Che i signori del Cociv non fossero tanto inclini al rispetto delle regole lo sapevamo da tempo, a partire dalla storia dei fori pilota di metà anni 90 che li portò in tribunale con l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato. Vederli all’opera in questi giorni ad Arquata non fa altro che rafforzare la convinzione di essere davanti ad un ammasso di banditi esentati dal rispetto delle regole che chiunque altro dovrebbe rispettare. Dopo aver nei giorni scorsi permesso a tre estranei di entare nel cantiere per prendere della legna e dopo aver scaricato un mezzo di cantiere direttamente su strada, oggi si sono nuovamente fatti trovare con le mani nella marmellata. Hanno pensato bene di tagliare l’erba, alcune piante e mettere picchetti anche su un terreno mai espropriato e, davanti alle rimostranze del legittimo proprietario, nessuno ha saputo fornire risposte trincerandosi dietro l’assenza del capo cantiere. Chissà se la onnipresente Digos di Alessandria segnalerà la cosa a chi di competenza o se la Direzione Provinciale del Lavoro impegnata in questi giorni nei negozi di Arquata alla ricerca di irregolarità, penserà mai di andare a fare due passi a Radimero per controllare il cantiere del Cociv. A quelli che lavorano onestamente bisogna andare a fare le pulci nel nome del rispetto delle leggi, chissà se avranno lo stesso zelo nei confronti dei signori di Impregilo…
Sempre in mattinata è comparso il cartello nuovo di pacca (nella foto di copertina) in cui vengono indicati i responsabili dei lavori e l’importo stanziato per i primi due lotti. Se controllate bene potete però vedere che due adesivi coprono il nome del direttore di cantiere e della ditta subappaltatrice.
Avranno qualcosa da nasconedere?
A noi sorge il dubbio che potrebbe trattarsi della ditta Di Vincenzo o magari di qualche altra ditta dal passato non proprio limpido…
Quello che sta succedendo in questi giorni a Radimero dovrebbe far rabbrividire chiunque abbia a cuore la difesa della legalità in questo paese, ma stranamente non abbiamo sentito alzarsi una sola voce “democratica” che chiedesse cosa stia succedendo all’interno del cantiere della grande opera, con buona pace della comunicazione alla cittadinanza e della tanto sbandierata trasparenza.
Domani all’assemblea popolare indetta dal comitato No Tav – Terzo Valico di Arquata si parlerà anche di questo. Fondamentale esserci per decidere insieme come proseguire la mobilitazione contro il Terzo Valico.