Riceviamo e volentieri pubblichiamo la seguente lettera:
Ti avremmo tagliato la gola e buttato in un buco, se avessi strappato le reti al mio paese.
Questo è stato detto ad un membro del comitato no tav/terzo valico che si aggirava intorno alle reti del cantiere Romanellotta di Pozzolo Formigaro.
E’ questo solo l’ultimo esempio del livello di legalità con cui ci si muove intorno ai lavori del Cociv (consorzio che realizza i lavori per il treno al alta velocità).
Tralasciando tutte le denunce fatte da più di 10 anni, assistiamo ad una continua escalation di indifferenza e arroganza nei confronti delle regole: ruspe che entrano nei cantieri senza permesso, forze dell’ordine che, su richiesta di intervento dicono di non dare fastidio o si viene arrestati, denunce e fogli di via per azioni irrisorie, espropri fatti con l’inganno e la violenza (di … giorni fa ad un proprietario è stato impedito con la forza fisica di accedere alla sua abitazione e questa è stata espropriata) materiali trasportati senza dichiarazioni di sicurezza sull’amianto.
E’ vero, i membri del comitato si sono resi “colpevoli” di aver tolto le reti del cantiere, ma lo hanno fatto di giorno, a viso scoperto, in una festa popolare con donne e bambini, come estremo tentativo per difendere la loro terra, ma loro, si dice, sono i violenti.
C’è ancora chi pensa che il 3 valico porti benessere e lavoro…l’operaio che ha minacciato non era della zona, proveniva da posti dove la legalità è una vaga idea, come lui ne arriveranno centinaia, il lavoro sarà per loro, non per noi, come ripetiamo da tempo.
E’ questo che vogliamo? Vogliamo un territorio devastato, mancanza d’acqua, aria irrespirabile, traffico, minacce di morte, violenza? In cambio di cosa? Di qualche opera compensativa, magari una giratoria in più.
Ma soprattutto chi ci difende? Dov’è la legalità? Chiediamo ai nostri amministratori, a chi ci deve difendere di prendere posizione, ora, con forza, tra poco sarà troppo tardi.