di Antonello Brunetti
Mi pare giunto il momento di fare il punto sull’operato del sindaco di Novi in merito al Terzo Valico, e, a tal fine, farò riferimento a quanto riepilogato in due articoli filorobbianeschi apparsi su il Popolo di Novi e sul sito Novionline.
“A Roma abbiamo ottenuto risultati importanti”
Le pare importante, visto che Lei fa spesso e giustamente richiamo ai valori della Resistenza e al contrasto di ogni forma malavitosa e mafiosa, che si operi sul nostro territorio con la massima arroganza e qui le cito solo due esempi che mi hanno turbato.
— Il cippo che ricorda il sacrificio dei caduti di Rocca dei Corvi si trova ora ingabbiato tra file di reti dei cantieri del Terzo Valico. Le centinaia di roveri, che per decenni hanno custodito con rispetto uno dei tanti luoghi simbolo della Resistenza partigiana, sono solo un ricordo, tritate tra le macerie dei cantieri. Vicino a quel cippo nei giorni della Liberazione in località Barabini di Trasta, in Val Polcevera, vennero ritrovate alcune fosse ricoperte di terra. Da quelle fosse furono estratti i corpi di 5 persone, torturate a morte dai tedeschi che nella zona avevano un comando e che soprattutto nel mese di marzo 1945 avevano intensificato le azioni di polizia volte a terrorizzare la popolazione, in una zona industriale e operaia, dove era attiva l’azione antifascista e partigiana, spesso in collegamento con quella delle fabbriche. Tra gli assassinati era presente anche una donna (Graziella Giuffrida di 21 anni) che, condotta nella sede del comando di Fegino, fu violentata e sottoposta a tortura prima di essere uccisa e gettata in una delle fosse di Via Rocca dei Corvi.
Qualche giorno fa, in occasione del 69 anniversario dell’eccidio, alcune decine di persone si sono ritrovate intorno a quel cippo, per ricordare il sacrificio di quei partigiani, dinnanzi al quale Co.Civ e autorità non hanno esitato un istante a creare il deserto.
È stato letto il testo scritto da alcuni abitanti di Trasta e del Comitato Villa Sanguineti di cui riporto un breve passo: “….la storia si ripete. Cambia forma, ma rimane la stessa sostanza, la stessa prepotenza. L’autorità con la forza si prende la nostra terra e la nostra vita. Decide sulla nostra pelle, sulla nostra salute, scavalcando i nostri diritti imponendo il suo dovere: il dover guadagnare.”
“Qui vivono per sempre gli occhi che furono chiusi alla luce perché tutti li avessero aperti per sempre alla luce” G.Ungaretti
— “Ti avremmo tagliato la gola e buttato in un buco, se avessi strappato le reti al mio paese”.
Questo è stato detto a un membro del comitato no tav/terzo valico che osservava le attività interne all’enorme cantiere Romanellotta di Pozzolo Formigaro.
È questo solo l’ultimo esempio del livello di legalità con cui ci si muove intorno ai lavori del Terzo Valico. Tralasciando tutte le denunce fatte da più di 20 anni, assistiamo a una continua escalation di indifferenza e arroganza nei confronti delle regole: ruspe che entrano in terreni privati, denunce e fogli di via per azioni irrisorie, materiali trasportati senza dichiarazioni di sicurezza sull’amianto.
È vero, i membri del comitato si sono resi “colpevoli” di aver tolto le reti del cantiere, ma lo hanno fatto di giorno, a viso scoperto, in una festa popolare con donne e bambini, come estremo tentativo per difendere la loro terra.
C’è ancora chi pensa che il Terzo valico porti benessere e lavoro…l’operaio che ha minacciato non era della zona, proveniva da posti dove la legalità è una vaga idea. Vogliamo un territorio devastato, mancanza d’acqua, aria irrespirabile, traffico, minacce di morte? In cambio di cosa? Di qualche opera compensativa, magari una rotatoria o un sottopasso in più?
“Nell’incontro di Roma abbiamo ottenuto dal Ministero e dal Co.civ l’istituzione di un tavolo di concertazione che ci permette di ragionare sul progetto di sviluppo del territorio”.
Caro Robbiano, non ho voglia di beccarmi una seconda querela dal Cociv e quindi mi limiterò solo a ricordarLe, riferendomi a dati di cronaca, chi sono i suoi interlocutori.
–Il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi è indagato per concorso in abuso d’atti di ufficio insieme a Fedele Sanciu, ex senatore del Pdl e Commissario dell’autorità portuale del Nord Sardegna.
— È di venerdì scorso la notizia circa la condanna in Corte d’appello di Firenze dei vertici del Consorzio Cavet, controllato da Impregilo, per danni ambientali connessi alla realizzazione del Tav del Mugello fra Bologna e Firenze. Fra i condannati ci sono anche coloro che pare abbiano rivestito la carica di Presidente del Cociv fino a fine del 2012, di direttore del Cociv fino al marzo 2013 e, infine, così dicono, l’attuale direttore del Cociv (condannato a 4 anni e 6 mesi).
Questa la sintesi riportata dai giornali: “Secondo l’accusa durante i lavori per la costruzione dell’alta velocità tra Firenze e Bologna le terre di scavo sono state smaltite in cave o in siti per i quali ci sarebbero state delle certificazioni illegittime. Inquinati anche 24 corsi d’acqua. Diciannove persone condannate, tra i quali i vertici del consorzio controllato da Impregilo. Contestati a vario titolo: traffico illecito di rifiuti e omessa bonifica”
Giriamo a Robbiano la domanda posta da No TAV-Terzo Valico: “È eticamente accettabile che gli uomini del Cociv possano costruire il Terzo Valico dopo i danni ambientali compiuti nell’esecuzione dei lavori del Tav del Mugello?
“Senza Terzo Valico la Liguria rimarrebbe isolata e le merci non potrebbero uscire dal porto”.
Questa affermazione trita e ritrita, ripresa come un ritornello dai genovesi, non ha alcun senso.
I circa 200.000 container annuali (non 4 milioni come prevede Luigi Merlo presidente dell’Autorità portuale) impiegano una giornata ad uscire dal porto semplicemente perché c’è un solo binario disponibile all’interno del porto. La Liguria nel suo complesso ha ben sei linee (sottoutilizzate) per superare l’Appennino, di cui tre al servizio del porto di Genova. È vero che c’è isolamento, ma per ben altre cause e soprattutto per l’unico e precario binario lungo la costa.
“La proposta Terzo Valico destò preoccupazione all’amministrazione comunale. Le alternative erano due: il puro e semplice NO alla linea oppure entrare nel merito della questione e cercare, analizzando il progetto, di annullare o quanto meno limitare i danni che un’opera di tale portata può creare all’ambiente e, nel contempo, cercare di portare qualche vantaggio al nostro territorio in termini di posti di lavoro, di attività logistiche e di opere compensative. Si è deciso di intraprendere la seconda via anche perché dieci anni fa viene deliberata la legge obiettivo per la quale i Comuni devono accettare il passaggio della nuova linea”.
Appena eletti, i nuovi rappresentanti PD in Parlamento avevano dichiarato di voler annullare l’antidemocratica legge obiettivo di Berlusconi e Lunardi, ma non se ne è saputo più nulla e la legge obiettivo, ossia l’esaltazione dell’ – Io so’ Io e voi non siete un cazzo – (dal marchese del Grillo) continua a essere in vigore. Le autorità superiori hanno deciso e quindi mi adeguo … ma mi pare che gli uomini dell’antifascismo e della Resistenza avessero un altro modo di ragionare. Ma senza disturbare i partigiani, anche i personaggi “senza volto” del bel libro di un certo Lorenzo Robbiano da Novi non si adeguavano per niente!
Una “grande opera” nata male (vedi dichiarazioni Necci e Imposimato), inutile, costosissima e dannosa va respinta e non appesantita da altre colate di cemento, compensazioni e ulteriori spianate di asfalto.
“Il ministro Lupi ha sostenuto che l’Unione europea finanzierà in parte l’opera”
È una menzogna! La Fegino – Tortona non è una tratta transfrontaliera e quindi nessun contributo europeo né in passato né ora. Non rientra nell’elenco delle opere che l’Europa ritiene necessarie e se l’Italia vuole sbattere via oltre sei miliardi lo faccia pure, ma senza battere cassa a Bruxelles! Eppure continuano a raccontarci questa frottola.
Ma anche il tanto declamato corridoio Genova – Rotterdam o corridoio dei due mari, di cui la classe politica favorevole all’opera si riempie la bocca senza troppa cognizione di causa, non esiste più e persino quegli sveglioni dei nostri politici, se avessero studiato un pochino o almeno visitato il sito della Comunità Europea, avrebbero potuto trarre questa semplice conclusione. Infatti a partire dal meeting “Ten-T days” svoltosi in Estonia a Tallinn dal 16 al 18 Ottobre del 2013 i vecchi corridoi Ten-T (reti di trasporto trans-europee) sono stati messi in soffitta e al loro posto sono stati tracciati nove nuovi corridoi principali che formeranno le arterie dei trasporti dell’Unione Europea.
Se andiamo a leggere il documento riguardante l’ultima richiesta di finanziamento alla Commissione Europea da parte degli Stati membri possiamo vedere a pagina 171 che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Italiano ha presentato richiesta di cofinanziamento per i primi due lotti di lavori del Terzo Valico.
Il finanziamento riconosciuto è stato pari a ZERO euro e nelle motivazioni si può leggere che il progetto non rientra nelle priorità di finanziamento della Comunità Europea!
Più che “chiedercelo l’Europa” è la nostra classe politica che chiede all’Europa di far rientrare il Terzo Valico all’interno di uno dei corridoi europei. Non ce lo chiede l’Europa, ma sono quelli del Cociv (Salini-Impregilo, Società Italiana per Condotte d’Acqua e Civ) a chiederlo ai loro amici politici e quando i politici hanno chiesto soldi all’Europa, l’Europa ha risposto ZERO euro.
Riprendendo una acuta sintesi di Ivan “Il Terzo Valico è un progetto strategico pagato coi soldi di tutti i cittadini. Strategico per i bilanci del Cociv, ovviamente”.
INFINE
“Tra le proposte dell’amministrazione comunale di Novi era inserita quella dell’eliminazione dello ‘Shunt’, vale a dire del bypass ferroviario che doveva correre nella campagna che divide Novi e Pozzolo in direzione Alessandria. Nell’incontro che abbiamo avuto a Roma la scorsa settimana l’AD Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, ha dichiarato che lo ‘shunt’ verrà eliminato dal tracciato. Questo significa sette chilometri in meno di linea. Oggi, inoltre, ci sarà la possibilità, entrando il Terzo Valico nella linea storica, di alimentare nuovamente San Bovo”.
Durante l’incontro a Roma tra Ministro ed enti locali è stato assicurato al sindaco di Novi, o almeno così dice lui, che lo Shunt sarà eliminato.
Parole, ma nessun documento!
E poi cosa cambia?
Proprio questa mattina nella zona Pieve di Novi il Cociv ha iniziato a tirare su reti (prontamente abbattute nel giro di tre ore dagli abitanti della zona) per recintare un territorio che verrà desertificato.
Il ramo principale della linea, che con ‘sto benedetto “sciant” non c’entra niente, continua a passare dal Basso Pieve, proveniente da Serravalle e diretto a Tortona. Nulla cambierà per i km in superficie che cancelleranno l’ultimo polmone verde rimasto a due passi da Novi. Il Sindaco uscente di Novi ha poco da gongolare: l’eliminazione dello Shunt finora è pura propaganda, non a caso a due mesi dalle elezioni novesi.
Tale operazione prevede un nuovo progetto, un nuovo iter amministrativo, una revisione dei costi, e soprattutto modifica radicalmente lo scopo dell’opera.
Per di più non salverà minimamente il Basso Pieve dalla devastazione.