
Ad una settimana dal successo della marcia da Novi a Pozzolo si mettono insieme le informazioni dei cittadini circa le intimidazioni ricevute prima del corteo. Che sarebbe successo qualcosa del genere ce lo si aspettava, ma è bene mettere per iscritto qualche riga a futura, lunga, memoria.
A Pozzolo, già dalla notte di venerdì, come documentato dal quotidiano La Stampa, qualche idiota ha affisso manifesti sopra quelli della marcia, falsificando il logo di Comune, Provincia e Regione, invitando la gente a chiudersi in casa perché sarebbero arrivati i famigerati No Tav. La polizia municipale, nel dubbio, ha eliminato i manifesti posticci e anche quelli No Tav, regolarmente affissi. Alcuni vigili e carabinieri zelanti devono aver pensato che forse c’era del buono nelle righe dell’ignoto idiota, così hanno fatto un giro per il centro di Pozzolo raccomandando ai commercianti di abbassare le serrande.
A Novi, in maniera più organizzata e probabilmente su ordine della politica, la municipale ha battuto i negozi di via Roma e via Girardengo, con agenti in divisa, raccomandando ai commercianti di tenere chiuso.
I vigili, interpellati poco dopo l’accaduto dai comitati, allertati dagli stessi negozianti, hanno risposto con fare omertoso “non sappiamo niente”, “non siamo stati noi” e, udite udite, “noi siamo con voi”. Saranno pure contro il Terzo Valico gli uomini del comandante Caruso, (a proposito, indovinate chi potrebbe a breve ricevere un aumento) ma intanto la porcata l’hanno fatta, come possono testimoniare tutti gli esercenti del centro storico. Di nomi, ovviamente, manco a parlarne, c’è troppa paura.
A condire il tutto, un esagerato dispositivo di ordine pubblico, come nella marcia di ottobre. Su ordine della questura i bidoni dell’immondizia sono stati rimossi, il centro storico pieno di camionette e blindati. All’ingresso di Novi da Serravalle, all’incrocio della Smurfit, macchine della polizia bloccavano ogni mezzo dicendo ai conducenti “se entrate a Novi lo fate a vostro rischio e pericolo, ci sono i No Tav”. Più o meno stesse scene all’incrocio di Pozzolo.
Com’è andata lo sappiamo: tanta gente, i negozi con la bandiera No Tav appesa, i ragazzi che in fondo al corteo lasciavano la strada più pulita di come l’avevano trovata. Cose non scontate, di fronte a colpi bassi del genere. L’aver trasformato per un giorno Novi in una zona militarizzata ha sicuramente spaventato tanti cittadini. Per la cronaca, i bar rimasti aperti hanno chiesto ai comitati di organizzare una manifestazione a settimana, mentre i loro colleghi che hanno ceduto, in maniera tutto sommato comprensibile, alla paura, si sono poi mangiati le mani. Pazienza e nessun rancore, sapranno che fare la prossima volta. Gli sceriffi non potranno più giocarsi la carta della paura.