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E bravo, Letta!

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

di Antonello Brunetti

E voi cari sindaci: ci vogliono sette fette per capire che è polenta!?

IL CONTROLLATO CONTROLLA IL CONTROLLORE

ROMA blinda il Terzo Valico. La vigilanza sul rispetto dell’ambiente e del territorio è assegnata all’Osservatorio Nazionale che ha sede al ministero dell’Ambiente di Roma. Un atto che il governo giustifica con il risparmio, ma che allontana dalla Liguria e dal Piemonte il controllo: una bella pernacchia ai sindaci che chiedevano moratorie, tavoli di lavoro e la collocazione dell’Osservatorio nazionale sui territori coinvolti.

TERZO VALICO BLINDATO.

Con un provvedimento adottato dai ministeri delle Infrastrutture e dell’Ambiente, le attività di controllo e di verifica sulla regolarità dei cantieri e sul rispetto dell’ambiente, che in condizioni normali dovrebbero essere delegate agli organi territoriali, vengono assegnate all’Osservatorio Nazionale dell’opera, con sede a Roma.

Portano tutto nella capitale, da dove non riusciranno a controllare nulla, ammesso che ne abbiano voglia, e quindi alla fine nessuno sorveglierà.
Chi vigila, dunque, sui pseudocantieri già aperti da Rfi e Cociv in Valpolcevera, Valle Scrivia e Basso Piemonte? I sindaci che continuano a fare richiesta di una moratoria senza che nessuno li prenda in considerazione? La Regione Piemonte che organizza inutili tavoli di lavoro? La Provincia di Alessandria che pare un ectoplasma in materia?
Oltre ad essere preoccupante questo provvedimento per le agenzie deputate al controllo, quali ASL o Arpa), chi vigila sugli appalti?

La stessa “Repubblica”, da sempre favorevole al TAV, manifesta preoccupazione “per un’opera così importante, che avrà una pesante ricaduta ambientale sul territorio, con la mancanza di un Osservatorio in zona che possa far sentire il fiato sul collo in ogni momento”.
Ricorda “Repubblica” che nelle scorse settimane dodici sindaci dell’Alessandrino hanno chiesto spiegazioni alla direzione del Ministero dell’Ambiente. Hanno spedito una nota con la quale “sono rappresentati elementi di preoccupazione ed alcune richieste tese ad ottenere un maggiore coinvolgimento nell’ambito delle azioni che si stanno delineando sul territorio”. “Il documento evidenzia i rischi relativi alla salvaguardia dell’ambiente, della salute pubblica e delle procedure operative inerenti alla sicurezza nei cantieri di lavoro e, soprattutto, della legalità”.  “ Inoltre sottolineano la necessità di imporre a Rfi e Cociv la presentazione di studi dettagliati relativamente alla presenza di amianto nelle aree di scavo, al rischio di isterilimento delle fonti idriche, al trasporto dello smarino sulle linee ferroviarie esistenti anziché su gomma».
La risposta del Ministero dell’Ambiente non si è fatta attendere. È stata trasmessa alla Regione Piemonte ed è rimbalzata in Liguria. E precisa: «La sede dell’Osservatorio è istituita presso la direzione ministeriale competente».

Non siamo certo sulla stessa posizione dei giornalisti genovesi di Repubblica… ma se anche loro cominciano a capire con chi si ha a che fare…

Decreto emergenze: il governo “premia Genova con il TERZO VALICO”

Nessuna risposta alla richiesta di moratoria e di una rianalisi del progetto presentata dai Comuni, ma il governo Letta non ha un attimo di esitazione dopo aver ignorato i Comuni (rappresentati da Borioli, Bargero e Fornaro) e promuove senza alcun esame il terzo valico.

A onor del vero la promozione è meno grave dell’arroganza di gestire tutto a livello centrale con la blindatura dell’Osservatorio.

Il Terzo Valico costa 7 miliardi di euro (alcuni esperti in trasportistica sostengono molto di più). Disponibili attualmente sono un miliardo e 300 milioni. Il decreto di ieri l’altro stabilisce uno stanziamento annuale di 120 milioni, senza alcuna compartecipazione da parte di privati . Il recente decreto stabilisce 120 milioni all’anno dal 2015 per il Terzo Valico (veramente da suddividere con la Tirreno-Brennero che parte da La Spezia). La signora Raffaella Paita assessore ligure saltella felice dicendo che è fatta. Mah !  Saprà contare ?

Il totale della cifra ci sarebbe fra 45 anni, a partire dal 2015. Il che vuol dire che il Terzo Valico sarebbe finito per il 2060!

E’ chiaro, a chi sa leggere i dati e usare la testa, che è inutile ora; figuriamoci nel 2060 … e nel frattempo, come dice Totò “E noi paghiamo!”

Ricordate la trasmissione “Presa diretta” di Iacona?

Quella del gennaio 2012 incentrata sulle intercettazioni fatte dai carabinieri nei confronti di capi ndranghetisti che parlavano tranquillamente con personaggi politici del prossimo grande affare Terzo Valico con relativi appalti da gestire?

Ebbene vi racconto una cosina piccola piccola, probabilmente insignificante ma…

Mi trovavo in compagnia di un amico, emigrato a Castelnuovo dal Meridione all’inizio anni Sessanta: Riceve una telefonata e poi mi chiede (vai a vedere a volte il caso) di dare una dritta all’interlocutore, suo parente. Questi mi dice che è disperato, in Calabria non c’è alcuna possibilità di lavoro nel settore edile, che cerca un lavoro da un anno e non sa più come andare avanti con la famiglia. Gli dico che forse il governo sta per lanciare le ristrutturazioni e migliorie delle vecchie case, scuole, ospedali. Gli suggerisco un anno all’estero, ma risponde che ci ha già provato, ma non è facile e bisogna passare attraverso personaggi che ti chiedono soldi e favori.

Ed eccoci al dunque: ha telefonato a suo zio perché nella sua città da alcune settimane si è diffusa una voce e si dà per certo che ci sarà lavoro in abbondanza per le ditte calabresi per una galleria da farsi fra Genova e Milano (ovviamente il terzo valico). Chiede se è possibile essere assunto direttamente senza dover far ricorso a vie traverse che rifiuta. Tengo per me come ho concluso questa non facile telefonata, tutta la mia simpatia e comprensione per l’amico calabrese, ma nessuna soluzione perché sinceramente non ne ho (d’altronde neppure per i miei figli).

Il dato di fatto è che questi due elementi (l’attenzione di ditte subappaltrici e l’Osservatorio lontanissimo dai luoghi coinvolti e vicinissimo ai centri del potere) possono, a seconda della nostra sensibilità, significare nulla o lasciare spazio a preoccupazioni.