
Pubblichiamo due articoli di rassegna stampa tratti da due quotidiani online. Nel primo c’è la presa di posizione del segretario provinciale alessandrino degli edili Cgil che chiede di accelerare sul Terzo Valico per salvare il settore edile.
Nel secondo la presa di posizione della segretaria generale alessandrina della Cgil che pur ribadendo di essere favorevole all’opera solleva una serie di dubbi e domande.
Ricordiamo infine che la Fiom – Cgil è schierata da sempre contro l’opera e ha partecipato alle manifestazioni del movimento in Piemonte.
da alessandrianews
“Soltanto la Tav potrebbe salvare il settore edile”
“Soltanto la Tav può aiutare l’edilizia sul nostro territorio che ormai è arrivata all’orlo del precipizio e rimane poco tempo per salvare il salvabile”. L’affermazione è del segretario provinciale generale Fillea – Cgil, Massimo Cogliandro
ALESSANDRIA – “Soltanto la Tav può aiutare l’edilizia sul nostro territorio che ormai è arrivata all’orlo del precipizio e rimane poco tempo per salvare il salvabile”. L’affermazione è del segretario provinciale generale Fillea – Cgil, Massimo Cogliandro. I dati che ha diffuso la Cassa Edile appaiono impietosi. Nel 2008 il settore edile in provincia occupava 8 mila 734 operai, mentre alla fine del 2012 gli operai in regola erano 6 mila 170, quindi (2564 in meno, pari al 30%).
Se al totale degli operai licenziati aggiungiamo gli impiegati e gli artigiani che nello stesso periodo sono rimasti senza lavoro – specifica Cogliandro – i numeri della disperazione diventano spaventosi: oltre 4 mila persone hanno perso il lavoro nel solo settore dell’edile della provincia. La Cassa edile ci dice che solo nel 2012 sono stati 638 gli operai edili che hanno perso il lavoro. Anche in questo caso, se al conto aggiungiamo impiegati e artigiani, saliamo oltre i mille disoccupati in più. Sempre nel 2012 sono state 111 le imprese che hanno chiuso i battenti e continuano a chiudere nel 2013”.
I maggiori problemi del settore continuano ad essere determinati dagli enti locali che in ragione del patto di stabilità non appaltano quasi più opere. Ma soprattutto non pagano oppure lo fanno con forti ritardi. “L’altra grande piaga che affligge il settore – prosegue il segretario di Fillea – sono le banche che ormai non prestano soldi più a nessuno o pretendono condizioni a limite dello strozzinaggio. In provincia l’edilizia è allo stremo delle forze e a soffrirne è l’intera filiera delle costruzioni. Nell’industria del cemento che in provincia di Alessandria è presente con tutti i grandi gruppi, c’è oggi una sovra capacità produttiva del 70% rispetto alla richiesta che arriva dal mercato. Il Terzo Valico rappresenta quindi un’opportunità importante da non sciupare: 10 Miliardi complessivi di investimenti fra i territori di Genova e Alessandria e 3 mila posti di lavoro nel 2017, ovvero durante il picco massimo dei lavori. Non siamo per fare l’opera a tutti i costi ma per farla bene. E certamente sarebbe una forte boccata d’ossigeno per l’economia del nostro territorio che è moribonda”.
15/05/2013
Redazione – novionline@novionline.net
da radiogold
Terzo Valico: per la Cgil troppe domande senza risposte
Sul Terzo valico bisogna intendersi e soprattutto bisogna dare risposte alle tante domande rimaste inevase. E’ tornata a spiegarlo la Cgil, puntualizzando una serie di aspetti ritenuti determinanti. “Il sindacato ha chiesto da sempre: di fare, ma fare bene perché ci sono troppi punti critici non risolti, in primis l’impatto ambientale a partire dai temi dell’acqua e dell’amianto. Due questioni dirimenti e tali da compromettere la stessa realizzabilità dell’opera. Nelle nostre valutazioni, ci siamo basati sulle relazioni tecniche istituzionali, dove la stessa Provincia eccepiva la non esaustività delle risposte da parte di Cociv e RFI”. In secondo luogo per la Cgil è fondamentale “avere una visione”. L’interrogativo del sindacato è se “l’interesse strategico dell’opera è stato davvero aggiornato alle evoluzioni di mercato e della realizzazione delle grandi reti di collegamento internazionale. Inoltre non ci sarebbe notizia di uno studio attuale del rapporto costi/benefici”. L’ultimo aspetto sollevato dalla Cgil è quello relativo allo sviluppo e all’occupazione per il territorio alessandrino, una situazione ancora con troppi dubbi a fronte invece del certificato vantaggio per l’area portuale genovese.
Tutte queste problematiche però, per la Cgil, non hanno potuto essere affrontate in alcun luogo “nonostante avessimo chiesto, con Cisl e Uil, diversi incontri alle sedi Istituzionali, cercando di coinvolgere anche Slala per favorire un percorso di confronto a tutto campo. Poi il nulla – ha spiegato la segretaria provinciale Silvana Tiberti”. Anche il tentativo di rompere il silenzio con una richiesta corale di moratoria da parte di Sindaci e Provincia è stato giudicato inutile: “la moratoria senza contenuti, idee e risposte alle domande che abbiamo posto è solo un bizantinismo della politica ed è priva di rispetto nei confronti di una popolazione pacifica e allarmata sulla questione del terzo valico”. L’assenza di risposte preoccupa il sindacato che cita alcuni esempi ‘banali’: “nel momento di picco, posto che il terzo valico si faccia, saranno presenti circa 3 mila lavoratori, se questo è vero, ci dovrà pur essere un potenziamento del sistema sanitario di base a partire dai medici di famiglia. Eppure non c’è mai stato un tavolo per costituire piattaforma di integrazione sanitaria. Non vengono risolte né le grandi questioni, né quelle più piccole. Questo è il dato allarmante.” Per Silvana Tiberti c’è quindi una assenza delle istituzioni, della Regione, “che sposta tutto su Novara”, però ci sarebbe anche un sistema imprenditoriale che appare immobile visto che “non si presenta con una qualche proposta di sviluppo legata alla realizzazione di quest’opera. Si rischia di fare un buco nella montagna in un silenzio assordante di idee. Tutte queste domande dovrebbero essere di grandissimo interesse per tutti. E’ vero che se si comincia, si parte, qualcosa si muove ma se poi non abbiamo i soldi per finire c’è la garanzia che si finisca o cominciamo la solita cattedrale nel deserto. Detto ciò questo è naturalmente in subordine rispetto al fatto che sono irrisolte le questioni dell’ambiente e della visione di sviluppo”.
Il prolungato silenzio però non scoraggia il sindacato: “noi insistiamo ancora nel sollecitare le istituzioni a prendere una posizione e facciamo altrettanto, lo sottolineo, anche con il sistema imprenditoriale. Aggiungo infine che sarebbe ugualmente sbagliato dire che il terzo valico non si fa e quindi non facciamo niente in cambio. In questo modo finiamo sempre per restare con il pugno di mosche in mano”.
Redazione