In una tranquilla mattina di sabato, durante il volantinaggio per la fiaccolata di questa sera contro il terzo valico e in solidarietà a chi ha resistito agli espropri, è arrivata una segnalazione che riguardava il passaggio di numerosi camion diretti al casello di Vignole e provenienti dalla Val Lemme.
Dalla segnalazione si è capito subito che erano camion di una ditta nota per trasportare materiale da e per il cantiere di Voltaggio, la Franzosi di Tortona; rispetto agli altri giorni, la differenza sembrava farla una “fantomatica” lettera “a” nera su sfondo di colore verde attaccata sulle fiancate.
La cosa è sembrata strana, perché era sabato ed era in vigore un divieto di transito ai mezzi pesanti.
Sapendo che con il Terzo Valico la deroga è un’abitudine, si è pertanto ritenuto necessario capire meglio cosa stava succedendo, soprattutto se stavano effettivamente lavorando con destinazione cantiere di Voltaggio.
Ne è seguita pertanto una verifica, grazie anche alla disponibilità di qualche buon volenteroso della Val Lemme, che tenendosi in contatto con Arquata ha permesso di dare riscontro dei passaggi delle targhe che gli venivano via via segnalate.
Appurato che i mezzi provenienti dall’autostrada andavano al cantiere di Voltaggio e viceversa (alcuni, invece, si fermavano nel piazzale della Cementir di Arquata), occorre ora interrogarsi se tutto si è svolto regolarmente.
La risposta la potete immaginare, fosse anche solo per un cartello mancante, come da prescrizione del Ministero.
Analizziamo il contesto: il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ( http://www.mit.gov.it/mit/mop_all.php?p_id=16897 ) l’11/12/2013 (prot. n. 443) ha stabilito le direttive e il calendario per le limitazioni alla circolazione stradale fuori dai centri abitati per il 2014. Il decreto, all’art. 1, vieta la circolazione ai mezzi di massa complessiva massima autorizzata superiore a 7.5 t nei giorni festivi e, tra gli altri, dalle 16 del 1 agosto alle 22 del 2 agosto (punto p).
Dal divieto sono esclusi, purché muniti di autorizzazione prefettizia, alcune categorie di veicoli, e in particolare (art. 4 punto c) «i veicoli adibiti al trasporto di cose, per casi di assoluta e comprovata necessità ed urgenza, ivi compresi quelli impiegati per esigenze legate a cicli continui di produzione industriale, a condizioni che tali esigenze siano riferibili a situazioni eccezionali debitamente documentate, temporalmente limitate e quantitativamente definite».
Questi veicoli, autorizzati alla circolazione in deroga, «devono altresì essere muniti di cartelli indicatori di colore verde, delle dimensioni di 0,50 m di base e 0,40 m di altezza, con impressa in nero la lettera “a” minuscola di altezza pari a 0,20 m, fissati in modo ben visibile su ciascuna delle fiancate e sul retro» (art. 4, comma 2).
Inoltre, sul provvedimento autorizzativo (art. 6 c.1) sarà indicata (punto e) «la specifica che il provvedimento autorizzativo è valido solo per il trasporto di quanto richiesto e che sul veicolo devono essere fissati cartelli indicatori, con le caratteristiche e le modalità già specificate all’art. 4, comma 2.»
Infine, lo stesso art. 6, comma 2, precisa che per le autorizzazioni «relative ai veicoli da impiegarsi per le esigenze legate a cicli continui di produzione», la Prefettura «dovrà esaminare e valutare l’indispensabilità della richiesta, sulla base di specifica documentazione che comprovi la necessità, da parte dell’azienda di produzione, per motivi contingenti, di effettuare lavorazioni a ciclo continuo anche nei giorni festivi»
Inquadrata la situazione normativa, ecco cosa raccontano i fatti: dalle 11.03 alle 12.50 circa sono transitati per 8 volte 5 camion differenti (il primo, transitato alle 11.03 in direzione casello di Vignole, è tornato dal casello alle 12.08; altri due provenienti dal casello di Vignole alle 11.52, sono stati visti andare verso il cantiere di Voltaggio per uscirne praticamente subito, probabilmente ribaltando velocemente il proprio contenuto, dato che al ritorno verso il casello di Vignole, alle 12.49, avevano il cassone non più chiuso dal telone; entrati in autostrada, sono usciti a Serravalle e hanno proseguito fino a Tortona).
Numerosi camion erano passati prima, altri ne sono stati segnalati dopo; ma quasi 2 ore di osservazione sono stati più che sufficienti per fare nascere dei dubbi.
Dando per scontato che nessuno arriverebbe al punto di attaccare i cartelli prescritti senza avere la reale autorizzazione della Prefettura, la prima domanda che sorge spontanea guardando le foto è perché, nonostante il decreto del Ministero preveda che i cartelli debbano essere fissati in modo “ben visibile” anche sul “retro”, tutti e 5 i camion ne erano privi sulla parte posteriore (dove c’è la targa, potendo così testimoniare l’autorizzazione in caso di autovelox, telecamere di controllo del traffico o altro). Avendo la scontata autorizzazione, quale motivo potrebbe giustificare il rischio di prendere una sanzione? Semplice superficialità?
Sul parabrezza di un camion fa anche bella mostra di sè un foglio con su scritto “VEICOLO SOTTOPOSTO A FERMO”; anche in questo caso, non essendo leggibili gli estremi, propendiamo per l’ipotesi di un vecchio provvedimento lasciato lì come un “trofeo”.
Proseguendo le riflessioni, e sorvolando sul fatto che in una foto si vede un autista che telefona mentre guida, malcostume oramai diffuso ma di estrema pericolosità, quali saranno mai i casi di assoluta e comprovata necessità ed urgenza che la Prefettura ha esaminato per valutare indispensabile la richiesta, come previsto dal decreto ministeriale?
Forse che il Cantiere di Voltaggio, per un’opera che va a rilento e la cui conclusione, semmai avverrà, è prevista tra molti anni, non possa rinunciare a fermarsi nei giorni prescritti, come sono obbligati a fare tutte le altre imprese che hanno invece l’obbligo di bloccarsi per non aggravare il traffico vacanziero?
Esistono imprese di serie A e imprese di serie B?
E’ così complicato smettere di scavare per assenza di inerti, lasciare un guardiano e ripartire il lunedì, oppure usare per lo smarino le vasche di deposito dentro il cantiere per due giorni?
O più semplicemente è stata fatta solo una cortesia alla Lauro per farle recuperare il tempo “perso”, nonostante il provvedimento, fra l’altro solo sospeso, fosse partito dalla Direzione Investigativa Antimafia e nonostante le precise direttive del Ministero dei Trasporti?
E ancora, confidando che il camion che ha preso il biglietto dell’autostrada lo abbia fatto per esigenze tecniche che si spera essere rare, dando per certo che non aveva motivo di farlo per evitare il tracciamento che comporta il Telepass, perché COCIV ha presentato uno studio sulla sostenibilità del traffico del casello di Vignole, basato sulla capacità del Telepass di smaltire le richieste, se poi i camion di cantiere non lo usano e prendono un biglietto che comporta una sosta forzata sull’unico valico usato dai mezzi pesanti, risultando così di intralcio sia alle auto che agli altri camion della zona?
Se questo si dovesse ripetere in un giorno feriale, già soli 2-3 camion aggiuntivi causerebbero un pericoloso ingorgo che creerebbe non pochi problemi al normale traffico del casello e alla sicurezza del relativo incrocio con la strada provinciale.
I misteri del Terzo Valico continuano, le domande si ammucchiano, le risposte e la trasparenza latitano…