Partigiani della nostra terra. Dietro questo striscione tremila persone hanno invaso sabato scorso le strade di Arquata Scrivia per ribadire ancora una volta l’opposizione alla costruzione del Terzo Valico. Tutte e tutti insieme donne, uomini, anziani e bambini hanno percorso in lungo e in largo le strade del paese simbolo della resistenza alla costruzione di un’opera inutile, devastante per il territorio e pericolosa per la salute di tutti. Dopo la giornata di mercoledì in cui il movimento era riuscito per l’ennesima volta ad impedire l’esproprio del presidio No Tav – Terzo Valico di Radimero è arrivata la prova di forza di sabato con cui la resistenza No Tav ha dimostrato di non venire minimamente scalfita dal passare del tempo. Giova ricordare che la prima marcia di popolo contro la linea ad alta velocità avvenne nove anni fa nell’aprile del 2006 e oggi a distanza di tutto questo tempo prosegue con sempre maggior vigore la mobilitazione dei cittadini della valle Scrivia e delle altre valli interessate dal progetto.
Il lungo serpentone ha sfilato anche per i luoghi colpiti dall’alluvione dello scorso autunno rendendo evidente l’assurdità di voler spendere 6,2 miliardi di Euro a preventivo per un’opera inutile a fronte di un territorio che frana e avrebbe bisogno di seri interventi contro lo stato avanzato di dissesto idrogeologico. Tanta è stata anche la solidarietà arrivata da altri territori con la presenza di delegazioni provenienti dal Movimento No Tav valsusino, dai comitati contro il Tav Brescia – Verona, dai comitati No Tav del Brennero, dal comitato veneziano No Grandi Navi e da numerose delegazioni in lotta per il diritto alla casa e al reddito provenienti da Alessandria, Torino, Roma e Bologna.
Lungo il percorso della marcia è stato rivolto un saluto ai sedici attivisti dei comitati No Tav – Terzo Valico liguri impossibilitati a partecipare alla manifestazione in quanto colpiti dalla misura del foglio di via a seguito della marcia popolare del 5 aprile dell’anno scorso. Uno strumento repressivo che al pari di processi, denunce e manganellate non è riuscito a fiaccare la resistenza popolare alla costruzione dell’opera.
Sulle note di Bella Ciao la marcia si è conclusa in Piazza Santo Bertelli dove è stata lanciata forte e chiara la richiesta rivolta al Governo Renzi di chiudere immediatamente i cantieri del Terzo Valico, di cancellare “la criminogena” legge obiettivo, il decreto sblocca Italia e destinare i fondi a favore della cura del territorio e di spese sociali quali casa, scuola, reddito e sanità. Anni di lotta hanno insegnato a tutti che non bisogna farsi troppe illusioni. Tanta è la consapevolezza che solo dal basso sarà possibile mettere in discussione le grandi opere e costruire un futuro rispettoso delle comunità locali.
A pochi giorni dalle celebrazioni del 25 aprile e della liberazione dal nazi fascismo migliaia di partigiani dei nostri giorni hanno dimostrato ancora una volta di essere determinati a resistere un minuto in più di chi vorrebbe devastare per mere ragioni di profitto i nostri territori. Bisogna continuare a lottare, quella della resistenza popolare è una strada faticosa e in salita ma è l’unica che può davvero riuscire a fermare il Terzo Valico e il sistema delle grandi opere. Con la generosità di sempre bisogna preparare nuovamente i cervelli, i cuori e le pance per resistere ai prossimi tentativi di esproprio. Fermarli è possibile, farlo tocca come sempre a noi.
Pubblichiamo un video riassuntivo della giornata e una selezione delle tantissime fotografie che stanno girando in rete in queste ore
A questo link è possibile leggere le dirette che hanno coperto la marcia popolare e pubblichiamo ancora due articoli che meglio di altri hanno saputo cogliere, a nostro avviso, il significato della giornata di sabato 18 aprile.
da Il Manifesto di domenica 19 aprile
«Terzo Valico inutile e dannoso» Ad Arquata tutto il paese in corteo
— Mauro Ravarino , ARQUATA SCRIVIA (ALESSANDRIA), 18.4.2015
No Tav. In tremila sfilano nel comune del basso Piemonte. Sul percorso fino a Tortona le spese sono esplose e fra poco partiranno gli espropri. «Alla fine vinceremo»
Il sole è arrivato per ultimo, quando la piazza della stazione di Arquata Scrivia era già piena. A quel punto, il corteo è partito con slogan e striscioni contro la realizzazione del Terzo Valico, un’opera che qui, nel Basso Piemonte, la popolazione considera «inutile e dannosa». Alle origini, nel 1991, la linea ferroviaria ad alta velocità e capacità doveva collegare Genova a Milano, con gli anni il percorso si è accorciato a 53 chilometri (dal capoluogo ligure a Rivalta Scrivia, vicino Tortona) mentre i costi lievitavano: 6,2 miliardi di euro, 115 milioni di euro al chilometro.
È un’opera considerata tuttora strategica dal governo Renzi, nonostante il neo ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio abbia recentemente messo in critica il sistema delle grandi opere, dopo lo scandalo tangenti sollevato dalla Procura di Firenze, che coinvolgerebbe anche gli appalti del Terzo Valico. Ma la Torino-Lione e la Genova-Rivalta Scrivia restano in programma. Una contraddizione di fondo che i No Tav contestano profondamente. Ieri, per dire no al Terzo Valico e alle mega opere, sono scesi in piazza ad Arquata tremila persone. C’erano tutti i comitati delle valli alessandrine Scrivia e Lemme e di quelle genovesi Verde e Polcevera, direttamente interessate dal percorso ferroviario che andrebbe a sommarsi agli attuali due valici dei Giovi e ripercorrerebbe l’antica via romana Postumia. Sono, inoltre, arrivati pullman dalla battagliera Val di Susa e da Brescia e Verona. E gli attivisti del movimento per la casa di Bologna e Roma.
In via Roma, nel cuore del paese, dal balcone di un palazzo a più piani, anche una bambina si è messa a sventolare la bandiera bianca con il treno crociato. Il corteo si è bloccato come in un fermo fotogramma, ha alzato lo sguardo ed è esploso in un applauso emozionato. «Siamo grandi solo se insieme – ha detto a fine marcia, Nicoletta Dosio, storica No Tav valsusina –, dal Nord al Sud del Paese è in atto una ricomposizione sociale che collega diversi territori e rivendicazioni».
La protesta contro il Terzo Valico denuncia i rischi per l’ambiente e la salute, dall’amianto contenuto nelle montagne tra Piemonte e Liguria ai pericolo per le falde acquifere di Arquata e Novi Ligure. Claudio Sanita, arquatese e voce del movimento contro il Terzo Valico, esclama: «Vedrete, questa partita la vinceremo noi. Delrio, Renzi e tutti i sostenitori di questo ecomostro sappiano che non ci fermeremo mai. Noi chiediamo che blocchino subito quel ricatto che è la berlusconiana legge obiettivo».
Nelle prossime settimane la lotta potrebbe riaccendersi in concomitanza con gli attesi espropri in zona Radimero, dove ha sede il cantiere Tav ad Arquata. Espropri che il movimento ha dichiarato di voler fermare.
da alessandrianews
Arquata saluta il Movimento No Tav
Ieri pomeriggio una manifestazione colorata e pacifica ha invaso le vie della cittadina della valle Scrivia. Le solitamente tranquille vie del borgo risuonavano di musiche, di risate, di cori contro “Il Treno” e di canti che da ormai un decennio sono colonna sonora delle marce No Tav.
ARQUATA SCRIVIA – Il silenzio. È il silenzio che riempie le strade di Arquata, la cosa che più colpisce dopo il passaggio della manifestazione No Tav. Soltanto pochi minuti prima, quelle stesse strade erano tutt’altro che silenziose. Le solitamente tranquille vie del borgo risuonavano di musiche, di risate, di cori contro “Il Treno” e di canti che da ormai un decennio sono colonna sonora delle marce No Tav.
Sì perché la prima grande manifestazione del movimento No Tav a Arquata Scrivia, fu organizzata nel mese di aprile del 2006 e da allora, soprattutto nella percezione degli arquatesi verso il comitato, molto è cambiato.
Molti negozi, allora, restarono chiusi per timore di atti vandalici. Le voci in paese parlavano di squadroni No Tav in assetto da guerra, pronti a devastare la già non troppo in forma Via Libarna. Le anziane signore affacciate al balcone, i passanti capitati lì per caso, sfoggiavano i loro migliori sguardi severi.
Oggi quelle stesse signore, più anziane di nove anni, sfruttano l’altezza del loro balcone, spesso decorato da bandiere No Tav, per fare le foto migliori del serpentone colorato che sfila sotto casa. I passanti non capitano più per caso, ma per aggregarsi alla manifestazione.
I proprietari dei bar non abbassano più le loro serrande, hanno capito che la cosa peggiore che può capitare loro, è vendere qualche birra in più rispetto a un normale sabato pomeriggio.
All’interno del corteo c’è chi è soddisfatto del numero di persone in marcia, c’è chi invece ne avrebbe volute di più. C’è chi conta il numero di manifestazioni a cui ha partecipato. C’è chi spiega al vicino perché il Terzo Valico è inutile, cercando di convincerlo di cose di cui è probabilmente già convinto. Ci sono tanti bambini, alcuni di loro giocano con le bandiere bianche e rosse del movimento. Altri tengono per mano genitori fieri di trasmettere ai propri figli valori di condivisione e attaccamento alle proprie radici.
Qualche giorno fa il comitato No Tav ha respinto il tentativo di esproprio del presidio di Radimero. Gli sguardi, forse un po’ stanchi delle persone nelle prime file del corteo, raccontano di giorni faticosi, ma che ognuno di loro ricorderà per molto tempo.
Non importa quale posizione si abbia nei confronti del Terzo Valico, quello che traspare da queste giornate, è la passione che giovani e anziani mettono nella loro missione, quanto sia profondo l’amore di queste persone per il proprio territorio.
E quanto sia bella Arquata così colorata e rumorosa.
19/04/2015 Enzo Ventriglia