Indietro

Le condanne non fermano il Movimento No Tav

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Pubblichiamo da notav.info alcuni articoli relativi alla condanna inflitta ieri dal Tribunale di Torino e alla risposta di piazza organizzata dal Movimento No Tav. A loro la nostra solidarietà!

No Tav e vendetta di stato: 140 anni di condanne

Si è consumata oggi nell’aula bunker del Carcere delle Vallette la vendetta dello stato ai danni del Movimento No Tav.

Il tribunale di Torino, per voce del giudice Bosio, ha condannato 47 dei 53 No Tav a più di 140 anni complessivi di galera e ad un risarcimento che supera il centinaio di migliaia di euro, per i fatti del 27 giugno e del 3 luglio 2011. In tutto sono 6 gli assolti.

Questa sentenza conferma per molti dei No Tav le richieste dell’accusa e per altri la pena addirittura supera quella richiesta dalla Procura.

Confermate quindi le accuse per i reati di lesioni, danneggiamento e violenza con minaccia a pubblico ufficiale e vengono riconosciute le aggravanti per utilizzo di armi, lancio di corpi contundenti, travisamento, lancio di pietre, bombe carte e raggi di segnalazione. Le pene sono più alte per i fatti del 3 luglio rispetto a quelle del 27 giugno.

Condanne pesanti quindi, che vanno a confermare il teorema accusatorio di una Procura che ha dettato regole e modi del processo al Tribunale il quale, assolutamente passivo e asservito ai poteri in gioco, ha permesso che tutta una serie di forzature e intimidazioni ai danni dei testimoni avvenissero, senza battere ciglio. Il giudice Bosio aveva voglia di andare in pensione e chiudere la carriera assecondando i soliti noti (potenti,amici dei potenti e amici suoi) e così ha fatto.

Un regalo che viene chiaramente fatto all’oramai pensionato Caselli ex-procuratore capo di Torino e ideologo di questa persecuzione ai danni del movimento No Tav. Tutta la sua corte, e quella che lui serve da una vita, saranno pronti a dire che avevano ragione e che giustizia è stata fatta (dopo tutte le batoste che si sono presi in quest’ultimo anno). Volevano una condanna pesante per poter agitare ancora una volta il feticcio del Nemico Pubblico No Tav ma si sa, la credibilità agli occhi dei più se la sono oramai giocata da un pezzo e noi la nostra strada non abbiamo mai smesso di percorrerla, dimostrando che abbiamo ragione da vendere e loro torto marcio.

Quasi due anni di processo con udienze a cadenza settimanale e la chiara volontà di sanzionare una volta per tutte le pratiche di lotta che il movimento ha saputo rendere patrimonio comune in questa valle, questo è il significato di questo procedimento che oggi si è andato a concludere.

Consapevoli di questo da subito abbiamo fatto uscire la nostra voce da quelle quattro mura spoglie sempre presidiate da ampi contingenti di forze dell’ordine, e lo abbiamo fatto a modo nostro, tutti insieme.

Abbiamo raccontato la storia del nostro movimento, con estremo orgoglio ed emozione, ripercorrendo quei giorni di lotta a partire dal 27 giugno 2011, quando in centinaia difendemmo la Libera Repubblica della Maddalena fino ad arrivare al 3 luglio, giorno in cui in decine di migliaia si è tornati in Clarea per assediare il fortino tirato su, alla bene e meglio, dai solerti servi dello stato.

In questi anni abbiamo continuato a ripercorrere quei sentieri, continuando a praticare la lotta nelle forme più disparate, adeguandoci al nemico che nel frattempo al posto del “fortino” ha costruito una caserma militare vera e propria.

Gli imputati e le imputate sono stati forti e coraggiosi per tutta la durata del processo, non si sono fatti intimidire ed insieme hanno affrontato quell’aula abitata da miserabili figure, senza fare un passo indietro anche a fronte delle più ardite minacce.

Questa condanna oggi viene data al Movimento No Tav tutto, perché dopo decenni ancora non abbassiamo la testa e continuiamo a lottare, forti della ragione e della volontà (mai negoziabile) di difendere la nostra valle e le nostre vite.

E’ la vendetta della stato alla nostra Resistenza e alla testardaggine che continuiamo a dimostrare, mettendo in discussione un sistema corrotto e ingiusto.

Ripartiamo da qui, senza alcun rimorso!

Solidarietà a tutti i condannati!

Ci vediamo alle 18 a Bussoleno, di fronte al negozio di Mario il barbiere (a pochi metri dalla stazione).

ps: in questo momento i No Tav stanno improvvisando un blocco di fronte al tribunale delle Vallette. Dalla serie…non ci fermerete mai!

Le condanne non ci fermano: bloccata l’autostrada

Se qualcuno pensava di intimidire i notav ha sbagliato i calcoli. Non bastano 140 anni di condanna per toglierci la voglia e le ragioni per lottare. Questa sera in centinaia ci siamo trovati a Bussoleno davanti al negozio di Mario il barbiere, uno dei condannati del maxiprocesso, per portare solidarietà a lui e a tutti. Un momento festoso, vissuto a testa alta nonostante risarcimenti ed anni di condanna, come si fa da queste parti.

Nel giorno in cui si è consumata la vendetta di stato, capace di dare a 53 notav più anni di galera degli autori del disastro del Vajont ( ben 130 anni in più), non ci siamo accontentati di stare fermi e in corteo ci siamo diretti verso l’autostrada, attraversando il centro storico di Bussoleno.
A metà strada un ingente numero di carabinieri e poliziotti ci ha sbarrato la strada, ma non hanno fatto i conti con i notav. Mentre una parte del corteo si fronteggiava sulla statale, un’altra parte di notav, dimostrando di conoscere a fondo il proprio territorio, con un abile mossa, è salita in autostrada dai campi vicini alla statale.
Una volta bloccata l’autostrada i notav hanno lanciato dei fuochi artificiali (artifizi pirotecnici micidiali?) e il popolo notav ha esultato sulla statale.
A quel punto le forze dell’ordine si sono accorte della sorpresa e sono intervenute massicciamente, quasi tutti sono riusciti a rientrare al corteo,tranne tre notav, che fermati e portati in questura e probabilmente rilasciati a breve. (agg.00:47 denunciati per: resistenza aggravata, danneggiamento aggravato, interruzione di pubblico servizio e accensioni pericolose)
E anche oggi, nonostante la giornata pesante, andiamo a dormire consapevoli che il cammino sarà ancora lungo ma partiremo e torneremo sempre insieme.