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Cociv, botte e reti non ci fermeranno

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Con un esagerato dispiegamento di Forze dell’Ordine, manganellate e lacrimogeni il 30 luglio a Libarna e in Crenna Cociv e i sostenitori dell’opera hanno preparato il terreno per la campagna d’autunno. Gli intenti di quella giornata ci sembrano chiari: schiacciare chi si oppone, avviare una campagna d’informazione a favore dell’opera e rimarcare l’occupazione del territorio. Sul primo punto pensiamo che la capacità e la maturità dimostrata dal movimento il 30 luglio opponendosi agli espropri, senza cadere nella trappola di chi voleva far degenerare la situazione, ma resistendo con determinazione alla violenza della polizia, insieme alla grande partecipazione popolare alla fiaccolata del 3 agosto abbiano segnato una risposta chiara: il movimento non si fa né intimorire né snaturare. E’ sempre più evidente il metodo autoritario che quest’opera porta con sé, Cociv e compagnia si muovono senza rendere conto di niente e nessuno, pensando di poter fare sul territorio ciò che vogliono; hanno bisogno che nessuno faccia domande, chieda spiegazioni, denunci gli abusi e lo scempio ambientale. Per questo il secondo obiettivo che emerge dalle scelte di Cociv è quello di creare disinformazione, addirittura andando nelle scuole a parlare con i bambini e le bambine dell’utilità generale delle grandi opere, omettendo di raccontare di cosa succederà in concreto sul territorio. Promuovono convegni, incontri, comunicati stampa e veline; parlano dello snodo di Novi, della 35 Ter, del lavoro che incrementerebbe per le ditte della zona. Tutta propaganda, nessun dato sull’avanzamento reale dei lavori, sui soldi (nostri) fino ad ora spesi e soprattutto una gran confusione, creata ad hoc, sulla reale utilità dell’opera. L’arroganza delle ditte costruttrici, sommata al silenzio complice di tutti i consigli comunali, ci porta al terzo punto: appare sempre più evidente l’occupazione del territorio, dimostrata dai km di reti arancioni erette a protezione del nulla. L’estensione dei terreni cintati dovrebbe rendere più chiaro a tutti quanto sarà grande la devastazione se non riusciremo a fermarli.

Per tutti questi motivi noi continuiamo ad opporci con tutte le forze ed i mezzi possibili per contrastare quest’opera assurda e i metodi autoritari che porta con sé. E un primo risultato in questi anni di opposizione lo abbiamo ottenuto: oltre ad aver ritardato di molto i lavori abbiamo fatto emergere quanto è grande e popolare la contrarietà al Terzo Valico.

Invitiamo tutte e tutti a non mollare, insieme fermarlo è possibile.

Comitato Serravallese contro il Terzo Valico