Un risveglio burrascoso quello di ieri mattina, la telefonata di un abitante, il tam tam telefonico. Hanno agito di sorpresa al mattino presto, quando le persone sono a lavorare. Sono arrivati a Radimero, sobborgo di Arquata Scrivia dove sorge il Presidio No Tav – Terzo Valico su uno dei terreni su cui dovrebbero cominciare a scavare il tunnel di valico direzione Genova. Terreno dove dovrà essere portata la famigerata talpa per iniziare la distruzione del territorio dell’ultimo Comune piemontese prima della Liguria.
Con la generosità di sempre accorrono gli attivisti, l’ennesimo giorno di ferie per la difesa della propria terra. La digos è ovunque, l’antisommossa è rintanata presso la caserma dei Carabinieri pronta per ogni evenienza. Su un terreno diventato di loro proprietà, uno dei pochissimi casi ad Arquata in cui qualcuno è sceso a patti con Cociv dopo lauta ricompensa (si parla di centinaia di migliaia di euro per un’abitazione con terreno il cui prezzo di mercato sarebbe stato un quarto di quello versato) si muovono una ventina di operai e due ruspette.
Oltre cinquanta uomini delle forze dell’ordine (chissà quanto sono costati ai cittadini) per permettere il taglio dell’erba del campo, il disboscamento di alcuni rovi, il taglio di alcuni alberi e incominciare la recinzione parziale dell’area. Recinzione che si materializzerà con reti di plastica arancioni al confine con il campo su cui sorge il Presidio No Tav. Sembra la linea del fronte, un confine. Da una parte dignità, partecipazione, resistenza. Dall’altra arroganza, prepotenza, malaffare. Il Presidio è salvo, nessuno sembra avere intenzione di violare un simbolo del movimento, luogo di socialità e ritrovo dal giorno dell’inaugurazione. Ma i No Tav arquatesi non si fidano e continuano ad arrivare persone a dare il loro contributo. Si decide di controllare, di non intervenire, la priorità è la salvaguardia del terreno senza il quale non sarà possibile iniziare gli scavi a Radimero. Intanto si procede coi lavori di ampliamento della struttura coperta e riscaldata del Presidio a dimostrazione della volontà di non andarsene, né oggi, né mai.
L’amministrazione di Arquata, quella un tempo No Tav a parole e oggi Sì Tav nei fatti opta per il silenzio. L’unica cosa che riesce a dire ad alcuni residenti accorsi a protestare in Municipio è che gli verrà fatta una strada nuova. Altri cittadini chiederanno spiegazioni per capire se i lavori fossero autorizzati e il Comune ne fosse a conoscenza. Silenzio tombale da Palazzo Spinola, ormai la complicità è palese e si è anche manifestata in questi giorni con l’avvistamento dell’Assessore PRENDO (non si sa cosa ma prende sicuramente) in compagnia di chi sta cercando di comprare gli espropriati.
La presenza dei No Tav, nonostante Cociv e Polizia siano spariti dalle ore 17, è proseguita fino a notte fonda e lo farà anche oggi e nei prossimi giorni per scongiurare qualsiasi azione di forza sul presidio. Sembra che Cociv nel giro di qualche giorno finirà la provocazione e se ne ritornerà da dove è venuto. Un tentativo neanche troppo velato di disperdere le forze e distogliere l’attenzione dalla manifestazione di Sabato in Valpolcevera a cui parteciperanno in forma organizzata oltre un centinaio di piemontesi e molti arquatesi. La resistenza è solo all’inizio e se sono serviti cinquanta poliziotti per una recinzione arancione vuol dire che è sulla buona strada. Domani e tutti gli altri giorni sarà lo stesso e non è neppure detto che bastino per sorvegliare il lavoro dei devastatori. Ogni giorno può essere quello buono.