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La toponomastica secondo Cociv

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Da pochi giorni ad Arquata Scrivia sono comparsi nuovi cartelli griffati Cociv confezionati con tanto amore dalla ditta di cartellonistica Gise di Novi Ligure con sede in via Trattato di Roma numero 2. Trattasi di cartelli che con ogni probabilità servono a segnalare la strada che le ambulanze devono seguire per raggiungere il cantiere di Radimero nel caso dovesse esserci qualche incidente.

Fino a qui niente di strano non fosse che sotto la scritta 118 si può leggere “ACCESSO N 2 PIEMONTE “CASTAGNOLA”. Ora, come tutte le persone che abitano in Valle Scrivia sanno, Castagnola è una frazione del Comune di Fraconalto, la strada della Castagnola è una strada provinciale che collega la Val Lemme con Ronco Scrivia e il passo della Castagnola è uno dei passi dell’Appennino ligure che collega l’alta Vallemme con l’alta Valle Scrivia. Facendola breve Castagnola non c’entra un fico secco con Arquata Scrivia e Cociv ha sbagliato palesemente il cartello. Ha sbagliato e non solo una volta, considerato che è stato messo sia in corrispondenza di Via Moriassi che di Borgo Radimero.

Un piccolo errore che segnala però drammaticamente, ancora una volta, il modus operandi dei signori del Cociv e delle ditte subappaltanti. Non potremmo mai dimenticarci di quando piazzarono una trivella all’interno del campo di un signore di Serravalle senza nessuna autorizzazione a farlo e vennero cacciati. Oppure quando, sempre a Serravalle, entrarono nel campo di una famiglia No Tav con una ruspa e si fecero beccare con le mani nella marmellata. Oppure ricordiamo di come sia prassi scaricare chissà quali porcherie nel Polcevera a Pontedecimo o nel Lemme a Voltaggio. Gli esempi potrebbero continuare all’infinito ma ci fermiamo qua.

Segnaliamo solo come anche da queste piccole cose dimostrano l’alto grado di professionalità con cui sono impegnati ad eseguire i lavori di costruzione del Terzo Valico. D’altronde cosa aspettarsi da un consorzio il cui direttore, Marcheselli Pietro Paolo, è stato condannato a quattro anni e mezzo per traffico illecito di rifiuti?