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Prosegue la mobilitazione contro la discarica di Sezzadio

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Da oltre 400 giorni, è in corso una Conferenza dei Servizi che avrebbe già dovuto esprimersi circa l’accoglimento o il rifiuto della domanda della ditta Riccoboni spa per l’insediamento di una discarica di rifiuti cosiddetti “non pericolosi” (sic) a Sezzadio, nell’area di Cascina Borio.

L’argomento ha trovato vasta eco in tutta la Provincia, in tutta la Valle e anche al di fuori dei confini regionali, venendo ripresa anche dalla stampa nazionale. Gli occhi dell’Italia guardano alla Provincia di Alessandria.

23 sindaci del territorio si sono espressi in modo unanime e inequivocabile contro l’insediamento della Riccoboni spa in quell’area, motivando il loro no con la presenza nel sottosuolo della più importante falda acquifera del Basso Piemonte, che già attualmente dà da bere a 50.000 persone, e potrebbe alimentarne, se necessario, fino a 200.000.

La lotta dei cittadini e dei Comitati della Valle Bormida contro la discarica e a favore della difesa delle acque è stata capillare e costante per più di un anno ed è riuscita a coinvolgere anche tutte l rappresentanze di ogni colore politico della Provincia di Alessandria che, a metà del mese di gennaio, hanno espresso compatte la loro contrarietà all’uso dell’area di Cascina Borio come discarica, sottolineando l’importanza di mantenere integra questa falda acquifera, peraltro riconosciuta come strategica anche dalla pianificazione di livello regionale.

Per questi motivi noi chiediamo al Partito Democratico di ribadire quale sia la sua posizione a proposito dell’area di Cascina Borio e della nostra falda.

Riteniamo che il Partito Democratico più di tutti abbia il dovere di esporsi a livello politico in ambito provinciale, in quanto il Presidente della Provincia, Paolo Filippi, che non ha mai nascosto il suo favore per l’opera, pur essendo uscito dal partito, è tuttora sostenuto da una maggioranza di centrosinistra.

Il Presidente Filippi ha fra l’altro, negli scorsi mesi, reso dichiarazioni, a mezzo anche di ‘social network’ in cui si era sbilanciato sull’opportunità di concedere alla Riccoboni, i permessi necessari per insediarsi in Cascina Borio, pur essendo già, in questo ambito, socialmente isolato.

Non solo: riteniamo che lo stesso Filippi, nel peso politico del suo ruolo, istituzionale, abbia dato legittimazione alla presenza della ditta Riccoboni spa sul territorio, con la sua presenza all’inaugurazione dello stabilimento industriale di stoccaggio e trattamento olii usati realizzato dalla ditta a Predosa, senza dimenticare che il 15 gennaio, giorno in cui ad Acqui Terme una conferenza organizzata congiuntamente da Comitati e istituzioni ribadiva la sua contrarietà alla realizzazione della discarica, Filippi accoglieva con soddisfazione la relazione del comitato tecnico che, in vista della conferenza del 22 gennaio, si diceva favorevole ad un parere positivo per l’insediamento dell’opera.

Fortunatamente, la Conferenza dei Servizi, vista la grande risonanza mediatica ricevuta dalla strenua opposizione del territorio, si è espressa, per bocca dell’ingegner Claudio Coffano, su una posizione di attesa, dicendosi impossibilitata al momento a esprimere parere favorevole o contrario, pur sottolineando che l’opera non è di pubblica utilità.

Pochi giorni fa, a Cereseto, si è verificato un precedente molto importante, relativo ad una vicenda iniziata nel 2008, con forti analogie rispetto a quella attuale, riguardante una richiesta quasi analoga avanzata dalla ditta “Energie Rinnovabili Cereseto srl”. In quell’occasione l’ingegner Coffano e la sua commissione tecnica valutarono di non concedere il permesso perchè l’impianto avrebbe messo a rischio le acque sottostanti.

Anche in quel caso il richiedente ha fatto fuoco e fiamme per questo diniego e aperto un contenzioso, giungendo fino al Tar del Piemonte, e chiedendo il rimborso delle spese sostenute e un indennizzo di 20 milioni di euro per mancato guadagno. La richiesta è stata, giustamente, respinta.

Eppure Cereseto non è Sezzadio: l’ingegner Coffano ben sa, lui per primo, che nel sottosuolo sezzadiese è presente una falda molto più importante per estensione, potabilità e qualità, di quella di Cereseto. Acqua che a maggior ragione va difesa.

Abbiamo motivo di ritenere che a livello di istituzioni, questa vicenda non sia stata sempre condotta in maniera chiara, né per quanto riguarda la difesa del territorio, né per la tematica della difesa della falda acquifera. Nè l’ing.Coffano, né Paolo Filippi hanno mai espresso un secco no alle richieste della Riccoboni spa, anche se a ben vedere non ci sarebbe poi molto da valutare: chi mette una discarica sopra una falda, mette a rischio la falda. Punto.

Pertanto, vista l’importanza di un problema che coinvolge migliaia di cittadini, decine di Comuni, organizzazioni ecologiche, comitati di base e non, che si battono ancora oggi, in maniera capillare e tenendo alta la guardia, per difendere la falda, chiediamo al Partito Democratico un pronunciamento chiaro, inequivocabile e collegiale su questa vicenda, che per essere giunta fino a questo punto deve, per forza di cose, avere delle corresponsabilità politiche. Queste a nostro avviso devono essere ricercate ai massimi vertici provinciali, e forse anche all’interno di quelle commissioni tecniche che invece auspichiamo possano sempre restare ben lontane dai giochi politici.

Chiediamo inoltre se il PD ritenga ancora possibile continuare a sostenere certi personaggi, fautori di opere deleterie per il territorio e per la salute.

L’acqua è un bene comune, e va difeso. Sempre e in qualunque situazione.

I comitati di base per il No alla discarica

Per approfondire l’argomento leggi anche:

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