A 6 giorni dall’occupazione dell’ex caserma GdF in via Verona 7, gli occupanti hanno deciso di riaprire le porte dell’immobile alla città.
In questi giorni gli attivisti e le famiglie del Movimento per la Casa hanno ripulito buona parte dello stabile che ha ricominciato a prendere vita: ogni giorno mamme e i bambini si fermano a giocare e a fare merenda nel bellissimo cortile della caserma, giovani e anziani si danno il cambio per tenere lo spazio presidiato, tantissimi cittadini passano a salutare, a portare la propria solidarietà e generi di conforto per gli occupanti. In via Verona sta nascendo la percezione di una vera cittadinanza attiva, fatta di curiosità, solidarietà, voglia di capire e di mettersi in gioco, il mettersi in moto, di una coscienza risvegliatasi di fronte all’inaccettabile abbandono di un luogo che tanto avrebbe da dare ad Alessandria e a chi vive il problema della casa.
Eppure, anche di fronte ad un’opinione pubblica che sembra aver compreso e condiviso, in larga parte, il gesto del Movimento, questura e proprietà dell’immobile sembrano essersi allineate sulla “linea dura” dello sgombero. Mercoledì pomeriggio infatti, quattro rappresentanti della Cassa Depositi e Prestiti (che il mese scorso ha acquistato lo stabile dal demanio), si sono presentati alle porte dell’edificio per annunciare la scelta di denunciare gli occupanti, benché al momento non esista alcun progetto concreto di riqualificazione e recupero né di vendita dell’immobile. A questo proposito, per comprendere a pieno l’assurdità della situazione, è utile chiedersi cosa sia questa fantomatica Cassa Depositi e Prestiti che sta assorbendo buona parte delle proprietà pubbliche e demaniali in tutta Italia: una società per azioni a controllo pubblico che, facendosi scudo del nome del Ministero dell’economia e vantando il ruolo di risanatrice delle casse statali, si arricchisce speculando e vendendo strutture e beni pubblici di ogni tipo.
Nell’arco di quest’ultimo mese sono due gli edifici di cui il Movimento ha denunciato l’abbandono (e molti altri se ne possono trovare) e che mettono in evidenza il paradosso che vede, da un lato, strutture vuote e inutilizzate e dall’altro migliaia di persone in emergenza abitativa. Neanche la moratoria degli sfratti, che da più parti e da molto tempo si chiede a gran voce e che permetterebbe a molte famiglie di tirare un sospiro di sollievo e vivere in serenità nelle proprie abitazioni in attesa di un’alternativa, sembra essere tra le priorità in agenda del Prefetto e degli organi che governano la città. Di fronte alla mancanza di proposte e soluzioni, che viaggia di pari passo con l’esponenziale aumento delle situazioni di difficoltà e emergenza, la pratica dell’occupazione acquista forza e legittimità e segna l’unica strada possibile per chi rivendica il diritto ad avere una casa e a vivere una vita dignitosa.
Nonostante l’attuale pericolo di sgombero e il sostanziale disinteresse da parte delle istituzioni a trovare soluzioni alternative o di regolarizzazione, l’assemblea degli occupanti ha deciso di condividere con la città la riscoperta di un edificio bellissimo e tutt’ora in buone condizioni, proprio nel cuore del centro.
Quale occasione migliore se non una festa, un aperitivo durante il quale gustare sapori che arrivano da ogni parte del mondo, come tante tra le famiglie che troveranno una casa in via Verona? Se è vero che l’obiettivo del Movimento è far sì che l’ex caserma GdF diventi la casa per le 15 famiglie sotto sfratto, è altresì chiaro quanto diventi fondamentale far sì che la città intera possa rivivere e toccare con mano la possibilità, da parte dei cittadini, di poter svolgere un ruolo nel recupero di immobili e strutture abbandonati colpevolmente dalle amministrazioni.
La comprensione che la volontà popolare possa cambiare il destino di beni della collettività è un elemento cardine del percorso che ha portato il Movimento per la Casa ad occupare la Banca d’Italia ed ora l’ex Caserma di Via Verona.
Queste righe sono quindi un invito alla cittadinanza a partecipare alla festa, sabato 7 giugno, in via Verona 7, a gustare un aperitivo dai sapori multietnici, ad ascoltare insieme buona musica, a scoprire un luogo finora ingiustamente chiuso e inarrivabile che sta riprendendo vita.