La giornata di Sabato a Firenze ha espresso un ulteriore straripamento di quello che è lo stato delle cose in questo paese: giovani precari, persone dal futuro incerto, normali cittadini con un’immensa voglia di riscatto hanno travalicato il divieto a manifestare imposto da Renzi e dal PD, sotto forma di una mancata aurorizzazione al corteo, che tradotto in termini politici è una privazione del diritto al dissenso ed alla parola, un’operazione di prevaricazione e di imposizione dal deciso sapore dittatoriale, dettata dalla paura. Paura del confronto generazionale, paura che le legittime ragioni di migliaia di persone, potessero rovinare la loro squallida vetrina.
La narrazione che fuoriesce è quella di una piazza decisa ed agitata, animata da una moltitudine di individui vogliosi di riscatto, di dignità e di futuro; che va ben oltre la tossicità del solito racconto sui “facinorosi”, sui “violenti”, quel racconto non funziona più ed inizia ad incrinarsi nell’opinione pubblica.
Lo straripamento dell’energia della piazza di Firenze fa si che l’immaginario collettivo vada sempre più a comprendere che chi animava quella piazza era partito da ogni angolo d’Italia per manifestare il proprio dissenso ad un governo lontano dagli interessi dei cittadini e più ben disposto verso la finanza delle banche, i grandi gruppi industriali e le multinazionali.
E’ sempre più palese anche alla grande opinione pubblica che chi stava in piazza Sabato scorso lo faceva perchè stanco e frustrato di non poter costruire il proprio futuro in un paese, l’Italia, che nega la possibilità di indipendenza a milioni di giovani e meno giovani, costretti a lavori sottopagati, senza tutele, senza garanzie e, spesso, ad emigrare alla ricerca di una serie di possibilità che l’Italia a guida Renzi ha eroso e cancellato.
Dopo la giornata di ieri è stata tracciata ancora più netta la linea che porta tutte e tutti alle urne del 4 Dicembre e a quel #NO che parla di cambiamento politico, sociale, istituzionale!
Con un pensiero a Francesco, compagno arrestato durante la giornata di ieri e che non ha abbassato la testa per neanche un secondo, ben consapevole, come tutt* noi, di essere dalla parte giusta e di agire per un futuro dignitoso, rilanciamo l’appuntamento per il 27 Novembre a Roma, dove in una grande giornata di festa porteremo, convinti e solidi, le ragioni del NO a questo governo che ci vorrebbe precari, obbedienti, sottopagati e zitti!
Un bel video sulla libertà di manifestare a Firenze
Pubblichiamo anche il comunicato stampa di Firenze dice NO sulla contestazione alla Leopolda
In più di 5’000 persone oggi a Firenze abbiamo messo in pratica quanto abbiamo ripetuto nelle scorse giornate: la legittimità a esprimere dissenso e le ragioni del NO al referendum nonostante divieti, vergognose imposizioni, attacchi e intimidazioni indegne.
In tutti i modi si è cercato di impedire che si potessero rappresentare le ragioni di chi si oppone a questo governo e alle conseguenze di una riforma costituzionale che sa di autoritarismo e di ulteriore accentramento del potere nelle mani di pochi.
Avevamo detto che non avremmo accettato lo scandaloso divieto di manifestare imposto dalla questura, che non saremmo stati confinati in piazza San Marco, ma che saremmo andati a portare le ragioni del NO fin sotto la Leopolda, dove Renzi e suoi figuranti del Partito Democratico come al solito si rintanavano lontani dalla società reale.
Ci siamo presi sin da subito piazza San Marco in migliaia rendendo immediatamente chiaro che il tentativo di impedirci spazi di espressione e partecipazione avrebbe provocato una giusta e legittima risposta. La polizia si è comportata come la guardia privata di Renzi, assumendosi la responsabilità politica di mettere a tacere il dissenso per conto del premier.
Tanti fiorentini sono scesi oggi in piazza accanto a delegazioni dei tanti NO che costellano l’Italia resistenze territoriali contro le nocività e le devastazioni, comitati contro le grandi opere inutili, studenti, precari, vittime del Jobs Act hanno costruito oggi una grande giornata: la giornata in cui la Leopolda del Sì non ha potuto impedire che le ragioni del NO venissero comunicate a tutto il paese da un fiume in piena di dissenso e dignità!
La reazione della polizia alla richiesta di cominciare una manifestazione verso la Leopolda dimostra gli spazi di democrazia che concede il sedicente Partito “democratico”.
Cariche, lacrimogeni, fermi si sono riversati sulle migliaia di partecipanti ma nulla è riuscito a fermare la nostra capacità di comunicare a tutto il paese che il governo Renzi è il governo dell’austerità, dell’attacco ai diritti, dell’impoverimento generale. E che per questo va sfiduciato in ogni modo, nelle piazze e nelle urne, il 4 dicembre.
Quello che è successo oggi è inaccettabile: una gestione dell’ordine pubblico tesa a impedire quegli stessi diritti civili e sociali che Renzi finge di difendere nei suoi teatrini a reti unificate. Durante le cariche è stato fermato Francesco, un ragazzo che si trova tutt’ora in stato di fermo. Ci sono stati anche diversi feriti dal momento in cui la polizia non ha smesso di inscenare provocazioni a margine del corteo.
C’è una parte del paese che sta alzando la testa, che non si beve più le baggianate di Renzi e che sa che bisogna riconquistarsi diritti e dignità tutti insieme, come successo oggi.
Torneremo in piazza il 27 Novembre a Roma, per una nuova grande giornata di mobilitazione popolare di massa ad una settimana dal voto sul referendum!