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Il maltempo e il Terzo Valico

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Anche le valli interessate dal progetto del Terzo Valico, a cavallo fra Liguria e basso Piemonte, non sono state risparmiate dall’ondata di maltempo che ha colpito nella giornata di ieri diversi luoghi della penisola italica. Dalla Vallemme alla Vallescrivia, passando per la Valpolcevera, ovunque il maltempo ha lasciato il segno. Sembra un bollettino di guerra quello del day after. Chiusure di strade, ponti, smottamenti, frane, evacuazioni, emergenze idriche, richieste di stato di emergenza e l’inevitabile codazzo di polemiche sulla gestione dell’emergenza.

Leggiamo sui quotidiani che la colpa sia da attribuire ad un evento meteo – idrogeologico eccezionale, anche se ci sembra di poter osservare che quello che viene definito eccezionale sia in realtà quello che normalmente succede ogni qualvolta piova più del dovuto. Per fortuna, a differenza di altre volte, non si devono piangere vite umane ma resta il fatto che sia ormai abitudine fare la conta dei danni quando ci sono giornate di maltempo. Nessuno riesce più a negare che la mano dell’uomo che ha prodotto cementificazione selvaggia sia la principale causa di questi danni purtroppo sempre più ordinari. Il dissesto idrogeologico della Liguria e del Basso Piemonte sono sotto gli occhi di tutti, così come la scarsità di risorse messe a disposizione della tutela del territorio e della prevenzione. La politica ha scelto che la priorità sia la costruzione di grandi opere come il Terzo Valico e non la realizzazione di tante piccole opere che, oltre ad occupare un numero sicuramente maggiore di lavoratori, significherebbero il miglioramento della qualità della vita dei cittadini e la salvaguardia del territorio in cui vivono. A ricordarci l’assurdità di tale contraddizione segnaliamo tre diversi episodi accaduti nella giornata di ieri:

1. Una delle due linee ferroviarie storiche dei Giovi, la Genova – Busalla, è stata chiusa ieri e lo è ancora oggi a causa di una frana che potrebbe riversarsi sulla massicciata ferroviaria. Forse fra vent’anni avremo il Terzo Valico, ma intanto nell’attesa chiudiamo il primo perchè non vengono stanziati i soldi neppure per l’ordinaria manutenzione e la salvaguardia delle linee esistenti dalle frane. Alla faccia del costo degli abbonamenti che pagano studenti e pendolari!

2. La stessa frana situata a Pontedecimo, dove è previsto lo scavo di una delle quattro gallerie di servizio del Terzo Valico, ha coinvolto due condomini e ha causato lo sfollamento di circa cinquanta persone.

3. Ad Arquata a borgo Radimero il Rio Campora, affluente della Scrivia, ha travolto un pezzo di recinzione del cantiere del Terzo Valico. Dopo gli uomini ci ha pensato la natura ad abbattere una parte di quelle reti, o forse ci ha pensato la stupidità di altri uomini che credono di poter piegare tutto agli interessi del denaro. Pare che in Procura ad Alessandria sia stato aperto un fascicolo con l’accusa di danneggiamento e invasione di terreni a carico di un solo imputato. Gli inquirenti hanno dichiarato trattasi presumibilmente del Rio “No Tav” Campora. Nelle prossime ore si attendono nuovi sviluppi delle indagini e non si escludono perquisizioni e fogli di via da Arquata a carico del pericolosissimo Rio.

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