Dalle pagine de La Stampa è evidente che Rita Rossa ha ufficialmente dato il via alla campagna elettorale del PD; lo fa sulle note di una tipica sinfonia cara alla destra ma che da tempo è entrata prepotentemente a fare parte del repertorio del Partito Democratico, che non perde occasione di cavalcare derive reazionarie e calcare la mano su fatti di cronaca nera per caricare il proprio linguaggio, soprattutto in campagna elettorale, come e peggio della Lega e delle destre più becere.
Si sa, al termine di quattro anni che hanno visto il pressoché totale abbandono della città da parte delle istituzioni che dovrebbero governarla nell’ottica politica del miglioramento, è dura trovare argomenti buoni per incominciare a racimolare qualche voto.
Ed allora si trova terreno facile a fare leva su spauracchi tipici di propagande che tanto ricordano i primi sindaci sceriffi della Lega: stranieri, microcriminalità, risse, sono queste le parole d’ordine che la sindaca ha utilizzato per rivelare la sua voglia di strade alessandrine pattugliate dall’esercito.
Se fa ovviamente sorridere anche solo il pensiero di una cittadina di centomila abitanti pattugliata dall’esercito, immagine quanto mai distopica e legata ad un certo immaginario di fantascienza fatta di oscure dittature militari, è assolutamente illogico e palese a tutti che la soluzione ad una fantomatica microcriminalità diffusa ed a qualche rissa sia la città pattugliata dai militari dell’esercito: repressione, divise ed armi nelle strade della città non servono a nulla se non a rendere tese le vite delle persone, riempiendole di paure, dando il via ad una sequela di reazioni, più o meno lente, che portano inevitabilmente ad un’esistenza meno degna per tutti.
In buona sostanza, l’uscita di Rita Rossa, uno squallido assaggio della sua prossima campagna elettorale, segna il passo della sua capacità di leggere la città: il governo PD della città di Alessandria ha devastato i servizi al cittadino, sono aumentati a dismisura i costi di quelli per l’infanzia, è stato annichilito quello del trasporto pubblico, mentre l’emergenza abitativa si acuisce e decine di famiglie si ritrovano smembrate a vivere in soluzioni tampone tra dormitori e comunità, le sue preoccupazioni sono il riuscire ad inaugurare il ponte Meier in tempo e paventare l’esercito nelle strade di Alessandria in nome di una risoluzione dei problemi di microcriminalità.
A Rita Rossa si può altresì regalare una suggestione: l’unica soluzione reale alla fortificazione delle comunità cittadine passa attraverso la creazione di spazi di socialità, di dimensioni vivibili negli spazi cittadini, di multiculturalità ed educazione ai rapporti tra comunità; a nulla servono pattuglie di energumeni armati per le strade, servono servizi, case, scuole sicure ed una politica sociale che non sia improntata all’abbandono dei più deboli al loro destino ma che si faccia carico dei problemi di tutti senza pensare, con ben poca lungimiranza, che l’immagine della forza dello stato sotto forma di esercito possa risolvere alcunché.