Giovedì il Movimento per la Casa ha impedito l’esecuzione di uno sfratto a Felizzano. Pileria e Antonio, con i loro due figli minori, per un periodo limitato di tempo non sono riusciti a pagare l’affitto dell’alloggio popolare a loro intestato, dopo aver perso entrambi il lavoro.
Immediatamente è stato avviato il procedimento di rilascio dell’immobile senza nemmeno provare ad effettuare un piano di rientro. Questo nonostante la correttezza dimostrata dalla famiglia che, appena migliorata la situazione lavorativa, si è presentata all’ATC per chiedere di rateizzare il debito dimostrando la volontà di ritornare in pari con la legge e con le bollette. Rimbalzati al Cissaca, Pileria e Antonio si sono visti rifiutare questa richiesta per non precisati motivi. Per ora hanno un tetto sotto cui passare l’inverno, ma l’incapacità e la non volontà di aiutare le persone da parte dei servizi sociali e dell’ATC continuano a peggiorare situazioni che potrebbero essere risolte in un attimo.
Venerdì, poi, tutte le famiglie organizzate con il Movimento hanno difeso nuovamente Gepi, sua moglie e i loro tre figli minori, impedendo il rilascio della casa nella quale vivono. Occupanti per necessità di un alloggio popolare a causa della loro situazione lavorativa precaria con contratti brevi e sporadici che non permettono di affittare un alloggio sul mercato. Ad ogni passaggio viene loro proposto il dormitorio separato oppure il ritorno nel paese d’origine come uniche soluzioni. Il rinvio ottenuto è di soli due mesi e fino a quando la situazione economica non migliorerà o verranno loro offerte alternative dignitose e che mantengano l’integrità del nucleo famigliare, saremo sempre pronti a impedire che finiscano in mezzo alla strada.
Di casi come questi, purtroppo, la città e la provincia sono piene, ma a quanto pare per questa amministrazione le priorità sono altre, come tagliare 50 alberi in nome della sicurezza due giorni dopo che la città si è classificata 94esima su 104 capoluoghi di provincia per la qualità dell’aria (perdendo 10 posizioni dall’anno precedente) oppure presentare in consiglio comunale una mozione per far diventare Alessandria città per la vita, ovvero finanziare con soldi pubblici associazioni che sono dichiaratamente contro l’aborto, un tentativo di ritorno al medioevo, a prima del 22 maggio 1978, anno in cui è stata approvata la legge 194 in materia di tutela sociale della maternità e dell’interruzione volontaria di gravidanza.
Il sindaco, la giunta, i servizi sociali, l’ATC e tutti gli enti interessati dovrebbero attivarsi e far sì che chi ha deciso liberamente di avere uno o più figli non venga sbattuto fuori di casa, che vengano assegnate le case a tutte quelle famiglie e persone che non ce l’hanno, che questa città diventi più vivibile.
CASA PER TUTTI SFRATTI PER NESSUNO
Movimento Per la Casa