Attivisti e famiglie del Movimento per la casa sono tornate ad organizzare due picchetti anti sfratto per opporsi ancora una volta alla carneficina sociale in corso ad Alessandria. Il primo picchetto si è svolto ieri in Corso Virginia Marini dove marito, moglie e 4 figli rischiavano di finire in mezzo alla strada. Dopo una lunga trattativa, resa complicata dal solito avvocato arrogante e davanti alla determinazione del movimento, l’Ufficiale Giudiziario non ha potuto far altro che concedere una proroga fissata per il 16 aprile. Il secondo picchetto è avvenuto questa mattina in via Torino dove a rischio sfratto erano moglie, marito e tre bambini. Senza particolari tensioni l’Ufficiale Giudiziario ha concesso una proroga lunga fino al 28 maggio.
E’ ormai sempre più evidente come vi sia una recrudescenza del fenomeno sfratti per morosità incolpevole, con l’amministrazione comunale di Alessandria totalmente priva della volontà politica di affrontare il dramma dell’emergenza abitativa. Ogni iniziativa messa in campo dalle Istituzioni sembra esclusivamente utile a tentare, senza riuscirci, di salvarsi la faccia. Così “l’Osservatorio Sociale” del Comune non fa altro che osservare una situazione disperata e i convegni organizzati sulle Agenzie Sociali per la Casa restano luoghi vuoti in cui operatori del settore si parlano addosso senza trovare la minima soluzione, qui ed ora, al dramma di chi rischia di perdere la casa. A complicare il tutto la decisione scellerata di ATC e Comune, entrambi a guida Partito Democratico, di eseguire gli sfratti delle case popolari occupate per necessita da numerosissime famiglie.
Le uniche soluzioni possibili arrivano, come sempre, da chi ha scelto di autorganizzarsi e praticare la strada del conflitto per affermare i propri diritti. Dai picchetti anti sfratto, alle occupazioni abitative, fino alla volontà di fermare gli sgomberi delle case popolari. Queste le uniche azioni concrete per chi vuole opporsi all’emergenza abitativa e costruire per tutti una società più giusta. Lasciamo all’Assessore Cattaneo, al Sindaco Rossa e alle loro associazioni collaborazioniste (una fra tutte la Comunità San Benedetto al Porto che si appresta ad ospitare in Casa di Quartiere “la Leopoldina” del Partito Democratico) le passioni tristi di cui sono portatori. Per ogni sfratto vi saranno picchetti e occupazioni. C’è chi ai salotti buoni e ai gentili finanziamenti della politica istituzionale preferisce da sempre piazze e strade.
Prossimo appuntamento il 3 marzo al Villaggio Profughi.