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Cadono in tanti nel “buco del Terzo Valico” Ora tocca al banchiere Giovanni Berneschi

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

di Antonello Brunetti

Per piacere, lasciatecene almeno uno a piede libero!
Noi siamo per la biodiversità, anche delle cosiddette erbacce. Se ce le fate sparire quasi tutte come potremo far conoscere ai nostri figli le erbe velenose o quelle che ti fanno vomitare o andare di corpo?
Scaiola è in galera, Grillo Luigi pure, Berneschi si è prontamente accodato. Veramente qualcuno a spasso c’è ancora… ma non è detto che…

Nei confronti di Giovanni Berneschi questa l’accusa: Associazione a delinquere, truffa aggravata, riciclaggio e intestazione fittizia di beni. Definito anche nell’accusa come “il pianificatore di un comitato di affari”
Non mi piace autocitarmi, ma vorrei riprendere un pezzo di qualche anno fa quando elencavo fra i maggiori sostenitori del Terzo valico, oltre al PD, i seguenti signori: Grillo Luigi, Scaiola Claudio, i due cardinali genovesi, Lupi, Cota, Pallenzona, il banchiere Berneschi, certo Cota del Piemonte, ecc. ecc.
Alcuni di loro erano già stati puntati dai segugi della magistratura; ma nell’ultima settimana i ritmi si sono fatti incalzanti: Grillo Luigi e Claudio Scaiola arrestati e qualche ora fa Giovanni Berneschi della banca Carige.
E sono proprio questi rappresentanti “illustri” che, scoperti e attualmente indagati con pesanti accuse di reato, hanno ancora una volta mostrato quali reali obiettivi ci siano intorno al business delle grandi opere.
Personaggi provenienti da diversi schieramenti politici che, intorno all’operazione Expo 2015 di Milano, avevano creato un giro di affari lucrosi di illegalità.
E allora è proprio il caso che tutti, anche le persone che, in buona fede, hanno creduto alle falsità raccontate da questi personaggi, si fermino a riflettere.
A riflettere e a informarsi, da oggi, con la consapevolezza di cosa si nasconda in realtà dietro le grandi opere.

Chi è Berneschi?

Ha decantato le grandi opere, tutte, ma con una particolare predilezione per la TAV Genova-Rivalta.
Organizzatore della marcia con 300 partecipanti che a Genova chiedevano che i lavori del Terzo Valico iniziassero.
Tra le motivazioni principali Berneschi diceva che i caseggiati accanto alla stazione della Tav a Genova avrebbero decuplicato il loro valore.
Un anno fa un’indagine scoperchiò un andazzo che durava da lunghi anni relativo a concessione di mutui e prestiti, il mancato adeguamento alle norme contro il riciclaggio del denaro sporco.
Ma perché ci occupiamo di quest’uomo che venne premiato a Genova nel 2005 esclusivamente perché era un gran maneggione di soldi?
Berneschi non è stato secondo a Burlando, a Scaiola, alla Paita, a Luigi Grillo nel tessere la tela del Terzo Valico, 22 anni, assai più di Penelope.

Vediamo qualche sua dichiarazione:

2006 – “All’Italia e a Genova servono il Terzo Valico, punto.  Liberando alcune aree si valorizzano parecchie aree da destinare ad interventi appetibili e vendibili soprattutto ai forestieri che acquisteranno casa presso la stazione genovese e potranno andare a lavorare a tutta velocità ogni mattina a Milano. Insomma da cosa nasce cosa”. Capito? Ecco cos’era il Terzo Valico per Berneschi: immobiliari, case, porticcioli.

24 ottobre 2006 – Il presidente di Carige, Giovanni Berneschi, va dal numero uno della Regione Claudio Burlando e annuncia: «Noi, San Paolo, Intesa e Unicredito siamo pronti a creare un’alternativa privata ai finanziamenti pubblici per il terzo valico: una soluzione ponte fino a che non arriveranno i finanziamenti pubblici». Sono dell’ idea che, dati i tempi, si debba fare una cosa sola, cioè il Terzo valico, e tutto il resto si potrà fare in tempi più propizi».
Ovviamente Carige e le altre banche non hanno mai tirato fuori un lirino.

Nel corso di una Festa nazionale del PD dichiara: “È ora di finirla di parlare. Il lavoro lo si crea rimettendo in moto le opere pubbliche. Investiamo nella sabbia, nel cemento, nel ferro”

“Non si può rompere le scatole sulle infrastrutture come fa Beppe Grillo. Senza opere pubbliche in Italia non ci sarà mai lavoro. L’Italia deve passare ai fatti, il governo deve dare il via alle grandi opere. È tutto lavoro che non si fa.
Per una galleria che passa 300 metri sotto le case rompono le balle, ma come si fa a ragionar in questo modo?”.
“L’opera costa 6,2 miliardi ma solo con i cantieri ne produce 13».

La filosofia Berneschi trova ampi consensi a Genova. Anche la nuova giunta regionale, nella persona di Burlando a novembre 2005, a Palazzo Ducale, incorona il presidente Carige con un premio; speciale perché lui non rientra
in nessuna delle categorie previste (letteratura, solidarietà, spettacolo
ecc.) ma in un certo senso le comprende tutte: è un esperto di soldi.

“Autunno 2006 – Berneschi propone un commissario e fa qualche nome e poi precisa: ce ne vuole uno “con gli attributi e con il coraggio di fare l’unica cosa necessaria, il Terzo Valico…
Al Paese e alla città serve il Terzo Valico, punto… Camera di Commercio, Confindustria, alcuni imprenditori ci stanno già lavorando. Ovviamente ho aderito con entusiasmo. Presto andremo anche dal presidente della Regione, Claudio Burlando, per invitarlo a seguire questa strada: chiediamo
all’esecutivo il Terzo Valico e basta”.

Domanda dell’intervistatore: “Perché il Terzo Valico sarebbe un toccasana?”
E lui: “Perché spostando dall’autostrada alla ferrovia gran parte della movimentazione, si facilitano entrata e uscita in città, si decongestiona l’accesso al porto, si valorizzano certe aree”.
Sì, aree. “Se l’università va agli Erzelli dovrà vendere gli immobili attuali. Roba di pregio, dove si possono realizzare interventi appetibili, ma vendibili a forestieri. Stesso discorso per Quarto, che la Regione dovrà cedere per i costi della sanità. Poi c’è un’altra iniziativa immobiliare a Boccadasse e, insomma, da cosa nasce cosa”.
Capito il Terzo Valico della Carige e di Berneschi?

Immobiliari, case, porticcioli… e tanti soldi appiccicosi da manovrare…