E venne il tempo della prima occupazione del Comune dell’era Rossa da parte della Rete Sociale per la Casa. Questa mattina alle ore 10 e 30 una ventina di attivisti della Rete, insieme a una famiglia sfrattata hanno piantato una tenda al piano nobile di Palazzo Rosso, per denunciare e richiedere soluzioni all’emergenza abitativa subita dalla famiglia a seguito di uno sfratto.
Infatti dopo dieci rinvii imposti dalla presenza dei miltanti della Rete Sociale per la Casa, la settimana scorsa nella totale assenza del Comune, a cui si era da tempo richiesto di intervenire, la famiglia ha deciso di lasciare la casa in cui viveva per scongiurare il pignoramento dei mobili e per porre fine ad una situazione insopportabile di ricatti portata avanti dall’avvocato della proprietà.
A seguito dello sfratto, dopo l’interessamento della Rete e un incontro con l’Assessore Ivaldi era stata trovata la soluzione di emergenza dell’ostello di Piazza Santa Maria di Castello fino a questa mattina alle ore 10, tempo in cui l’Amministrazione si era impegnata a trovare una soluzione stabile.
Come una doccia fredda, questa mattina è arrivata invece la notizia che nessuna soluzione era stata trovata e quindi la famiglia con la Rete ha pensato che fosse giusto e necessario trasferirsi in Comune per avere almeno un tetto sopra la testa.
Dopo un concitato incontro con il Sindaco Rossa è stata nuovamente trovata una soluzione temporanea con la famiglia che verrà ospitata per una settimana all’interno di una casa famiglia a cui dovrebbe seguire la tanto ricercata soluzione definitiva.
Naturalmente la Rete Sociale per la Casa vigilerà che questo avvenga, non essendo disponibile ad ascoltare oltre il ritornello per cui a causa del dissesto l’amministrazione non è in grado di dare risposte. Se le cose stanno così gli amministratori pubblici farebbero meglio a gettare la spugna, ma le soluzioni se esiste la volontà politica si possono trovare.
La Rete Sociale per la Casa insiste che venga discussa nel primo Consiglio Comunale una delibera che blocchi gli sfratti per motivi di ordine pubblico, una misura necessaria a fronte del default del Comune, che non può essere l’alibi continuo dietro cui trincerarsi.
I governi amici per gli attivisti dei movimenti non sono mai esistiti e se non ci saranno risposte non è difficile immaginare che una nuova pagina della lotta per il diritto all’abitare verrà scritta nella città di Alessandria.
Le foto e il video sono tratti da alessandrianews