Questa è stata una settimana impegnativa per il Movimento per la Casa che ha impedito l’esecuzione di due sfratti.
Mohamed, da venti anni in Italia, da venti anni in Alessandria, da venti anni residente nello stesso appartamento, nell’ultimo periodo ha perso il lavoro e ora si aggiusta come può con lavoretti occasionali o a breve termine. Questa situazione economica non gli ha permesso di continuare a pagare l’affitto e immediatamente è arrivata l’ingiunzione di sfratto.
Nonostante la domanda di casa popolare, nessuna alternativa gli viene offerta se non il dormitorio per qualche giorno e poi la strada. Alle minacce di richiesta di forza pubblica da parte dell’ufficiale giudiziario e alle parole offensive e razziste dei proprietari Il Movimento ha risposto con fermezza impedendo il rilascio dell’immobile.
Monica e la sua famiglia stanchi di aspettare quel miraggio chiamata casa popolare, dopo anni e anni di attesa si sono trovati costretti ad occupare, in alternativa alla strada, uno dei numerosissimi alloggi lasciati in stato di abbandono da parte dell’ ATC.
La loro condizione di occupanti non gli permette di accedere alle liste per la casa popolare e la situazione lavorativa precaria, con contratti brevi di lavoro alternati a periodi di disoccupazione, non permette loro di pagare un affitto. Le soluzioni alternative offerte come sempre sono inesistenti, ma con il costante supporto offerto dalle famiglie organizzate con il Movimento, un altro rinvio è stato ottenuto.
Le dichiarazioni rilasciate ieri dall’assessore alle politiche sociali Piervittorio Ciccaglioni sono emblematiche di come la giunta abbia intenzione di affrontare il problema abitativo di questa città: colpire chi è già in difficoltà con l’esecuzione di sfratti delle occupazioni abitative. Dice anche che verranno fatti rilasciare gli immobili solo se ci saranno soluzioni alternative per la famiglia, continua però affermando che l’integrità del nucleo famigliare non verrà garantita. Questo è il punto cruciale, al quale il Movimento si è sempre opposto con fermezza.
Lo smembramento con dormitori separati per mamme e bambini da un lato e padre dall’altro è una soluzione inaccettabile che creerà sovraffollamento dei dormitori già stracolmi, un calcio alla dignità delle famiglie che saranno costrette a separarsi con enormi ripercussioni per la salute psichica dei minori. Il passaggio più (idicolo è quando l’assessore afferma di aver ereditato il problema.
Essendo stato lui in prima persona il vertice di ATC, è stato uno dei diretti responsabili della scellerata gestione delle case popolari, lasciate vuote, in stato di abbandono e inutilizzabili.
Una famiglia che sceglie di occupare un alloggio popolare lo fa per necessità, in mancanza di alternative, non certo per divertimento. Il semplice fatto che ci siano numerosissime case vuote e altrettante persone e famiglie senza una casa dimostra che ATC comune e assessori competenti perseverano nel non voler risolvere il prolema. La soluzione a nostro avviso è molto semplice: assegnare ogni casa popolare vuota ad una famiglia che ne ha diritto e bisogno. Regolarizzare le occupazioni per necessità. Sfrattare solo se è garantita una soluzione alternativa degna che mantenga l’integrità del nucleo famigliare.
CASA PER TUTTI SFRATTI PER NESSUNO
Movimento Per la Casa