L’annullamento del vertice europeo sull’occupazione giovanile, originariamente previsto per l’11 luglio a Torino, ha messo in evidenza quanto precarie e deboli possono essere le élite europee, poco disposte a correre il rischio di esporsi a contestazioni pubbliche e di massa.
L’accumulo di energie e lavoro politico che si erano messe in moto per l’organizzazione delle giornate di protesta, a partire dalla partecipatissima assemblea nazionale del 31 maggio, rappresentano per noi tutt* un lascito prezioso, da non disperdere.
Con questo spirito, domenica 22 giugno, un centinaio di compagni e compagne, espressione di differenti esperienze politiche, sociali, sindacali di base e studentesche si è riunito in un’assemblea di confronto collettivo per rilanciare un percorso di lotta comune, che ci permetta di arrivare attrezzati per il prossimo autunno.
Il panorama politico italiano è segnato oggi da un allineamento di tutti i partiti dell’arco istituzionale alle necessità del governo Renzi di rompere le rigidità, le resistenze, i diritti e le garanzie residuali, tuttora incompatibili col progetto di ridisegno ultra-neo-liberale del paese, per renderlo accettabile alla contabilità della Trojka. L’accanimento del Piano Casa contro le occupazioni di case e il progetto di flessibilizzazione/precarizzazione contenuto nel progetto di legge-delega sul lavoro (Jobs Act) sono due facce della stessa medaglia. Incarnano un’idea di società e di sviluppo che ci è nemica e ci vuole sempre più precari/e, ricattabili, addomesticati.
Oltre l’Italia, c’è l’Europa ma l’idea che abbiamo di Europa è totalmente incompatibile col mostro giuridico-economico-politico istituzionalizzato nell’Unione Europea e nella Banca Centrale e invoca piuttosto l’idea di un’Europa delle lotte a venire.
A partire da queste comuni considerazioni, l’assemblea ha preso le seguenti decisioni:
– Il mantenimento della settimana di iniziative di lotta dislocate sul territorio dal 23 al 28 giugno
– Una 3 giorni di discussione, confronto e iniziativa a Venaus (Val Susa) l’11, il 12 e il 13 luglio in cui confrontarci sulla ripresa di una stagione di conflitto in autunno.
Nella valorizzazione dei percorsi territoriali, c’impegniamo ad innescare un processo sociale espansivo verso le giornate di mobilitazione di metà ottobre, nelle forme di uno sciopero sociale metropolitano contro la crisi, le misure di austerity, il ricatto del debito e della precarietà.
Torino, 22 giugno 2014