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Reti di Novi cercano vendetta ma hanno la peggio

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Neppure dieci giorni dopo il duro scontro avvenuto fra recinzioni e No Tav presso i cantieri della Romanellotta a Pozzolo e della Pieve a Novi Ligure, con grande preoccupazione dobbiamo dar conto di un nuovo episodio increscioso. La tensione sta ormai salendo sempre più ed è necessario intervenire prima che la situazione possa degenerare. Con ogni probabilità le recinzioni di Novi, considerate da tutti gli organi di informazione l’ala dura del Movimento delle Reti, non hanno digerito il confronto avuto coi No Tav che si erano limitati a difendersi dall’aggressione che avevano subito.

Hanno allora premeditato la vendetta e hanno nuovamente deciso di attaccare un gruppo di No Tav che si trovavano nei paraggi del cantiere della Pieve alla ricerca degli ottimi funghi di stagione. In netta superiorità numerica e cogliendo i No Tav alle spalle hanno sfoderato un violentissimo attacco ma ancora una volta, grazie ai super poteri conferiti da madre natura a chi difende la propria terra, hanno avuto la peggio. Centinaia di metri di recinzioni sono nuovamente rimaste a terra, ma i No Tav la cui etica è ormai riconosciuta da tutti, non hanno infierito dopo l’abbattimento. Si sono pure preoccupati di chiamare l’ambulanza perchè arrivasse prontamente in soccorso.

Furioso il segretario generale del Sindacato Autonomo delle Reti: “Adesso basta! Le nostre reti sono dalla parte della legalità. Servono solo a proteggere cantieri in cui lavorano ditte legate alla ‘ndrangheta. Chiediamo ancora una volta che vengano protette o saremo costretti a predisporre ronde notturne alla ricerca dei No Tav”.

La tensione nell’aria è palpabile, speriamo che prevalga il buonsenso da parte di tutti.