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“Lite” tra comuni per le discariche del terzo valico

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

da alessandrianews

Nessun comune dell’alessandrino vuole lo “smarino”, ossia il materiale estratto con la realizzazione del tunnel da 40 chilometri del Terzo Valico dei Giovi. Un milione di metri cubi di terra e altro materiale (tra cui le schiume utilizzate durante gli scavi) ancora senza una precisa collocazione. Oggi la conferenza dei servizi per decidere sulle cave di Pozzolo e Alessandria

PROVINCIA – Nessun comune dell’alessandrino vuole lo “smarino”, ossia il materiale estratto con la realizzazione del tunnel da 40 chilometri del Terzo Valico dei Giovi. Un milione di metri cubi di terra e altro materiale (tra cui le schiume utilizzate durante gli scavi) ancora senza una precisa collocazione.

Oggi, giovedì, si terrà la conferenza dei servizi per valutare le variazioni proposte da Cociv ai siti di stoccaggio e si profila “rissa” tra i comuni interessati: Alessandria, Pozzolo Formigaro, Tortona.
“Il Cociv, anche su sollecitazione dell’amministrazione, – dice l’assessore all’ambiente del comune di Tortona Davide Fara – ha rinunciato ad attuare il sito in località Castello Armellino e pertanto ha chiesto una modifica del Piano proponendo l’inserimento di due nuove aree, una nel Comune di Alessandria e l’altra nel Comune di Pozzolo Formigaro”. L’area tortonese è considerata a rischio esondazione, quindi inutilizzabile.
“La decisione assunta dal Cociv – commenta ancora Fara – deriva dall’ottimo lavoro portato avanti dall’amministrazione che si è fortemente opposta all’apertura di una nuova cava sul territorio”. Fuori Tortona, resterebbero Pozzolo e Alessandria.
Pozzolo, dal suo canto, annuncia che si opporrà ad una nuova cava sul suo territorio, avendone già una, bella grande: cascina Romanellotta.

Anche Alessandria potrebbe volersi tirare indietro: “Il sindaco di Alessandria, a seguito di un ordine del giorno votato nel 2012 in Consiglio Comunale, – ricorda il Movimento 5 Stelle – sottoscrisse un documento nel quale, pur subordinandola all’assenza di un ritorno utile in materia di logistica per la città, dichiarava la sua contrarietà all’opera e la volontà di opporsi all’uso del territorio con ogni strumento a sua disposizione. In quella stessa data i Gruppi Consiliari del Partito Democratico e della Lista Civica Rossa presentarono un ordine del giorno in cui si chiedeva al sindaco, estendendo l’appello ai Presidenti delle Province di Alessandria e Genova e delle Regioni Piemonte e Liguria, di vigilare in modo capillare con Asl e Arpa sullo svolgimento dei lavori del Terzo Valico nei comuni interessati, sul loro impatto ambientale, sul rischio idrogeologico connesso alle cave. Inoltre, si chiedeva di attivare tavoli di confronto con RfI e Trenitalia per valutare il trasporto merci e passeggeri nella zona e riqualificare i nodi ferroviari locali, a partire dalla scalo stesso di Alessandria.
Il M5S di Alessandria, a questo punto, si aspetta dal Sindaco la massima attenzione per la scelta che verrà fatta giovedì a Torino e che si attivi per mantenere l’impegno preso nel 2012 di fronte ai cittadini, in qualità di garante primario della loro sicurezza e della loro salute. Ci aspettiamo ora che mantenga la parola”.
Le cave alessandrine, al Cristo e Cascina Bella Chiara, si trovano nella zona di un’ex discarica Amiu per i rifiuti urbani, interessata dall’esondazione del fiume Bormida nel 2008 e nel 2011, come rilevato a suo tempo dalla stessa Regione; vennero quindi classificate al livello B, in quanto siti che presentano alcune limitate “controindicazioni” o limitazioni alla collocazione dello smarino rispetto a quelli in fascia A, la prima scelta. Ora la seconda scelta rischia di diventare quella obbligata.

29/01/2015