La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per la Solvay e per i due direttori dello stabilimento di Spinetta dal 2015 al 2022 con l’accusa di disastro ambientale.
Le loro responsabilità sono molteplici e prolungate nel tempo: non hanno in alcun modo risanato alla pregressa contaminazione per cui erano già stati condannati, non ottemperando alla sentenza del 2015; hanno successivamente continuato a sversare nell’ambiente sostanze velenose e permanenti come PFAS e cC6o4 con estremo disinteresse per il territorio e la popolazione; hanno affidato ad una barriera idraulica inutile ed inefficace la tutela della falda acquifera dai loro veleni; hanno permesso che le sostanze fossero stoccate in discariche interne incapaci di contenere gli scarti del materiale produttivo e permettendo che si infiltrasse nel terreno. I direttori sapevano e hanno continuato senza il minimo scrupolo.
Da anni stiamo lottando per ridare dignità e giustizia al nostro territorio, per restituire e tutelare la salute e il futuro di tutte le persone costrette a pagare la prepotenza di Solvay. Conosciamo molto bene le argomentazioni della Procura e sappiamo quanto queste accuse siano gravi. Gravi e vere.
Il tempo non placa l’indignazione. Prendiamo atto della richiesta del Rinvio a giudizio con i pugni stretti dalla rabbia, ricordando ancora una volta le parole di uno dei Direttori accusati, Diotto, che voleva far credere che le patologie e i tumori che colpivano gli spinettesi con estrema frequenza erano causati dai loro comportamenti personali. Mentre sapeva che ci stava avvelenando, gettava su di noi la loro stessa responsabilità.
Ciò per cui verrete condannati dai tribunali, non ci restituirà ciò che ci avete tolto.
Per la rabbia delle sofferenze inflitte da Solvay e per la speranza di un nuovo inizio per la nostra comunità e il nostro territorio, noi continueremo la nostra lotta: chiudere Solvay subito, bonifica completa. screening medico alla popolazione.
Un secolo di morte e veleni può bastare.
Comitato Stop Solvay