Questa mattina gli studenti e le studentesse di Alessandria si sono ribellati ai famigerati test Invalsi. Prima ancora del suono della campanella decine di studenti si sono ritrovati davanti ai propri istituti per cominciare una lunga giornata “no invalsi” con striscioni, volantini e molta rabbia. Non sono servite le minacce che presidi e insegnanti hanno rivolto nei confronti degli studenti, intimandoli di abbandonare la protesta e di non boicottare le prove Invalsi. Queste minacce sterili non hanno impaurito i contestatari che, durante lo svolgimento delle prove hanno staccato gli adesivi con il codice identificativo, strappato pagine, lacerato parti dei test e scritto su di essi frasi in opposizione alle prove. Alcuni giovani ribelli dell’istituto “A.Volta” sono stati minacciati da insegnati e vice preside e sono stati presi provvedimenti disciplinari nei loro confronti. Chi pensava di placare la rabbia della giornata ha invece riscontrato ancora più indignazione nell’istituto dopo che si è sparsa la voce dei provvedimenti nei confronti di alcuni compagni di scuola. Quello del “Volta” non è un caso isolato. Anche all’istituto “Saluzzo” il preside è personalmente passato in ogni classe seconda tentando di impaurire coloro che avevano deciso di opporsi. Simili fatti sono accaduti al liceo scientifico “G. Galilei”. A quanto pare la rabbia degli studenti è maggiore rispetto alla paura che dei burattini nelle mani del Ministero dell’Istruzione tentano di diffondere tra chi, seppur molto giovane, decide di combattere per il proprio futuro chiedendo una scuola alla portata di tutti, a misura di studente e senza meccanismi privatistici e aziendali all’interno della scuola pubblica. Questo 13 maggio sembra essere la prima tappa di un percorso che porterà studenti e studentesse da tutta Italia a scendere in piazza l’11 luglio a Torino, per boicottare il vertice che tratterà temi riguardanti la disoccupazione giovanile e che getterà le basi per un autunno di lotta molto caldo.