Pubblichiamo il punto di vista di Marco Torretta, del comitato San Biagio – Serro (Genova), sulle due grandi opere che interessano il territorio genovese. Un punto di vista ai nostri occhi molto interessante in quanto trattasi non di un comitato nato contro il Terzo Valico, ma di un comitato territoriale che ha deciso di schierarsi contro il Terzo Valico dopo aver approfondito l’argomento. Buona lettura.
La Gronda di Ponente non è purtroppo un’opera che potrà risolvere i problemi del traffico intorno al nodo di Genova e nemmeno l’economia della città, sicuramente non nell’immediato.
Nonostante le rosee previsioni di alcuni anni or sono i traffici “containerizzati” via i porti di Genova si attestano oggi intorno ai 2 milioni di teu anno contro i previsti 5 milioni di teu anno e questo dato risponde già in parte alla domanda se la Gronda di Ponente è utile o no per Genova.
Ora, tralasciando quello che sarà l’impatto ambientale dell’opera sul territorio, in primis il rischio che ben 60 falde acquifere vadano perse, deviate o distrutte lungo il percorso della Gronda, il problema asbesto (amianto naturale) e ancora le considerazioni sul progetto Gronda di Ponente che comporterebbe costi elevatissimi rispetto ai benefici dal punto di vista trasportistico, visto che l’opera si ripagherebbe non prima di 1000 anni, oggi del traffico che interessa il nodo genovese circa il 40% è interno alla città, mentre un altro 40% è diretto da e verso la città è pertanto dato certo che la Gronda di Ponente non intercetterebbe quasi nulla di questi flussi.
La Gronda intercetterebbe solamente il 10% dei flussi di puro transito in quanto l’altro 10% passando dalla A26 (la Voltri-Alessandria) verso la Genova-Ventimiglia e la Francia, non ne sarebbe interessato.
Un’altra opera stradale, già in corso di realizzazione, la “strada a mare” da San Benigno a Cornigliano e poi fino a Sestri Ponente invece intercetterà sia il traffico privato che quello delle merci da e verso i porti Genovesi sicuramente con maggiore efficacia di quanto non potrà mai fare la Gronda di Ponente.
Nell’ottica poi di una mobilità sostenibile, realizzare due opere stradali in parte in concorrenza tra di loro sembra oggi un’assurdità.
Anche dal punto di vista occupazionale sussistono forti dubbi sull’impatto che la realizzazione della Gronda di Ponente potrebbe generare a favore dei Genovesi.
Oggi occorrerebbe privilegiare progetti che incentivino e sviluppino il trasporto pubblico rispetto a quello privato, che favoriscano il trasporto merci su rotaia invece che su gomma (e non intendo con questo l’altra opera inutile, il Terzo Valico) sviluppando ancor più l’attuale rete ferroviaria genovese come la linea dei Giovi per instradare su quest’ultima i treni da/per il porto di Voltri, potenziando i fasci di binari interni e subito fuori i porti genovesi, ottimizzando la gestione delle manovre ferroviarie –ultimo miglio–, utilizzando interporti oltre Appennino per lo scarico-carico delle merci e successivo inoltro ferroviario sui porti, etc… questi interventi sarebbero realizzabili in tempi relativamente brevi e potrebbero dare una veloce risposta ai fabbisogni dei porti genovesi, non come il Terzo Valico che verrebbe realizzato in non meno di 15-20 anni per costruire meno di 60 km di nuova rete ferroviaria… ma questa e’ tutta un’altra storia….
Ma soprattutto oggi vorremmo vedere delle grandi opere progettate per attenuare il sovraccarico del traffico privato piuttosto che alimentarlo ulteriormente.
Pensando cioè ad una mobilità sostenibile atta a diminuire gli impatti ambientali sociali ed economici generati dai veicoli privati su strada, creando ad esempio dei parcheggi di interscambio gratuiti localizzati in alta valle Polcevera e Bisagno connessi a delle monorotaie elettriche veloci a basso impatto ambientale ed utilizzate dai cittadini privati per muoversi dalle valli interne fino al mare (e viceversa) per connettersi all’attuale rete metropolitana.
Concludo ricordando che il trattato di Kioto ha deliberato che entro il 2030 dovranno viaggiare su strada il 50% in meno di auto private e il 30% in meno di camion e ancora, entro il 2050 il 50% in meno di camion!
Marco Torretta
San Biagio di Valpolcevera