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Emergenza strade: “Senza risorse, chiediamo i fondi del Terzo Valico”

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Pubblichiamo da alessandrianews il seguente articolo. Quelle di Moro e della Provincia di Alessandria, da sempre sostenitori convinti della realizzazione del Terzo Valico, sono lacrime di dinosauro. Vedremo comunque se alle parole seguiranno fatti concreti. Buona lettura.

La situazione delle strade della Provincia, dopo le ondate di maltempo, è “drammatica”, ma quel che preoccupa ancora di più è la quasi totale “assenza di risorse” per porvi rimedio. Si fa strada l’idea di chiedere lo stato d’emergenza o proporre un “prelievo” dai fondi Cipe sul Terzo Valico. I privati proprietari di terreni franati saranno chiamati in causa

PROVINCIA – La situazione delle strade della Provincia, dopo le ondate di maltempo degli ultimi mesi, è “drammatica”, ma quel che preoccupa ancora di più è la quasi totale “assenza di risorse” per porvi rimedio. Sono infatti trentadue le strade a corsia ridotta o a senso unico alternato, 3 completamente chiuse, a Montechiaro d’Acqui, Montacuto e Gavi, 12 milioni di euro di danni. A tracciare il bilancio tragico, e non ancora definitivo, è stata la commissione del consiglio provinciale, riunita ieri. Inutile girarci intorno: “di soldi per fare interventi di ripristino e consolidamento non ce ne sono in cassa ed è difficile che arrivino dalla Regione”. A dirlo sono il dirigente Paolo Platania e l’assessore provinciale Graziano Moro. E si fa strada l’idea di chiedere lo stato d’emergenza o proporre un “prelievo” dai fondi Cipe sul Terzo Valico.

“Con le risorse che abbiamo riusciremo a mala pena a garantire le operazioni di ripristino temporaneo tanto da permettere la circolazione”. La somma di 12 milioni di euro di danni, oltre tutto, si riferisce a fine gennaio, “quindi è ancora parziale ed è sicuramente destinata a crescere dopo le ondate di maltempo di febbraio”, spiega Platania. A smottamenti e frane, prima causa della chiusura, occorre aggiungere la manutenzione del manto stradale, che non è ricompreso nella cifra.

“Fino ad oggi abbiamo cercato di intervenire sui tratti principali. Ma la situazione è tale per cui alcuni fondi inizialmente previsti per ripristinare frane, dovranno essere dirottati per rifare la pavimentazione. L’obiettivo minimo che ci possiamo permettere è quello di garantire la sicurezza”. Siamo arrivati al punto “di sperare che non nevichi più per poter trasferire i residui del fondo neve per la manutenzione delle strade”.
La zona più colpita è quella della Val Curone e Val Borbera, con 17 strade su cui è stato necessario mettere cartelli segnaletici di restringimento della carreggiata e una strada chiusa (la provinciale 115, nel comune di Montacuto). E’ messa leggermente meglio la zona del novese, che comprende la Val Lemme, dove risultano danneggiate 7 strade e chiusa 1, la Sp 158 della Lomellina. “Si tratta in genere di strade secondarie in cui si sono creati smottamenti. Il problema è che in molti casi si tratta di cedimenti di scarpate in campi o boschi di proprietà privata.
D’ora in poi sarà determinate chiamare in causa il proprietario del fondo anche se non sempre è possibile, quando – ad esempio – si tratta di proprietari anziani che non hanno risorse”. I privati, quindi, dovranno pagare in tutto i in parte le spese di ripristino o, per lo meno, quelle di rimozione di terra e massi caduti sulle strade e provenienti dal fondo. “E’ in corso l’elaborazione di un regolamento di polizia rurale che raccolga e sintetizzi tutti i regolamenti comunali, spesso discordanti. Ai proprietari verrà lasciato l’onere della manutenzione del proprio fondo”, spiega il tecnico.
Altra ipotesi, “cedere” le strade minori ai Comuni. “E’ un’ipotesi che abbiamo preso in considerazione – ammette Platania – al pari di quanto fatto in provincia di Cuneo, dove però 40 comuni hanno fatto ricorso al Tar, senza quindi ottenere nulla”.

Passare la palla da un ente all’altro, hanno rilevato i commissari Ottria (Pd) e De Luca (Pdl) “non è la soluzione, visto che i Comuni in alcuni casi non sono messi meglio della Provincia in fatti di fondi”. L’assessore Graziano Moro, insieme alla giunta, sta valutando di “chiedere lo stato di calamità alla Regione, la quale però difficilmente in questo momento, con una giunta decaduta, potrà fare qualche cosa”. C’è però un “piano B”, prendere a prestito i fondi del secondo lotto del Terzo Valico dei Giovi“per intervenire sulla manutenzione delle strade non solo della provincia, ma di tutto il nord ovest, la cui situazione non è differente dalla nostra”, spiega Moro. L’assessore si sta attivando a livello Regionale per una proposta che vada in questa direzione.
26/02/2014
Irene Navaro – irene.navaro@alessandrianews.it