di Carlo Tardiani
Si legge sul giornale “La Stampa”, cronaca di Alessandria e provincia del 22 ottobre 2015, che il tavolo regionale sull’amianto del Terzo Valico ha concluso i lavori approvando la bozza dell’ultima versione del protocollo “Gestione rischio amianto”. Ne ha dato notizia Alberto Mallarino, rappresentante dei comuni nei tavoli tecnici regionali, in una riunione dei sindaci svoltasi a Novi Ligure.
Nello stesso articolo viene confusa la composizione del materiale di scavo con la composizione dell’aria, i Kg. sono scambiati per litri e le fibre per grammi (RICORDIAMO CHE PER IL MATERIALE DI SCAVO SI DEVE PARLARE DI 1 gr/Kg, MENTRE PER L’ARIA DI 1 fibra/litro).
Amen. Come sempre tanto di tanto, tanto di niente, le parole di tanta gente….
Dalla lettura di tutto l’articolo, emergono almeno tre considerazioni:
1) Con quale coraggio si parla ora di gestione rischio amianto, quando finora nel precedente famigerato “protocollo amianto” veniva sottovalutata e quasi nascosta la presenza di amianto nella conformazione geologica che si stabiliva di perforare, enorme problema di primaria importanza per la salute pubblica e per l’aggravio dei costi di gestione a carico ovviamente dei cittadini che pagano codesta “grande opera”. Con quale coraggio, si parla ora di gestione rischio amianto, quando a pag. 63 del precedente protocollo amianto, pur sapendo della forte presenza di amianto, si demandava al futuro tale problema, scrivendo “si sottolinea che in caso di riscontro di amianto dovranno essere previste…adeguate azioni e procedure atte ad individuare la possibile fonte di inquinamento e a contenere l’aerodispersione di fibre di amianto…di azioni e procedure dovrà essere data evidenza nel Sistema di Gestione Ambientale (SGA).” Cioè si era consapevoli della possibilità di causare una pericolosissima situazione per la salute umana e si procedeva lo stesso, tanto poi un altro bel protocollo in più è sempre lì, pronto ad essere sfornato.
All’attenzione della magistratura piemontese e ligure non deve sfuggire quanto ha detto la Procura di Avellino per l’Isochimica di Avellino, a proposito dell’inquinamento da amianto: «Gli indagati per raggiungere i loro scopi, (industriali, commerciali o per i pubblici amministratori,…), hanno agito nella piena consapevolezza degli enormi danni che sarebbero stati arrecati nell’ambiente e alla salute delle persone».
2) Le misure che ora si dovrebbero adottate per far fronte al pericolo mortale dell’amianto, sono tali ( equipaggiamento speciale per tutti gli addetti ai lavori sotto controllo dell’ASL, trasporto in recipienti chiusi del materiale scavato fino ai depositi o cave, posizionamento di centraline ARPA per il controllo dell’aria su tutto il percorso effettuato dai mezzi di trasporto, controllo delle forze dell’ordine sulle operazioni e sulla regolarità del materiale trasportato, smaltimento finale dell’amianto chissà dove…) da richiedere un aumento dei costi esorbitante. A tale proposito non si riesce ancora a sapere perché la Corte dei Conti non si è ancora pronunciata in merito all’esposto presentato dai cittadini, relativamente proprio a questo aggravio di spesa.
3) Con quale coraggio si sfornano protocolli per la gestione rischio amianto, invece di fermarne immediatamente la causa diretta, pur sapendo che ogni giorno emergono inchieste della magistratura su un’Italia spensierata che ha ammazzato tante, tante e tante persone esponendole incoscientemente alle fibre di amianto!
Resta una sola speranza nella popolazione: qualcuno fermi subito questa “roba”!!!!!