Spett. ARPA Piemonte
Dipartimento di Alessandria
Spalto Marengo, 37
15100 Alessandria AL
Egr. Sig. Graziano Moro
Assessore Lavori Pubblici, Viabilità e Grandi Infrastrutture
Provincia Di Alessandria
15100 Alessandria AL
Egr. Dott. Roberto Ravello
Assessore all’Ambiente
Regione Piemonte
Via Principe Amedeo, 17
10122 Torino
Oggetto: Monitoraggio ambientale Terzo Valico – Cantiere COCIV Comune di Voltaggio
Come risulta dalle informazioni acquisite sui media, da diverse settimane sono in corso lavori di scavo all’interno della finestra Val Lemme di Voltaggio, galleria di servizio del Terzo Valico, di cui al progetto tratta AV/AC “Terzo valico dei Giovi”.
Tali lavori sono iniziati successivamente alla Determinazione direttoriale sul Piano di utilizzo dei materiali di scavo (PdU), Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Direzione Generale Valutazioni Ambientali, del 24.10.2013 con cui si approvava il PdU presentato dal Consorzio COCIV, ma antecedentemente alla delibera di approvazione del Piano delle cave (23.12.2013) da parte della G.R. Piemonte. Ciò malgrado fosse prescritto nella suddetta autorizzazione Ministeriale che “l’inizio delle attività che generano materiali di scavo riferiti ai lotti 1 e 2 “Terzo Valico dei Giovi” è condizionato alla approvazione da parte delle regioni e altre amministrazioni competenti, dei progetti relativi ai siti di destinazione così come individuati nel PdU di cui trattasi”.
Come noto, l’approvazione del PdU da parte del suddetto Ministero è condizionata a numerose prescrizioni, in primis che “tutte le attività di analisi, monitoraggio e controllo dovranno essere sviluppate e valutate in contraddittorio con le Arpa Regionali”. Numerose ulteriori prescrizioni sono elencate nella Determinazione relativa al PdU che non vengono qui riportate per brevità, tra cui diverse prescrizioni finalizzate al controllo di amianto nelle rocce estratte nei lavori.
La preoccupazione per il rischio amianto è molto forte poiché è noto che la galleria di valico attraversa formazioni di rocce verdi, serpentiniti caratterizzate dalla significativa presenza di minerali amiantiferi, come risulta anche documentato nel rapporto edito nel 2008 da ARPA e Regione Piemonte dal titolo Amianto naturale in Piemonte – Cronistoria delle concessioni e dei permessi di ricerca mineraria, ARPA Piemonte. Preoccupazione che è ulteriormente corroborata da risultanze di elevati contenuti di amianto a seguito di indagini condotte in anni passati in superficie all’ammasso roccioso in prossimità della verticale sulla linea.
Preoccupazione che riguarda l’estrazione di fibre amiantifere in zone profonde dell’ammasso roccioso durante lo scavo della galleria (37km), la loro diffusione nell’ambiente lungo tutto il territorio attraversato dai mezzi di trasporto sino alla collocazione in cava, con possibilità di inquinamento di falde acquifere. Una filiera assai pericolosa che può contaminare un ampio territorio del Basso Piemonte.
A fronte di tale preoccupazione, si è appreso sempre dalla stampa e dal sito web dell’ARPA di Alessandria, che in data 12.12.2013 in Val Lemme, l’ARPA tra le “attività condotte vi è stata una prima ispezione visiva degli strati superficiali del cumulo di smarino presente nell’area di cantiere senza notare la presenza di amianto.”
Invece di rasserenare gli animi, tali dichiarazioni aumentano la preoccupazione considerato che l’esiguità dei limiti ammissibili di fibre di amianto e la loro piccolezza sono tali da richiedere certamente esami molto più accurati che un semplice esame visivo, anche se effettuato da personale con esperienza (su casi analoghi?). Inoltre va notato che essendo gli eventuali addensamenti di amianto estremamente volatjli, questi sono abbattibili per dilavamento con l’utilizzo di getti d’acqua o semplicemente lasciando il materiale esposto alle intemperie, con la conseguente dispersione a valle dei cumuli, rendendo così le succitate risultanze dell’ARPA di discutibile attendibilità. Considerazione che risulterà molto più stringente in futuro quando a cantiere avviato si tratterà di valutare lo smarino estratto dalla roccia in profondità.
Tali preoccupazioni trovano conferma anche dalle sollecitazioni al Consorzio COCIV a presentare il cosiddetto Protocollo Amianto, oggi ancora non disponibile. Tale protocollo non costituisce una mera verifica della presenza dei minerali, ma è finalizzato al trattamento dello smarino qualora risulti la presenza di amianto. Trattamento da effettuarsi sui volumi di materiale risultati positivi ai controlli in anticipo temporale prima del trasporto in cava (e quindi non in tempi differiti di mesi). Protocollo che, qualora la quantità di minerale risultasse superiore a 1mg/kg, inficerebbe di fatto il Piano cave in quanto richiederebbe che lo smarino venisse stoccato in discariche di tipo B e qualora superiore ai 100mg/kg addirittura stoccato in discariche di tipo C.
Sulla base di queste considerazioni e tenuto conto, a maggior ragione, che il Terzo valico dei Giovi è un’opera pubblica di rilevante impatto ambientale, e considerato che l’ARPA ente preposto al controllo è anch’esso pubblico, ai fini di informare e salvaguardare il territorio e la salute delle popolazioni del Basso Piemonte, si chiede agli organi preposti che si provveda a che le metodiche di controllo ambientale ed i risultati delle analisi sulle terre da scavo effettuate durante l’esecuzione dei lavori in ottemperanze alle norme di legge ed alle autorizzazioni rilasciate vengano rese pubbliche con adeguata frequenza di aggiornamento delle informazioni mediante sistemi informativi di facile accesso (sito web).
Con osservanza.
I Comitati NoTerzoValico
Novi Ligure e Pozzolo Formigaro
Novi Ligure, 23 Gennaio 2013
La presente lettera ieri è stata anche consegnata, in occasione di un convegno, a Raffaele Guariniello