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La terra non si espropria la dignità non si compra

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Se c’è una cosa che le donne e gli uomini che vivono nei territori interessati dal Terzo Valico hanno imparato a fare è a non credere a Cociv. Il consorzio costruttore del treno alta velocità/capacità (unico esempio nel mondo) è arrogante, prepotente e bugiardo a tal punto che persino i più accesi sostenitori della grande opera ne sono consapevoli. Al netto di questa premessa, durante la passerella che si è tenuta ieri ad Alessandria alla presenza del Ministro Lupi, Cociv avrebbe fatto appello ai Sindaci affinchè collaborino a convincere la gente che farsi espropriare è cosa buona e giusta, in particolar modo se la loro casa o terreno viene pagata ad un prezzo più elevato di quello di mercato. Quindi basta odiose letterine verdi che da Serravalle a Isoverde passando per Arquata, Borgo Fornari, Gavi, Pontedecimo e Trasta  causarono “la rivolta” degli abitanti che impedirono SEMPRE l’esecuzione degli espropri.

Infatti ad un anno e quattro mesi dalla prima battaglia del Luglio 2012 sono ancora moltissimi gli espropri di terreni inerenti il primo lotto dei lavori da eseguire. Quasi la totalità fra Arquata, Serravalle, Borgo Fornari e la Valverde, una decina in Vallemme fra Gavi e Fraconalto, una decina fra Trasta e Pontedecimo. Solo una minoranza i proprietari che hanno raggiunto un accordo privato col costruttore a seguito di lauta ricompensa.

Quindi utilizzando uno slogan ormai famoso, impresso sullo striscione che aprì la marcia popolare da Serravalle ad Arquata dell’Ottobre 2012, è probabile che tenteranno di espropriare la terra comprando la dignità delle persone e per comprarne la dignità utilizzeranno tanti bei soldini. A Novi Ligure, neppure interessata dagli espropri del primo lotto, un signore distinto con macchina di lusso pare stia bussando porta dopo porta facendo proposte che non si potrebbero rifiutare. Potrebbero appunto, visto che in molti casi è stato invece caldamente invitato ad allontanarsi dalle proprietà altrui. E’ probabile che questa sia la tecnica che proveranno a utilizzare in grande stile un po’ ovunque, con l’intento di ridurre il numero degli espropri da eseguire con l’utilizzo della carota e passare poi al bastone davanti agli irriducibili testardi che non hanno nessuna intenzione di ammainare le bandiere No Tav.

Esiste un prezzo giusto per la propria salute e quella dei propri figli che bisogna tutelare dal rischio amianto? Quale sarebbe un prezzo congruo per accettare di vedere centinaia di camion scorazzare sotto il proprio naso? E quello per diventare complici della distruzione di acquedotti, sorgenti e falde acquifere? E quello per far vedere ai propri figli che ancora una volta i politici e i potenti imprenditori possono raggiungere sempre il loro scopo utilizzando abbondanti mazzette di denaro? Con quale coraggio si potrebbe guardare ancora negli occhi i tanti che per aver difeso la terra di tutti hanno subito fogli di via e denunce?

Non esiste un giusto prezzo che non significhi la svendita della propria dignità. Con chi vuole devastare per anni le nostre vite e la nostra terra nessun accordo bonario è possibile sempre che non si voglia diventare collaborazionisti di chi vuole occupare per vent’anni le terre in cui aprire i cantieri della grande opera inutile.

Oggi bisogna gridarlo con ancora più forza: la terra non si espropria, la dignità non si compra.