Indietro

Basta morti nel Mediterraneo! Cancelliamo la Bossi-Fini

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

La notte tra mercoledì e giovedì 3 ottobre centinaia di donne, uomini e bambini hanno perso la vita nel mediterraneo tentando di raggiungere le coste di Lampedusa, tentando di fuggire all’orrore di guerre e persecuzioni o semplicemente in cerca di una vita migliore, di un altro futuro.

La notizia ha suscitato diverse reazioni e commenti da parte di tutto il mondo politico e istituzionale, da cui sono emergono dichiarazioni vergognose: dalla Lega, che continua con il leitmotiv del “che stiano a casa loro” al presidente del Consiglio Letta che proclama una giornata di lutto nazionale e annuncia di considerare i morti come cittadini italiani, mentre i 155 sopravvissuti vengono incriminati per il reato di immigrazione clandestina e rischiano di essere espulsi. Ogni schieramento politico si nasconde dietro un finto cordoglio, malcelando con ipocrisia la propria complicità con i disastrosi provvedimenti sui flussi migratori attuati in Italia da più di 10 anni. Perché di complicità si tratta, nel momento in cui si sceglie di sostenere la legge Bossi-Fini, una legge razzista e inumana che impedisce ai migranti di raggiungere legalmente il nostro paese affidandoli a scafisti senza scrupoli e a viaggi pericolosi e estenuanti, una legge che nega, attraverso i respingimenti, a migliaia di profughi in fuga da paesi in guerra, di raggiungere le coste italiane e richiedere l’asilo politico; di complicità si tratta nel momento in cui si accusano i pescatori che cercano di trarre in salvo i migranti, di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”.

Con queste parole d’ordine si sono presentati oggi gli attivisti del centro sociale Crocevia e del Laboratorio Sociale: indossando delle maschere bianche hanno calato uno striscione dal balcone dell’ex cinema Moderno in piazzetta della Lega su cui si leggeva “Basta morti nel mediterraneo, cancelliamo la Bossi-Fini”. La scelta di usare le maschere bianche è stata dettata dal bisogno di comunicare l’invisibilità e la mancanza di identità che caratterizzano i migranti che raggiungono il nostro paese: respinti o strumentalizzati, nel momento in cui ci si trova di fronte a tragedie come quella di Lampedusa, in funzione di un dibattito pubblico disumano e razzista.

Stragi come quella avvenuta negli ultimi giorni non sono più tollerabili: il reato di clandestinità e la legge Bossi-Fini vanno cancellati, la discussione sulla creazione di politiche di accoglienza non è più rimandabile.

Con questa iniziativa si sono volute mettere in luce le responsabilità che hanno portato all’ennesima carneficina: si tratta di istituzioni e politici che con le loro leggi continuano a perseguire la politica assassina dei respingimenti e delle espulsioni, impedendo ai migranti in fuga da guerre e violazioni dei diritti umani, di raggiungere l’Europa e ottenere l’asilo politico.

Anche Alessandria si è unita a molte altre città italiane nel richiedere la creazione di un corridoio umanitario che permetta ai migranti di ottenere asilo e protezione, affinché fatti come quelli di Lampedusa non debbano mai più ripetersi.

Le centinaia di morti che giacciono nel mediterraneo pesano sulle coscienze di tutto il governo e del mondo politico italiano, esse sono frutto di scelte scellerate e criminali le cui conseguenze sono tragicamente sotto gli occhi di tutti.

Guarda la galleria fotografica:

 

Guarda il video dell’iniziativa: