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Piano cave: la Montemerla potrebbe far saltare il banco

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Tre ore e quaranta minuti, tanto è durata la conferenza dei servizi per l’approvazione del piano cave sul versante piemontese. L’obiettivo della giornata di ieri viene annunciato all’inizio: “dobbiamo chiudere entro oggi!”. Probabilmente non sono mancate le pressioni da parte di Cociv e della classe politica Sì Tav per portare a casa l’approvazione del piano cave dopo lo stop arrivato nella giornata di Lunedì a seguito dell’incontro al Ministero dell’Ambiente.

Parte la Conferenza e il Cociv presenta coi suoi tecnici il piano cave e il piano del traffico.

Intervengono alcuni rappresentatanti dei Comuni sollevando dubbi e osservazioni. Nessuno si mette però di traverso per l’utilizzo dei “siti di riqualificazione ambientale” da utilizzarsi per i primi due lotti. Nessuna obiezione da parte di Novi per il sito della Pieve, Serravalle tace sul sito di Libarna condiviso con Arquata. Arquata pone dubbi sull’utilizzo del casello autostradale dell’A7 Vigole Borbera – Arquata Scrivia ma tace sul fatto che sul suo territorio verranno stoccati 404.680 mc banco di smarino provenienti anche dal cantiere di Voltaggio (a fortissimo rischio di presenza amianto). Tortona addirittura si rende disponibile ad inserire nel piano cave altri tre siti sul suo territorio (Castello Bollo e le due Cave Castellotto) al posto di Cascina Borio di Sezzadio. Il Comune di Alessandria, dopo le pulsioni barricadere dei giorni scorsi, torna su più miti consigli con la scusa che le cave previste nel territorio alessandrino verranno interessate a partire dal terzo lotto dei lavori. Voltaggio col suo Sindaco annoia come sempre i presenti con una fila interminabile di stupide osservazioni, ma nulla obietta sull’utilizzo dell’ex cava Cementir. C’è ovviamente anche Mallarino, l’agronomo consulente dei Sindaci, quello che nessuno sa come e da chi venga pagato. Il Sindaco di Pontecurone prosegue invece la sua opera di difesa del territorio chiedendo che la Cascina Braccanona (l’unica rimasta nel paese di Don Orione) venga stralciata e il Sindaco di Pozzolo rende palesi le lacune di un piano del traffico che pare fare acqua da tutte le parti.

Si discute di trasporto di smarino su rotaia, bretelle autostradali, nastri trasportatori, tutte questioni che rimangono solo su carta.

Cala l’attenzione, i partecipanti sono provati dopo tre ore di discussione (poverini) ma ecco sopraggiungere il colpo di scena.

Dalla Provincia di Alessandria arrivano, involontariamente, i due problemi maggiori. Il primo con la richiesta di escludere il sito di Cascina Borio di Sezzadio per evitare che le ragioni dell’opposizione al Terzo Valico dilaghino anche in Val Bormida, il secondo riguardante il sito di Cascina Montemerla a Tortona che dovrebbe ospitare 1.629.630 mc banco di smarino.

Su Cascina Borio si supera l’ostacolo e tutti sembrano d’accordo: probabilmente verrà stralciata e sostituita con le tre cave tortonesi precedentemente citate.

Sulla Montemerla invece…

L’ingegner Coffano della Provincia non può fare a meno di ricordare, pur cercando di minimizzare la cosa, che è stata proprio la Provincia di Alessandria ad esprimere parere negativo di giudizio di compatibilità ambientale per una discarica di rifiuti speciali da far sorgere nello stesso sito.

Impossibile far finta di niente per la Presidente della Conferenza dei Servizi che dopo una mezzoretta compulsiva passata alla ricerca di soluzioni alternative prendendo in considerazione l’utilizzo dei siti di riserva (opzione scartata visto che hanno una volumetria complessiva di circa 400.000 mc banco rispetto a circa 1.630.000 mc banco della Montemerla) esclama: “se Montemerla non si fa salta tutto, questo deve essere chiaro! Quindi non posso chiudere la Conferenza dei Servizi”.

A questo punto si aprono due possibilità: la prima che gli uffici della Regione decidano di considerare la Montemerla idonea nonostante si trovi in zona di esondazione e ne sia già stato bocciato l’utilizzo dalla Provincia di Alessandria. Un atto di una gravità assoluta rispetto al quale potrebbero essere intraprese anche iniziative di carattere legale, ma che porterebbe all’approvazione del piano cave fra circa un mese.

La seconda che salti la Montemerla e quindi occorra rivedere complessivamente il piano cave, riconvocare la conferenza dei servizi e procedere poi nuovamente all’approvazione. Ci troveremmo quindi in inverno inoltrato senza che siano potuti ancora partire i lavori del Terzo Valico in Piemonte.

Staremo a vedere cosa succederà, senza dimenticarci, non senza soddisfazione, che Cociv voleva iniziare i lavori ad Aprile del 2012.