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Verso il parco archeologico di Radimero ad Arquata

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Alcuni giorni dopo la notizia data dal nostro sito circa il possibile ritrovamento di reperti dell’antica Libarna all’interno del cantiere del Terzo Valico di Radimero ad Arquata possiamo fornire un aggiornamento sulla questione.

Intanto, anche se non ancora ufficialmente, la Soprintendenza per i Beni Archeologici, sembra confermare trattarsi proprio dell’antica città romana e sembra aver impartito a Cociv la direttiva di proseguire lo scavo archeologico alla stessa profondità in cui sarebbero emersi i primi reperti.

Il ritrovamento non è affatto casuale, ma già da progetto esecutivo del Terzo Valico erano previste l’esecuzione di indagini archeologiche a Radimero dove “sono state localizzate aree centuriate e sono stati segnalati in zona tratti dell’acquedotto romano di Libarna e un tracciato viario romano” e a Pozzolo Formigaro dove “in fase di progetto definitivo sono stati raccolti dati relativi alla presenza di un insediamento di età del Bronzo e reperti sporadici di epoca romana”.

Arrivando invece alle dolenti note abbiamo scoperto che gli archeologi al lavoro presso il cantiere sono dipendenti della famigerata ditta Lande, subappaltante di Cociv, di cui abbiamo abbondantemente già parlato per i suoi presunti legami con la camorra.

Ricapitolando a Radimero ad Arquata nel cantiere del Cociv, già accusato di truffa aggravata ai danni dello Stato per la questione dei fori pilota di fine anni ’90 lavora come ditta subappaltante la Lauro Spa, a sua volta accusata recentemente di truffa aggravata ai danni dello Stato e come archeologi lavorano dipendenti della Lande s.r.l  che parrebbe avere legami con la camorra.

Quindi il ritrovamento dei resti dell’antica Libarna sarebbe nelle mani di questi signori. Ogni persona di buon senso si permetterebbe almeno di dubitare del loro operato e non ci stupiremmo se facessero di tutto per ritrovare il meno possibile o per occultare rapidamente quanto venuto alla luce. A queste ditte dell’antica Libarna non interessa nulla. Interessa solo costruire il Terzo Valico nonostante la devastazione che questo comporterà a partire dall’estrazione da Radimero di oltre due milioni di metri cubi di smarino contente amianto, questione di cui si parlerà nell’assemblea pubblica del 21 Marzo presso la Soms di Arquata.

Devono essere fermati i lavori del Terzo Valico una volta per sempre e archeologi indipendenti devono poter continuare in tutta calma gli scavi archeologici utilizzando parte dei soldi che deriverebbero dalla rinuncia alla costruzione del Terzo Valico. Radimero e tutta l’area dell’antica Libarna devono essere trasformati in un grande parco archeologico, un’opportunità immensa contro la crisi pesante vissuta in basso Piemonte e un’occasione formidabie per attirare migliaia di turisti.

Un’idea di sviluppo sostenibile per le nostre terre, con investimenti su archeologia, storia e cultura nel rispetto dell’ambiente circostante. Sembra un sogno di questi tempi, ma è l’unica possiblità di dare un futuro dignitoso ai nostri figli. La marcia popolare del 5 Aprile è l’occasione giusta per dimostrare che i sogni possono diventare realtà. Se si sogna da soli è solo un sogno, se si sogna insieme è la realtà che comincia.