L’ormai ex direttore dell’ospedale di Alessandria, Giacomo Centini, ringrazia “in particolare il sindaco di Alessandria Gianfranco Cuttica di Revigliasco che ha favorito il nostro incontro con Solvay: lui è stato il tramite”.
Uno studio epidemiologico – pubblicato da Arpa Piemonte e Asl Alessandria – sull’incidenza di patologie e mortalità nel territorio adiacente al polo chimico che parla chiaro (se vivi a Spinetta hai maggiore probabilità di essere ricoverato in ospedale in confronto a chi vive nel capoluogo – ricoveri per tumore al rene +76%, tumori epatici +63%, malformazioni dell’apparato genitale-urinario +25).
Una sentenza della Corte di Cassazione che condanna Solvay dicendo chiaramente che – pur consapevole dell’inquinamento pregresso – ha continuato ad operare senza bonificare e – ancor più colpevolmente – senza smettere di sversare sostanze tossiche sul territorio.
Un’indagine in corso, da parte della Procura di Alessandria, sulla stessa azienda per disastro ambientale ed omessa bonifica.
Un presidio sotto il Comune di Alessandria di cittadine e cittadini che hanno chiesto a gran voce all’amministrazione di prendere una posizione chiara e politica in merito al dramma ambientale e sanitario causato dal polo chimico di Spinetta Marengo.
E il nostro Sindaco cosa pensa bene di fare?
Lui “favorisce” gli incontri tra Solvay e altri enti riuscendo “addirittura” ad elemosinare 75.000 per l’ospedale di Alessandria.
Settantacinquemila euro da un polo chimico che fattura 850 milioni, da una multinazionale, potenza mondiale nel settore della chimica, che fattura più di 10 miliardi l’anno.
Un’operazione che ci fa quasi ripensare con nostalgia al pavido appello dell’assessore Barosini rivolto a Solvay per la costruzione del secondo ponte sul Bormida, almeno l’assessore, rispetto al sindaco, aveva avuto l’accortezza di giocare al rialzo nella richiesta di opere compensative Non ci stupirebbe scoprire che tra i privati a cui ha fatto pubblicamente appello il sindaco tempo fa per l’apertura dell’hub vaccinale alla Valfrè, figurasse nuovamente Solvay.
Decine di migliaia di euro per ripulirsi la coscienza e cercare di recuperare una parvenza di reputazione.
Il nostro sindaco svende il territorio, svende la salute pubblica, e non ha nemmeno la lungimiranza di farlo per più di poche briciole.
Se proprio Solvay deve stanziare dei soldi per una qualsivoglia opera di tutela pubblica, lo deve fare per uno screening sanitario della popolazione, per verificare quanto la sua produzione stia ammazzando e facendo ammalare le persone che abitano il territorio.
È ciò che le istituzioni hanno recentemente obbligato Solvay a fare in New Jersey, finanziare uno screening sanitario.
Qui da noi invece un direttore di un ospedale pubblico ringrazia il sindaco, tutore della salute pubblica, di aver favorito l’incontro con una multinazionale il cui inquinamento ha e avrà un costo per la sanità che nemmeno possiamo immaginare.
In Europa si stimano costi sanitari fra i 52 e gli 84 miliardi di euro all’anno relativi alle conseguenze dell’inquinamento da Pfas. C’è da aggiungere altro?