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La resa e chi non si arrende

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Mentre migliaia di donne e uomini manifestavano ancora una volta per le strade della Valle Scrivia contro la costruzione del Terzo Valico a Roma andava in scena quella che Marco Revelli ha definito oggi su “Il Manifesto” la resa.

Una classe politica stracciona e arrogante come non mai decideva, nonostante si alzasse forte una voce di speranza e cambiamento incarnata da Rodotà, di recarsi col cappello in mano da Re Giorgio e chiedergli per la prima volta nella storia repubblicana di accettare un secondo mandato da Presidente della Repubblica.

Un Partito Democratico in pezzi che sempre più persone si augurano vicino all’estinzione una volta per tutte, riusciva nel capolavoro ben rappresentato dai sorrisi beffardi di Berlusconi ad avvenuta elezione.

Un partito democratico che a Novi Ligure imponeva solo tre giorni fa di rimandare un Consiglio Comunale sulla questione Terzo Valico perchè dopo oltre vent’anni i Robbiano boys necessitano ancora di approfondire l’argomento ormai sulla bocca di tutti i cittadini novesi.

La distanza fra sogni, bisogni e desideri del mondo reale e casta mai come ieri si è materializzata in tutta la sua insopportabilità.

Mentre migliaia di persone per le strade di Novi e Pozzolo riaffermavano per la terza volta in un anno in Valle Scrivia che solo insieme è possibile tornare a prendersi cura del proprio futuro, il Parlamento a camere riunite decideva la restaurazione. O meglio la tentata conservazione di qualcosa ormai destinato ad andare in pezzi ma che si aggrappa con denti e unghie alle poltrone sempre più logore del loro arrogante e putrido potere.

Re Giorgio ha subito fatto capire l’aria che tira annunciando che alla sua elezione seguirà il Governo di salvezza nazionale o di larghe intese che dir si voglia, composto dalla grande ammucchiata dei partiti della casta.

Gli stessi partiti non casualmente favorevoli alla costruzione del Tav in Valsusa e del Tav – Terzo Valico fra Genova e Tortona. Quei partiti per cui l’affaire Tav, madre di tutte le tangenti e bancomat personale, rappresenta ormai un simbolo fortissimo della loro arroganza e prepotenza.

E’ chiaro che davanti a questo “vecchio nuovo” quadro politico la partita del Terzo Valico sembra distante dal chiudersi. Questi partiti non rinunceranno mai a riempirsi le tasche coi soldi dei cittadini e anche la richiesta truffaldina di moratoria dei Sindaci Pd è destinata a sciogliersi come neve al sole.

Bisognerà tenere gli scarponi da neve sempre pronti, preparare i cappellini per proteggersi dal sole, macinare ancora decine di chilometri, prepararsi ancora una volta alla difesa dei terreni e delle case a rischio esproprio, interrogarsi su come diventare ancora più forti e radicati, sconfiggere la tentazione del ritorno al proprio personale.

Bisognerà continuare a stringersi nell’abbraccio caloroso che solo un popolo che si riscopre comunità sa dare.

I movimenti popolari scrivono la storia e prima o poi, con il loro passo, vincono. Arretrano, avanzano, attaccano, si difendono, subiscono sconfitte, vincono battaglie, cadono, si rialzano ma alla fine vincono. E sono costretti a farlo per quelli che verranno dopo, perché non muoia la speranza di poter vivere in pace nel rispetto della propria terra.

Nessuno si faccia illusioni: nonostante Re Giorgio e il Governo delle larghe intese il Terzo Valico non riusciranno a costruirlo e prima o poi rinunceranno a questa follia.

E’ una promessa.