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Novi, i pendolari discutono con i No Tav

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

L’assemblea pubblica tenuta ieri sera a Novi Ligure riveste importanza per via dell’inedita combinazione No Tav – pendolari. Convocata congiuntamente da entrambi i comitati, è stata un’occasione per fare il punto sulla disastrata situazione del trasporto pubblico locale e per offrire a chi quotidianamente prende il treno per recarsi al lavoro un quadro esaustivo del progetto del Terzo Valico e di come questo interferirebbe con i loro spostamenti quotidiani. È stato sfatato il mito dell’opera utile ai pendolari, non prevedendo fermate intermedie, e sono stati analizzati da Genova a Tortona i punti in cui le due linee, incrociandosi, produrrebbero in fase di esecuzione lavori notevoli disagi per i pendolari. Da Genova, in cui le ferrovie prevedono almeno 40 giorni di stop totale sulle linee per i lavori del Tav, per arrivare alle altre interruzioni su cui non si sa ancora nulla: tra Serravalle e Novi all’altezza della Barbellotta, tra Novi e Pozzolo sulla linea per Tortona e anche su quella per Alessandria, tra Pozzolo e Tortona all’altezza di Rivalta, infine nei pressi dell’abitato di Tortona.

È emerso un quadro in cui le istituzioni locali e regionali, attori responsabili dei tavoli in cui si decide la sorte dell’utenza ferroviaria, latitano tanto con i rappresentanti dei pendolari quanto con i No Tav.

Addirittura a Novi non si riesce nemmeno a fare quello che per i comuni dell’acquese è la prassi, ovvero riconoscere l’associazione pendolari come interlocutore del Comune, pubblicandone i contatti sul sito e sostenendone le iniziative. Gli orari da anni non vengono più concordati con l’utenza, che deve subire continui tagli imposti dall’alto che rendono un calvario gli spostamenti quotidiani.

Quello che è necessario capire è che se già oggi la situazione economica delle ferrovie e degli enti locali non lascia scampo al trasporto pubblico locale, la politica di investimenti sulle grandi opere non farà che peggiorare la situazione. Come spiegato già da molti anni da esperti del calibro di Ivan Cicconi, le ferrovie investono il 95% delle loro risorse nelle grandi linee utilizzate dal 5% dell’utenza, mentre viceversa riservano un misero 5% del bilancio agli investimenti sulle linee ed il materiale rotabile utilizzato dal 95% dei pendolari. Le grandi opere, e tra queste il Terzo Valico, oltre ad essere devastanti per l’impatto sul nostro territorio, sono anche una macchina di debito che non farà che peggiorare, in fase di esecuzione lavori e anche e soprattutto in fase di utilizzo, se mai ci si arriverà, la condizione di chi quotidianamente prende il treno per lavoro e anno dopo anno si sveglia sempre più presto per tornare a casa sempre più tardi.