Moammar Gheddafi non si mostra intenzionato a fermare il massacro che sta compiendo nei confronti del popolo libico, in rivolta per la conquista di libertà, diritti e democrazia dopo aver subito ben quarant’anni di dittatura.
Il genocidio messo in atto anche con l’utilizzo di mercenari e interventi aerei è qualcosa di inconcepibile e non può essere ignorato.
L’Italia, a livello europeo, è la maggior esportatrice di armi in Libia e, mentre altri paesi ne hanno bloccato la vendita, il nostro non sembra disposto a rinunciare al guadagno per tentare di fermare questa guerra.
Sono tanti gli interessi che legano il governo italiano al regime libico, tra cui il primo e più evidente è l’accordo Italia-Libia del 2008 che stabilisce il versamento di 5 miliardi di dollari in 5 anni nelle casse di Gheddafi in cambio della chiusura delle frontiere da parte delle autorità libiche. Un accordo vergognoso, stipulato con un dittatore sanguinario che col sangue ha respinto migliaia di migranti in fuga verso il mediterraneo, morti nel tentativo di attraversare il deserto o rinchiusi nei CIE libici senza alcun rispetto dei diritti umani. Anche in questo momento drammatico l’unica preoccupazione del governo italiano sembra essere “l’invasione dei clandestini” mentre, in un paese civile, dovrebbe essere garantita l’accoglienza nei confronti di chi scappa dalla guerra e dalla povertà, accoglienza che viene sempre più spesso negata nel nome di una politica razzista/securitaria: ne è un esempio l’espulsione di due giorni fa, di dieci ragazzi afghani che avevano raggiunto la nostra provincia nascosti dentro un camion.
Anche l’Unicredit Banca è complice del massacro del popolo libico dal momento che il raiss ne è il maggior azionista.
Per questi motivi oggi, gli attivisti del centro sociale Crocevia hanno chiuso con alcuni striscioni la sede centrale dell’Unicredit banca di Alessandria mentre, durante gli interventi, è stato ricordato il ruolo complice e affaristico del governo italiano nei confronti del regime di Gheddafi.
Sono soldi macchiati di sangue quelli che escono da questa banca perché è anche con questi, coi nostri risparmi, che vengono pagati i mercenari che stanno uccidendo decine di migliaia di persone.
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