispetto ai camion. Fa piacere che in questo caso si lasci perdere la buffonata, per di più irrealizzabile, del supertreno Voltri-Tortona per i passeggeri. Ma cosa c’entra il Terzo Valico con le merci?
Viaggiare più veloci? Trasportare un sacco di merci? Mancanza di valichi?
Le merci su treni non hanno bisogno di velocità ma di organizzazione (ad esempio non le sei ore per percorrere il tratto Sampierdarena-Voltri).
Non ci sono merci; anziché i 4 milioni di teu previsti per il 2012, non arrivano neppure a 30.000 i contenitori annui che superano l’Appennino.
Abbiamo già cinque valichi, tre dietro Genova, uno a Savona e uno a La Spezia. Questo sarebbe il sesto, totalmente inutile poiché le attuali linee così come sono adesso possono trasportare 3 milioni di teu e, se ammodernate, ben 5 milioni.
Vediamo la seconda
Gli studi degli ultimi due anni parlano di un crollo del trasporto merci (privo quindi di lavorazioni supplementari) e soprattutto la totale indifferenza dei porti del nord di ricevere via binari dall’Italia un massimo, ammesso che ci siano contributi adeguati mai in passato concessi, di 300.000 container.
Vediamo la terza
L’unico volano che abbiamo verificato nelle grandi opere è quello di un potere sempre più forte delle grandi ditte e delle banche, a cui si sono asserviti i partiti e i sindacati.
Un’opera inutile, super solo nella gigantesca spesa assai superiore allo standard europeo, con conseguenze paurose su ambiente, salute ed etica, è un volano solo per la cricca che la parassita da due decenni.
Il rilancio economico non ha bisogno di linee veloci, ma di una programmazione seria che ci faccia fare qualche passo indietro, quando si teneva di vista il bene comune e la piccola e media impresa.
Ho visto che a commento di un sito genovese, un pro Terzo Valico ha replicato alle nostre proposte con un commento da minorato mentale, ossia “bla, bla, bla!”.
Siamo ripetitivi? Forse, ma visto che nessuno replica sulle argomentazioni che portiamo, a maggior ragione ripetiamo ciò di cui siamo fermamente convinti. Se vogliamo fare un investimento di quasi 7 miliardi di euro, creando almeno 30.000 occupati e non i 2.000 o i 4.000 che Burlando cita alternandoli a seconda di come gli viene.
L’Italia non ha bisogno di opere “lunardiane” ma di
– treni efficienti per milioni di pendolari
– risanamento idrogeologico
– sostegno all’artigianato e alla piccola industria
– un’agricoltura presidio ambientale e con produzioni locali sane e motivate
– rilancio dell’edilizia nei settori scolastici, nel recupero dei centri storici e contro gli
sprechi energetici
– tutela e valorizzazione dei beni culturali e ambientali
– sistema formativo e sanitario all’altezza dei bisogni e della dignità di un paese civile
La lotta contro il TAV – Terzo Valico non è solo in difesa della terra e della salute, ma anche una battaglia per decidere un futuro diverso per tutti noi e per il nostro territorio, da immaginare e costruire insieme.