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Lauro SPA: criminali che si aggirano per Voltaggio

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Avevamo già scoperto negli scorsi mesi che la ditta a cui era stato subappaltato da Cociv lo scavo del foro pilota di Voltaggio, la Lauro s.p.a. di Borgosesia (VC), era solita corrompere i politici di turno per ottenere appalti. Nello specifico, ci si riferiva ad un cantiere stradale per il quale il proprietario dell’azienda, il signor Tarditi, aveva pagato 20000 euro ai vertici del PDL vercellese per ottenere dalla SCR, Società di Committenza Regionale, l’appalto in questione. Come si diceva nel precedente articolo:

“La folcloristica legge italiana sulla corruzione vuole che l’imprenditore sia parte lesa in tutto ciò. Inutile chiedersi come sia entrato nel business del Terzo Valico.”

Di quel processo si è persa notizia tra un rinvio e l’altro, e sembra avviarsi felicemente verso la prescrizione degli eccellenti imputati.

Ma è notizia di quest’estate l’indagine della GdF di Torino sulla Lauro S.p.a., non più come vittima di concussione ma per truffa aggravata ai danni dello Stato. Ironicamente, si tratta della stessa accusa piombata sulla testa dei vertici Cociv e del senatore Pdl Luigi Grillo per lo stesso cantiere di Voltaggio, negli anni Novanta.

Di cosa è accusata la Lauro s.p.a.? Avrebbe messo in piedi un meccanismo di false fatturazioni ottenendo dalla regione ben 10 milioni di euro, girando poi i lavori da eseguire ad una ditta priva di certificazioni, la Co.Ge.Fa. di Torino (quest’ultima è stata implicata in altri scandali in Regione, sempre relativi alla corruzione, anche insieme al gruppo Gavio, come nel caso dei lavori per la variante di Tortona).

Ma non è tutto, perché oltre alla truffa ci sarebbero anche delle frodi nelle forniture di materiale per i lavori. Anche nel caso della metropolitana di Torino, come per il Terzo Valico, ci sono delle gallerie da scavare. Anche quelle del capoluogo avrebbero necessitato di resine e armature per consolidare il terreno. Questo materiale sarebbe stato fatturato ma poi non utilizzato, consentendo un risparmio, secondo l’inchiesta, di 1.250.000 €.

Non si capisce perché dovrebbero comportarsi diversamente nel cantiere di Voltaggio quando verranno autorizzati ad iniziare lo scavo della galleria di servizio. Lo “stile” è abbastanza chiaro, è delinquenziale, in maniera disinvolta, collaudata, senza ritegno. È altrettanto chiaro, dopo aver ricostruito per un anno tutte le vicende giudiziarie delle ditte coinvolte nel Terzo Valico e aver ricevuto un lungo silenzio dagli amministratori locali, che l’argomento è un tabù.

Possibile che i Sindaci, con in testa quello di Voltaggio, anche questa volta non sentiranno il bisogno di proferire parola?

Possibile che deputati e senatori del “territorio”, quelli del PD che difendono l’utilità del Terzo Valico, decideranno anche questa volta di far finta di non sapere?

Possibile che chi inquisito per truffa aggravata ai danni dello stato possa lavorare ad una grande opera pubblica come il Terzo Valico?

Possibile che la carta stampata anche questa volta eviterà accuratamente di riprendere la notizia (salvo poi informalmente telefonarci e dirci quanto siamo bravi a fare le nostre inchieste)?

Sentiamo purtroppo alzarsi forte il puzzo dell’omertà. Il silenzio è complicità. Troppa gente non vuole vedere, sentire e parlare.

Questa gente sarà sconfitta, il Terzo Valico verrà fermato. Se ne facciano una ragione.

 

Per approfondire la conoscenza delle ditte coinvolte nei lavori del Terzo Valico:

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